Fulvio e Annalisa, i primi due laureati triennali di Edile

Ventun anni con una laurea in tasca. La riforma ne avrebbe voluti moltissimi di giovani così, il Corso di Laurea in Ingegneria Edile per ora ce ne ha due. I primi due laureati triennali in Ingegneria Edile: Fulvio Parisi e Annalisa Barretta, entrambi ventunenni, entrambi laureatisi lo scorso 16 marzo con 110 e lode, entrambi già iscritti alla specialistica. Per il Presidente del Corso di Laurea, la prof. Elvira Petroncelli, il dato non è molto significativo: “da quando è entrata in vigore la riforma ci sono state molte traversie. Le percentuali dei crediti acquisiti sono molto variate. Quando abbiamo cominciato, nel 2001, la percentuale di coloro che sono riusciti a iscriversi al secondo anno era a un certo livello, oggi è molto più alta. Man mano si è avuto un assestamento, oggi possiamo dire che il trend è migliorato”. Insomma, per adesso i neodottori sono solo due, ma non è ancora il momento di tirare le somme. Fulvio e Annalisa non bastano a fare statistica, ma per ora restano i primi ed unici frutti di un cambiamento che si sperava molto più produttivo. Fulvio lo dice con chiarezza: “noi siamo stati un po’ le cavie della riforma. Soprattutto all’inizio siamo stati chiamati a studiare quasi gli stessi programmi del vecchio ordinamento in tempi dimezzati”. Quello in Ingegneria Edile, poi, è un Corso di Laurea particolarmente impegnativo. “A differenza che per gli altri corsi di Ingegneria, per noi non c’era neppure un giorno della settimana libero dalle lezioni – racconta Annalisa- Tutti i giorni 7-8 ore di lezione e poi lo studio a casa”. Un percorso duro che i due ragazzi sono riusciti a percorrere in breve tempo solo grazie a una dedizione quasi totale, fatta di frequenza ai corsi e studio intenso. “Sia beninteso, alla nostra età non si può certo rinunciare a tutto, altrimenti ci si esaurisce – dice Fulvio- Io ad esempio ho continuato a coltivare i miei hobby, lo sport e la musica, anche se con meno regolarità di prima. Quando non ero ancora iscritto all’università studiavo pianoforte al Conservatorio, poi ho dovuto lasciare. Ecco, questo è senz’altro vero: se ci si iscrive a Ingegneria non si può studiare qualcos’altro contemporaneamente”. Secondo Fulvio per gli studenti universitari di oggi sono fondamentali le basi acquisite negli anni delle scuole superiori: “io ho il diploma di geometra e a dispetto di quanto a volte si pensa, poiché molti ritengono che sia migliore la formazione dei licei, ho una buona preparazione di base. Per me è stata importantissima, l’università della riforma dà per scontate diverse cose”. Su tutti i sacrifici di questi tre anni, sulle vacanze di Natale passate a studiare, sulle giornate intere trascorse all’università, per Fulvio ha avuto la meglio il piacere di studiare: “ho approfondito molto da autodidatta e questo mi ha giovato. Ciò che studio mi appassiona, il mio sogno è di realizzare strutture”. Non a caso, lui che aveva una media altissima e partiva da un punteggio base di 108, ha elaborato la tesi su un argomento d’avanguardia: Crolli e dissesti strutturali dovuti ad errore umano, relatore il prof. Nicola Augenti, titolare dell’insegnamento di Costruzioni in muratura e Teoria e progetto di ponti. Il piacere dello studio su tutto, dunque. Vale anche per Annalisa Barretta, che ha iniziato a seguire le lezioni della specialistica prima ancora di laurearsi. “Si tratta di lezioni a un livello decisamente più alto di quelle del triennio, finora sono soddisfatta”, dice. Ma non nasconde che se potesse cambiare qualcosa dell’attuale impostazione degli studi universitari, tornerebbe indietro, ai cinque anni di una volta. Lei non ha pensato di cercare lavoro già da adesso, forte del titolo che ha conseguito con il massimo dei voti, perché vuole completare l’intero percorso e sogna di dedicarsi alla libera professione. Con una media del 29,4 più nove lodi, Annalisa ha scelto di sviluppare una tesi in Scienza delle costruzioni, con il prof. Giovanni Romano. Titolo del lavoro: Metodi dell’analisi limite per piastre in acciaio ed in cemento armato. “Io sono contenta del corso di laurea che ho scelto – conclude Annalisa- Certo è duro, ma tutto dipende da come si vuole studiare. Io sono sempre andata un po’ oltre”.
- Advertisement -




Articoli Correlati