Giovani, bravi e precari

Sono giovani, hanno titoli di studio importanti, rappresentano l’anima e il futuro di questo centro di calcolo all’avanguardia e sono precari. Sono i ricercatori che hanno contribuito alla realizzazione, alla messa a punto e alla sperimentazione di SCoPE. Sono entusiasti all’idea di spiegare i numeri e le potenzialità degli oltre trecento servers e più di duemila processori del ‘capannone’, il centro di calcolo realizzato all’interno dell’ex falegnameria dell’INFN. Silvio Pardi la rete e il centro li ha visti praticamente nascere. Informatico e matematico, si è interessato di tutto, anche della parte amministrativa. “Ho seguito tutte le fasi a partire dal bando. Oggi compio 30 anni e l’inaugurazione è proprio un bel regalo. Da domani comincerà il lavoro con le aziende, abbiamo anche già dei contatti”. “Mi sono occupato da sempre di computazione perché questo genere di applicazioni sono molto importanti in qualsiasi campo” dice Massimo Pica Ciamarra, fisico e ricercatore nel settore della Meccanica Statistica. “In questo progetto è stato possibile creare una reale interazione tra competenze diverse” aggiunge Luisa Carracciuolo, matematica del settore applicativo numerico che si è formata alla scuola del prof. Murli. “La rete è in parte costituita da cavi in fibra e in parte da cavi in rame. Dipende dalle funzioni all’interno del sistema e dal peso anche materiale che l’impianto avrebbe avuto. La particolarità è il sistema di refrigerazione, ad acqua invece che ad aria” sottolinea Vania Boccia, anche lei matematica. “Tutto il sistema presenta 280 nodi di calcolo ed è in grado di immagazzinare 100 terabyte di informazioni, una capacità enorme” conclude Giovanni d’Angelo, astrofisico. 
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