Giurisprudenza approva la Specialistica in Scienze dell’Amministrazione

Dall’ultimo Consiglio degli Studenti provengono due spunti interessanti che riguardano la Facoltà di Giurisprudenza: l’attivazione della specialistica di Scienze dell’amministrazione e la modifica del regolamento di assegnazione dei punti tesi. Ne parliamo con il Preside della Facoltà, prof. Federico Alvino. 
Professore, a che punto siamo con la Specialistica che mancava al Corso di Laurea in Scienze dell’amministrazione? “Ne abbiamo deliberato l’istituzione in Consiglio di Facoltà e siamo fiduciosi che passi in Senato Accademico, perché si tratterebbe di una nuova caratteristica del percorso formativo dell’ateneo, una specialistica rivolta non solo ai laureati in Scienze dell’amministrazione ma anche ai laureati in Economia, sia della Facoltà di Giurisprudenza che di quella di Economia. Tra l’altro, con la riforma la laurea triennale in Scienze dell’amministrazione rientra nella classe di laurea denominata Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione. Ne risulta chiaramente rafforzata la matrice economico-giuridica piuttosto che socio-politologica”. L’attivazione di questa specialistica è un’esigenza molto sentita dagli studenti di Scienze dell’amministrazione, comunque. “E infatti ci siamo mossi anche sullo stimolo proveniente dagli studenti. Ripeto che sono fiducioso. Ho anche proposto in via informale ai Presidi di Economia e di Scienze Motorie di sviluppare questo Corso di secondo livello come interfacoltà, perché abbiamo pensato ad un indirizzo in management sanitario, per il quale la tradizione di Economia e quella di Scienze Motorie potrebbero dare un importante contributo. Con tre Facoltà di supporto, la specialistica diventerebbe più forte”. Questione punti tesi. C’è davvero qualcosa da cambiare? E se sì, cosa? “Abbiamo verificato che c’è una discrepanza tra il nostro regolamento sui punti da dare alle tesi compilative, massimo tre, e quello vigente in altre Facoltà, dove vengono dati per lo stesso tipo di tesi anche cinque o sei punti. Valuterei con attenzione la possibilità di riconoscere una premialità per gli studenti che partecipano a progetti didattici innovativi, come ad esempio l’Erasmus o il Modem, in modo da metterci in linea con i punteggi e anticipare qualche tendenza”. Lei sembra molto aperto verso le istanze studentesche. “Credo che il confronto sia importante per cogliere gli umori e capire i problemi. A Nola vorrei istituzionalizzare un’assemblea cui partecipino docenti e studenti, da tenersi una volta al mese. Lo abbiamo già fatto due volte ed erano presenti un centinaio di persone. Gli studenti hanno potuto sollevare delle problematiche apertamente, cosa che magari riesce loro difficile durante il corso. Lo strumento dell’assemblea consente di spogliarsi della soggettività ed esporre il problema in una dimensione collettiva”. Che tipo di questioni sono emerse finora? “Si è parlato di alcuni casi in cui i programmi non sono sembrati coerenti con il numero di crediti previsti per l’esame: discutendone con calma e tranquillità il docente si sensibilizza e dà una risposta. Un altro tema importante è la gestione degli iscritti al 3+2, che non sono studenti appendicali e per i quali l’impegno dei professori deve essere massimo, anche se i loro corsi vanno a esaurimento. Ho parlato con il prof. Luigi Moschera, delegato per l’orientamento e il tutorato, e gli ho chiesto di individuare un tutor ogni venti studenti, ai quali garantiamo i corsi attraverso la mutuazione con quelli della magistrale”. Quali saranno i temi della prossima assemblea? “Con l’anno nuovo ci sarà un incontro per informare gli studenti sulla nuova offerta didattica e sui piani di studio che verranno elaborati. Avremo 18 o 19 esami per le triennali e una decina di esami per il biennio, con i moduli che si allungano un po’ di più, secondo quanto stabilito dall’ultima riforma. Abbiamo cercato di ridurre al massimo gli esami integrati, perché dietro se ne nascondono sempre due. E daremo a tutti la possibilità di restare nell’ordinamento originario o di passare al nuovo ordinamento, sempre facendo salvi i crediti già acquisiti”. Queste sono interessanti novità riguardanti la didattica. Sulle strutture, invece, c’è qualcosa da segnalare? “Sono stati definiti i progetti per la costruzione di un’aula da cento posti nella Reggia Orsini, sede del tribunale di Nola. Inoltre ci siamo incontrati con il presidente del tribunale Motti per siglare una convenzione con la quale ci verrà affidata la gestione del patrimonio bibliotecario del tribunale, che proviene dalle vecchie preture. Attualmente non è fruibile a causa della mancanza di una organizzazione specifica, noi dunque ne catalogheremo i volumi e lavoreremo per consentirne la fruizione da parte sia del personale del tribunale, che di docenti e studenti. Tutto questo è il segnale della forte volontà di radicarci a Nola e nella Reggia Orsini, anche se sta andando avanti il progetto di insediamento in Castel Capuano, ex sede del tribunale di Napoli, di cui vorremmo utilizzare alcuni spazi per la costituzione di un polo di eccellenza per la ricerca giuridica”. 
Sara Pepe
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