Giurisprudenza premia gli studenti bravi con borse di studio e alloggi gratuiti nella Residenza

Dimostrare costanza nello studio e seguire ogni giorno le lezioni, magari usufruendo di un aiuto concreto da parte dell’Università. Secondo alcuni studenti iscritti alla Facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola Benincasa è questa la ricetta per riuscire bene ed evitare di perdersi durante il proprio percorso di studi. 
Federica Troisi, ventenne iscritta al secondo anno, si è detta molto soddisfatta di avere vinto anche quest’anno (come il primo) sia la borsa di studio che la residenza gratuita, messe a disposizione dalla Facoltà. “Credo che questo sia uno dei punti di forza dell’Ateneo – ha detto – le borse di studio di solito vengono date nel momento in cui lo studente risulti non solo meritevole, ma anche con un reddito basso. Se ci si dovesse basare su quest’ultimo punto, non avrei potuto beneficiare né della borsa né della residenza”. Federica vive a Cava de’ Tirreni e torna a casa il fine settimana, dopo le lezioni. “Viaggiare tutti i giorni sarebbe per me molto stressante. Ci sono giornate molto piene, ad esempio il lunedì seguo i corsi dalle 9 di mattina alle 18.30; ciò vuol dire arrivare a casa la sera tardi, e poi fare andata e ritorno da Napoli non mi permetterebbe il giusto riposo per poter studiare la sera ed essere pronta per una nuova giornata. Alloggiare nella residenza universitaria, invece, è l’ideale: siamo a cinque minuti a piedi dalla Facoltà e possiamo svegliarci un po’ più tardi la mattina. Il mio è un caso anche più fortunato rispetto a molti. Poiché le camere sono doppie, all’inizio mi posi il problema di come fare per studiare in tutta tranquillità. Ho bisogno del silenzio assoluto e l’idea di condividere gli spazi con un’altra persona mi spaventava. Fortunatamente, la mia compagna di stanza segue i corsi solo dal mercoledì al venerdì, mentre io rimango nella residenza fino al giovedì”. 
Si è spronati 
a fare meglio
Dei suoi primi anni di studio, Federica racconta di non essere molto sicura di sé e di avere sempre timore prima di affrontare un esame. “L’esame che ho trovato più difficile rispetto agli altri è stato quello di Filosofia del Diritto, non per la difficoltà della materia in sé, ma perché non credo di essere particolarmente portata per la materia. Anche al Liceo Classico, infatti, non era tra le mie discipline preferite, ma alla fine anche questo esame è andato bene”. Di sicuro il fatto di essere risultata tra gli studenti più meritevoli l’ha aiutata anche da un punto di vista personale: “non tanto per la borsa di studio, ma perché nel momento in cui l’Università ti dà fiducia sei anche più spronato a fare meglio”. Dopo la laurea vorrebbe intraprendere la carriera diplomatica –“mi rendo conto che si tratta di uno sbocco molto difficile, ma penso anche che l’impegno unito alla passione mi possa dare una spinta in più”- , un sogno che si è rafforzato durante la bella esperienza che ha vissuto di recente negli Stati Uniti. “Sono appena tornata da un viaggio di dieci giorni a New York, con un progetto di simulazione. Si è trattato di rappresentare uno Stato in qualità di ambasciatore (a me è stato affidato il Principato di Monaco) nell’ambito di una ricostruzione di una riunione delle Nazioni Unite).
Anche Marinella Terminiello è al secondo anno e si trasferirà a breve nella residenza universitaria perché per raggiungere la Facoltà da Sorrento impiega quasi due ore. Chi alloggia nello studentato le ha raccontato che “l’ambiente è confortevole e adatto alla concentrazione. Del resto il Suor Orsola è un Ateneo molto ben organizzato. Del resto questo  è il motivo per cui mi sono iscritta qui”. Marinella ha seguito le orme del fratello più grande che si è laureato in questa università e poi “si è subito inserito nel mondo del lavoro”. Sottolinea: “Alcuni amici iscritti alla Federico II, invece, hanno esperienze completamente opposte: prima di tutto il sovraffollamento (da noi, invece, esiste il numero chiuso) che costringe spesso molti a seguire le lezioni da uno schermo gigante. Qui si ha un rapporto molto più diretto con i docenti e se ci sono problemi con degli argomenti particolarmente complicati abbiamo la possibilità di parlarne dopo le lezioni. Professori e assistenti danno disponibilità completa in questo senso”. Ammette: “Gli esami difficili sicuramente ci sono: ad esempio Diritto Privato, che per la mole di programma sembra quasi insuperabile. Molte materie, però, sono state divise in moduli, proprio nell’ottica di agevolare il nostro lavoro”. Il suo sogno per il futuro: “Mi piacerebbe lavorare in qualche associazione no profit che si occupa dei diritti dei minori ”. 
Sulla buona organizzazione del Suor Orsola concorda Vincenzo Del Giudice, ultimo anno della Magistrale, il quale fa un confronto con l’Università di venti anni fa: “Ho quarantadue anni e la mia è una storia particolare – ha raccontato – in quanto mi sono iscritto molto più tardi rispetto al consueto. Dopo la maturità scientifica ho iniziato a studiare Farmacia, interrompendo quasi subito per iniziare a lavorare. All’epoca, infatti, per fare l’informatore scientifico bastava essere iscritti a Facoltà scientifiche come la mia”. Si è però pentito della scelta di abbandonare gli studi “soprattutto perché mi sono reso conto in seguito che la mia strada lavorativa non era quella. Per molti anni ho continuato a sperimentare tanti lavori diversi: venditore di pentole, agente assicurativo, skipper. Poi la svolta: nel 2000 mi sono sposato e ho capito che un lavoro che mi costringeva sempre in giro per l’Italia (in estate vivevo all’Isola d’Elba e in inverno a La Spezia) non mi dava la possibilità di stare vicino alla mia famiglia. Cogliendo l’opportunità di un concorso al Comune di Marciana Marina (Livorno) dove vivevo, ho iniziato ad avvicinarmi a materie come Diritto Amministrativo e Diritto Costituzionale”. Così quando per varie ragioni, cinque anni fa, ha deciso di ritornare a vivere a Napoli, si è iscritto a Giurisprudenza: “Un amico mi ha offerto la possibilità di collaborare con lui nel suo studio legale e, avendo già avuto qualche esperienza nel settore, sento di esserci portato”. Non è facile conciliare lo studio con il lavoro e la famiglia: “Tuttavia si è seguiti così da vicino che è quasi ‘un obbligo’ studiare volta per volta. Ciò permette di non restare indietro, seppure qualche difficoltà la si riscontra sempre. Il mio punto debole in questi anni è stato l’esame di Diritto Commerciale, che ho dovuto ripetere una volta”. Anche Vincenzo ha scelto la sede universitaria grazie all’esperienza pregressa di un familiare: sua moglie si è laureata in Scienze della Formazione e gli ha consigliato di iscriversi al Suor Orsola piuttosto che alla Federico II. Non solo per l’ottimo livello dei docenti, ma anche per il numero chiuso.
Gli stessi motivi che hanno spinto Fulvio Marone, quarto anno, a scegliere il Suor Orsola. Racconta perché si è orientato alla Facoltà di Giurisprudenza: “Ho accumulato nel tempo una tale rabbia interiore, da volerla trasformare a fin di bene. Da qui la passione per gli studi giuridici: quando ti accorgi che negli uffici pubblici molte persone abusano del proprio potere, oppure in ospedale sei costretto a lunghe ore di attesa semplicemente perché non si trova una barella, capisci che bisogna in qualche modo intervenire. Il mio sogno, infatti, è quello di diventare Pubblico Ministero”. Fulvio ritiene che la divisione di alcuni esami in moduli favorisca un metodo di studio più fluido e permetta allo studente di concentrarsi meglio. “Esami come Procedura Civile e Diritto Commerciale sono indubbiamente complicati, sia dal punto di vista dei contenuti, che per la quantità di argomenti da memorizzare. Per prepararli ci sono voluti rispettivamente due e sei mesi circa”. Fulvio è anche lui vincitore di borsa di studio come Vincenzo e ritiene che anche questa sia una forma di riconoscimento per il lavoro svolto dagli studenti: “Conferire borse solo sulla base del merito fa capire che la meritocrazia esiste – ha precisato – e rappresenta anche una sorta di responsabilizzazione: esorta cioè non solo a studiare in maniera sufficiente, ma a migliorare sempre di più. Anche per dimostrare che meritiamo la fiducia in noi riposta”.  
Anna Maria Possidente
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