Gli alimenti e gli effetti indesiderati sui farmaci

Mito: Mangio spesso aglio e non può che essere un bene
FALSO. L’aglio è considerato uno dei regali più utili che la natura ci ha donato. In cambio, il suo consumo chiede un sacrificio a livello di socializzazione (è sempre bene che piaccia ad entrambi nella coppia). L’aglio contiene numerosi principi attivi che oggi possono essere assunti come nutraceutici, così da annullare il suo effetto collaterale deleterio sull’alito. Il consumo eccessivo di aglio aumenta gli effetti dei farmaci di tipo anticoagulanti interferendo in maniera anche seria con degli effetti collaterali non desiderati nelle terapie di questo tipo.
Mito: Bevo del succo di pompelmo per dimagrire e  può fare solo del bene alla mia salute 
VERO/FALSO. Il succo di pompelmo è realmente efficace per perdere peso se accoppiato ad una dieta ipocalorica. Il pompelmo è anche benefico per chi è ammalato di diabete mellito tipo 2; tutte queste proprietà sono associate ai tanti flavonoidi che danno anche il sapore amaro al frutto. Il pompelmo, però, non è associabile ad una terapia con un farmaco come la felodipina, usato contro l’insufficienza cardiaca, l’ipertensione arteriosa e alcune forme di angina. Infatti, il succo di pompelmo provoca un forte abbassamento della pressione ed un aumento della frequenza cardiaca. Il succo di pompelmo è anche da evitare se si è in cura con delle statine, usate per ridurre il colesterolo ematico perché, interagendo con alcune di queste molecole, le accumula nel sangue con degli effetti da non sottovalutare.
Mito: Non mastico radice di liquirizia perché sono un iperteso
VERO. Il principio più importante della liquirizia è noto come Acido Glicirretico e si può ritrovare anche nei chewing gum, nei cioccolatini, nelle sigarette, nel tabacco e nella birra, ma la sua massima concentrazione è tipica della radice di liquirizia. L’Acido Glicirretico è chimicamente simile all’aldosterone, un ormone che trattiene i liquidi nel nostro organismo, fa diminuire il sodio e il potassio (ipopotassemia, ipokalemia) annullando di fatto l’azione e gli effetti di alcuni farmaci come antipertensivi e diuretici.
Mito: Una dieta ricca di fibre aiuta solo il mio intestino, ma non interferisce sull’azione dei farmaci 
FALSO. Nel caso dei pazienti affetti da Parkinson in cura con la levodopa, una dieta ricca di fibre insolubili permette di ottenere una serie di vantaggi. È stato dimostrato che con una dieta ricca in fibre insolubili gli effetti della levodopa sono maggiori. In poche parole il farmaco viene assorbito meglio e più rapidamente dal nostro intestino cosicché l’effetto di costipazione correlato al farmaco è ridotto ed attenuato in parte.
Mito: Prendo l’aspirina a stomaco pieno perché così è meglio
VERO. Alcuni farmaci, fra cui l’aspirina, irritano le pareti gastriche, così come quelle dell’esofago e dell’intestino, per cui devono essere consumati durante i pasti o con altri farmaci che svolgono una funzione di protezione gastrica, per evitare delle indesiderate gastriti e delle ulcerazioni. L’aspirina è fra i farmaci più irritanti a livello gastro-intestinale per cui il suo consumo è fortemente consigliato di associarlo allo stomaco pieno; in questo modo una terapia farmacologica può essere in parte mitigata da un buon pranzo.
Mito: Bere alcolici e farmaci è sempre un pessimo abbinamento
VERO. L´accoppiata alcol-farmaci è quanto di più imprevedibile e pericolosa ci possa essere e andrebbe perciò sempre evitata. Questo consiglio si trasforma in un vero divieto soprattutto se si assumono farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale (per esempio tranquillanti, antidepressivi, antistaminici) perché l´alcol potenzia gli effetti sedativi. Talvolta bere alcolici può far comparire delle particolari reazioni come l’arrossamento del volto e del collo, vomito, mal di testa e palpitazioni che di certo non sono auspicabili.
Mito: Mangiare tanti vegetali e legumi fa bene alla salute
FALSO. In realtà sono conosciuti una serie di principi definiti come “antinutrizionali” che possono creare dei problemi specie ai pazienti in trattamento con anticoagulanti presi per via orale. Queste persone non possono introdurre troppi alimenti ricchi in vitamina K, perché contrastano gli effetti dei farmaci, riducendo la loro funzione di mantenere fluido il sangue. Fra questi alimenti rientrano a pieno titolo i vegetali a foglia verde (cavoli, spinaci, lattuga, broccoli, cavolini di Bruxelles), i ceci, ma anche il fegato di maiale e quello di manzo.
Mito: Il latte, formaggi e latticini sono una fonte di calcio importante, per cui il loro consumo è limitato solo dalle troppe calorie che introducono
FALSO. Durante l’assunzione di alcuni antibiotici (ad esempio le tetracicline), questi farmaci si possono combinare con il calcio, il magnesio, l’alluminio e il ferro per formare delle sostanze che sono poco assorbite e quindi rendono poco disponibili per chi li assume questi antibiotici. Alimenti ricchi di calcio (latte e i formaggi) e gli stessi integratori contenenti ferro possono ridurre in maniera significativa l’assorbimento delle tetracicline rendendo minore i loro effetti terapeutici.
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