Gli esami a distanza sono andati bene ma si corre il rischio ‘furbetti’

“La didattica a distanza è stata un bel segnale del Dipartimento durante un momento difficile. L’Università dopo una settimana era già in moto, la piattaforma di collegamento è andata benissimo e anche gli studenti hanno dato una risposta positiva. Alle mie lezioni, in diretta, ci sono 250 ragazzi connessi, un numero più elevato delle presenze che si registrano in aula”, afferma il prof. Salvatore Boccagna, ordinario di Diritto Processuale Civile a Giurisprudenza. Però, continua, “c’è un aspetto cruciale. Queste lezioni sono diverse, purtroppo non è la stessa cosa che stare in aula. La lezione dal vivo è più stimolante, anche se la piattaforma permette l’interazione. In assenza del contatto diretto con gli studenti, non è chiaro se le spiegazioni sono state comprese, se ci si deve fermare per una pausa. L’esperienza è positiva rapportata al momento che viviamo, preferisco, però, la tradizione”. Per il ricevimento studenti: “Abbiamo trovato un’ottima formula. Si entra nell’aula virtuale e si pongono le domande. Tutti ascoltano tutto, così magari si ripetono anche più argomenti. Se poi dovesse essere necessario un colloquio individuale, si passa allo step successivo. Gli studenti sono sempre molto seguiti. Il nostro dialogo non si è mai interrotto”.
Il prof. Boccagna è stato uno dei pionieri degli esami on-line: “Avevo una coda d’esame nella prima decade di marzo che a causa del lockdown non sono riuscito a terminare. Gli esami sono andati bene ma la verifica a distanza può risultare falsata. Lo studente può addurre problemi di connessione – professore non ho sentito bene, può ripetere? – Ecco, si corre il rischio che lo studente si possa ‘aiutare’ stando a casa. Noi docenti ci rendiamo conto se un ragazzo conosce le risposte o le legge al momento, magari dal Codice. Se lo studente ha fatto sua la materia, l’esame andrà bene e noi saremo contenti. Se ci dovesse essere qualche furbetto, si vedrà. Di sicuro sappiamo riconoscere risposte falsate e rimediate”. Il docente si augura di ritornare presto alla normalità: “Resto convinto che la didattica si fa in aula. L’esperienza transitoria emergenziale ci ha insegnato un modo diverso di raggiungere la platea studentesca. Ha arricchito la nostra professionalità. In futuro la didattica on-line potrà essere un utile strumento integrativo, mai sostitutivo”.
Susy Lubrano
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