Gli studenti: “abbiamo un’agenda fittissima”

Continua a pieno regime la didattica a distanza sulle piattaforme online dove le lezioni del secondo semestre, peraltro cominciate una settimana prima del decreto che ha ordinato la chiusura delle sedi di Ateneo, si sono trasferite a partire dalla metà di marzo. “La nostra impressione è che questa soluzione si estenderà per tutta la durata dei corsi e che non avremo modo di proseguire le lezioni in presenza”, le parole della prof.ssa Rossella Bonito Oliva. Un primo chiarimento, più volte esplicitato da tutti i docenti de L’Orientale, a ribadirsi nuovamente è l’importanza, in assenza di altre possibilità, della frequenza alla teledidattica: “non è un optional seguire il corso online, dal momento che le disposizioni di Ateneo hanno espressamente richiesto in un momento così difficile la collaborazione degli studenti alla partecipazione alle classi virtuali”. Corsi obbligatori, quindi, per tutti gli studenti a casa in attesa che tutto torni alla normalità. “Abbiamo ormai il quadro completo di tutti i corsi, poiché a partire dalla settimana del 23 marzo il Polo Didattico ha provveduto a colmare quelli che ancora mancavano in calendario. Per ogni lezione vi è una modalità diversa di fare lezione ed è complicato gestire da lontano ogni problema che di continuo si ripete. Non è purtroppo l’ideale fare una lezione di lingua nel bel mezzo di mille imprevisti possibili: la connessione altalenante, la slide che si vede poco, l’audio disturbato, errore dei codici, server inaccessibile, linee sovraccariche… tutto quello che può succedere quando un collegamento è richiesto da cento persone simultaneamente. Ciò comporta da parte nostra il doppio dell’impegno, ma teniamo a non interrompere la continuità degli studi”, è il discorso di Francesca Cimmino, studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Qual è, infatti, ai tempi del virus la giornata tipo di uno studente? “Abbiamo un’agenda fittissima. Anche se restiamo in pigiama, siamo in realtà più oberati di prima e il fatto di non poter prendere una boccata d’aria o, banalmente, fare una chiacchierata con il compagno di banco non aiuta. Sappiamo che adesso la situazione è drammatica, ma vorremmo che l’Università agisca anche in qualche modo per uniformare meglio le modalità di questo tipo di didattica di cui siamo cavie”. E “i Coordinatori all’interno del singolo Corso di Studio si rendano conto che sovraccaricarci di letture, esercizi e traduzioni non è certo un buon metodo per sostituire ciò che viene fatto in aula”, interviene Giuseppina Esposito, al secondo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. Ciononostante, “corsi come Letteratura e Storia, devo ammettere, reggono bene l’urto e non ci danno l’impressione che ‘stiamo perdendo qualcosa’, al contrario risultano penalizzati i lettorati”, prosegue Angela Buonanno. Per Lingua Russa, ad esempio, è capitato che “non appena attivate le esercitazioni di lingua”, queste ultime “siano state all’improvviso interrotte”. In un primo momento, infatti, “il progetto dei corsi telematici di lingua tenuti dai lettori non ha superato l’approvazione degli organi competenti: una questione storica dell’Ateneo dove non è mai chiaro il ruolo dei CEL o delle mansioni ufficialmente consentite dai loro contratti di lavoro”. Per fortuna, “grazie all’intervento dei docenti della cattedra che ci hanno mostrato tutto il loro appoggio e solidarietà, sono stati prontamente ripristinati. La paura, purtroppo, è che questa pausa aggravi la nostra carriera, ma il pensiero va a chi si trova in prima linea ad affrontare l’emergenza, chi è colpito dal contagio, chi ha perso qualcuno. E di fronte a tematiche ben più allarmanti allora la mancata correzione degli esercizi di russo perde valore. Ciononostante, va ribadito che il lettorato costituisce una parte fondamentale della nostra formazione, senza il quale non potremmo rinforzare le basi di grammatica né fare conversazione”, insiste Carmen Pierri, di Lingue e Culture Comparate. È stato garantito nel giro di pochi giorni, intanto, il recupero di tutti gli esami della sessione invernale, cominciati il 19 marzo e programmati fino al 1° aprile. I laureandi sono, tuttavia, i più preoccupati: “temiamo il fuoricorso, anche a causa della sospensione forzata dei tirocini”, sottolinea Francesca Lucci. Per gli stage, infatti, non è stata ancora adottata una soluzione. “Serve un provvedimento urgente, per i tirocini sia interni che esterni. Le nostre proposte sono: introdurre lo smart working per chi è stato costretto a interrompere le proprie attività prima del virus e vuole ultimare le ore di tirocinio nel caso in cui gli enti convenzionati fossero concordi con questa soluzione, oppure diminuire il numero di ore. Con gli enti chiusi e l’Università chiusa, è complicato portare a termine uno stage di 150 ore in venti giorni. Trovata una soluzione per la didattica, bisogna fare qualcosa anche per noi laureandi”, parla Mara Carotenuto.
Seminari, riaprire le iscrizioni
I primi a laurearsi con la nuova modalità saranno gli studenti che, terminati gli esami entro il 25 marzo, accederanno all’appello di laurea del 7 aprile. Chi non riesce a completare tutti gli esami di profitto residui potrà usufruire della data del 28 aprile. Anche sui seminari occorre una pronta revisione: “chiediamo ai Coordinatori dei Corsi di Studio che il numero dei seminari che prevedevano un certo numero di iscritti sia riaperto per garantire la partecipazione a più studenti, vista l’emergenza e considerato anche che adesso non sussiste più il problema di stare stretti in aula”, l’intervento di Sara Caterino, di Mediazione. Che continua: “oppure, dal momento che i seminari fanno parte del piano di studi e non sono oggetto di frequenza facoltativa, chiediamo che vengano replicati a distanza o che i docenti si attivino per crearne di nuovi. Non possiamo correre il rischio di rimanere esclusi e di non poter conseguire la laurea, dopo tanta fatica, per soli due crediti”. Dalla fi ne di aprile ai primi di maggio saranno, invece, distribuite le sedute di Laurea Magistrale che avverranno tramite la piattaforma Teams Microsoft. “Il dispiacere è tanto. Al 21 marzo, quello che doveva essere il primo giorno delle sessioni di laurea, non sapevamo ancora le nuove date delle Magistrali. Un silenzio che è durato per quattro giorni. Ora ci domandiamo soltanto: data l’eccezionalità dell’evento, potremmo almeno avere come la Triennale una cerimonia di proclamazione quando tutto sarà finito?”, riprende Mara. Accolta, intanto, la richiesta dei rappresentanti di proroga delle tasse universitarie: la scadenza della prima rata già fissata per il 31 marzo slitterà fi no al 30 aprile, laddove la terza rata è prorogata fino al 30 maggio, senza il pagamento dell’indennità di mora. “Rimandare e non annullare una tassa con una cifra assurda (per me oltre i 600 euro) in un momento in cui non abbiamo la possibilità di pagare, lasciando passare solo un mese tra le due date, non mi sembra una misura a favore di studente. Nel mio paese (Sala Consilina), si può uscire di casa solo per emergenze, e onestamente pagare la tassa dell’Università non mi sembra la prima delle preoccupazioni”, afferma Carmen Pierri. Nei pensieri di molti sono, invece, gli amici in Erasmus. Annullate, per il momento, tutte le mobilità in partenza nel semestre, mentre l’Ufficio Relazioni Internazionali e Ricerca Scientifica continuerà a supportare gli studenti all’estero via mail. “La decisione di tornare a casa è a discrezione dello studente. Tuttavia, non ci sembra una scelta né saggia né possibile, visti i prezzi esorbitanti dei voli. Ho sentito molti dei miei colleghi, la maggior parte ha scelto di rimanere dov’è: chi per paura, chi per le frontiere bloccate, chi non vuole mettere gli altri a rischio. Io sono siciliana e non esiste un volo diretto al momento che mi riporti a casa, quindi dovrei fare comunque scalo a Roma. Seguiremo come gli altri le lectures a distanza e continueremo qui la nostra quarantena”, conclude Sara, da Bristol”.
Sabrina Sabatino
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