Gli studenti: “siamo privilegiati”

“La struttura è meravigliosa. Non è da tutti studiare in una Reggia organizzata come un Campus nel bosco, dotata di segreteria, aule studio e tavolini all’aperto”, così Marco Zeno, secondo anno di Tecnologie Alimentari, racconta il suo Dipartimento. Il ragazzo segue con entusiasmo i corsi e si trattiene a studiare in sede: “perché adoro stare a contatto con la natura e noi studenti di Agraria siamo privilegiati per la possibilità di stendere un telo a terra e studiare sotto un albero”. Tra esami di base e caratterizzanti, laboratori e stage, gli studenti raccontano il loro percorso, che vede come obiettivo finale diventare bravi tecnologi. “Al primo anno si studiano materie di base, come: matematica, fisica, economia e chimica generale, andando avanti diventano sempre più specialistiche”, racconta il rappresentante degli studenti Paolo Marinari, che ha concluso la Triennale in Tecnologie Alimentari. Gli esami non pongono particolari difficoltà, anche se gli studenti muovono numerose critiche al sistema di appelli. “Personalmente credo che le lamentele dei miei colleghi siano immotivate. Abbiamo appelli al termine di ogni corso: dalle 7 alle 8 date tra gennaio, febbraio, marzo, giugno, luglio e settembre. L’unico problema riguarda i fuoricorso, che non hanno ulteriori appelli rispetto a quelli istituzionali”. Materie di sbarramento non ce ne sono, se non qualche esame soggettivamente considerato più difficile. “La preparazione di Processi mi ha dato problemi. L’ho affrontato al terzo anno. Consiste nello studio dei procedimenti di produzione industriale. Noi abbiamo seguito quelli della Coca-Cola e del salame ad esempio”. Il ragazzo, durante la stesura della tesi, ha seguito uno stage presso l’AZ surgelati di Marcianise, “per studiare prodotti da forno nel reparto ricerca e sviluppo. Non è l’unica esperienza pratica, infatti ci sono esami che prevedono laboratori, dove si lavora al microscopio, strumento principe per il tecnologo”. La figura professionale è complessa e sottovalutata per Paolo, “perché è poco conosciuta, ma completa ed aperta a mille possibilità, ad esempio può occuparsi del controllo microbiologico sugli alimenti come i NAS dei carabinieri”, conclude. Dopo la Triennale si diventa tecnologo junior, con l’iscrizione all’albo, terminata la Magistrale: senior. “La differenza tra i due è minima. Il tecnologo junior può firmare pratiche al di sotto dei 20 mila euro, il senior superiori a questa cifra e può insegnare negli istituti Tecnici. Io consiglio in ogni caso di iscriversi alla Magistrale”, fa presente Giuseppe Chiancone, neolaureato, che ricorda il suo percorso Triennale in Tecnologie Agrarie. “È molto facile uscire fuori corso. Gli esami per me più duri sono stati Entomologia al terzo anno ed Economia al primo”. Giuseppe è uno dei privilegiati che già lavorano. “Ora sono titolare di un’azienda ad indirizzo vitivinicolo. Il nostro settore incontra meno difficoltà degli altri, ma non per questo ha la strada spianata. Il dottore agronomo si occupa di produzione e qualità nelle aziende e cooperative agricole, purtroppo nel Meridione ce ne sono poche a gestione familiare, e nella nostra nazione la situazione non è tanto diversa”. Perciò bisogna scegliere il Corso di Laurea solo se si è pienamente convinti. “Questo non è un indirizzo per indecisi, la scelta dev’essere ben ponderata, va fatta dopo un accurato studio del programma”, afferma il ragazzo. 
Fisica, materia
ostica
Non convintissimo all’inizio, ma soddisfatto in seguito, Raffaele Pezone, al primo anno di Tecnologie Agrarie. “Inizialmente non ero pienamente certo della mia scelta, ma andando avanti ha iniziato a piacermi, perché ho trovato dei corsi molto coinvolgenti, come quello di Botanica con la prof.ssa Giovanna Aronne. Anche il suo esame è stato piacevole, perché se ti vede in difficoltà cerca di aiutarti, facendo molte domande pur di non bocciare”. Altra scoperta positiva per Raffaele, il Laboratorio di genetica: “durante il quale abbiamo seguito l’impollinazione di vari tipi di piante”. Non è difficile ottenere una media alta: “basta seguire tutti i corsi, che sono sei al primo anno. Fisica è la materia più difficile. Consta di una prova intercorso, dove bisogna rispondere ad almeno 60 domande su 80 ad alternativa multipla, per poter accedere alla prova orale. Scritto e orale si sostengono nello stesso giorno”. L’esame di Matematica “invece è facile, perché si arriva a stento a studiare gli integrali, quindi hai un’infarinatura di base su argomenti già trattati alle Superiori, senza andare troppo nello specifico”. In controtendenza il consiglio di Raffaele: “Invito le future matricole a puntare su ciò che garantisce un futuro, che non per forza deve piacere tanto. Il nostro Corso è uno dei migliori in Europa, anche se non se ne parla molto, e scegliendolo di sicuro si hanno più possibilità occupazionali rispetto ad altri campi”.
- Advertisement -




Articoli Correlati