Che un leone sia operato in una Facoltà di Veterinaria italiana non è cosa che capiti ogni giorno. Se poi accade a Napoli, dove gli studenti raramente vedono un ben più domestico cavallo, una mucca, una capretta, l’evento si può definire eccezionale senza tema di smentita. Si è verificato poco prima di Natale. Il piccolo paziente si chiama Leo, aveva tre mesi al momento dell’intervento, ed è nato in uno zoo della Spagna. Vive ad Aprilia, nel Lazio, all’interno nel “parco delle star” dove si addestrano gli animali che saranno poi utilizzati come “attori” per il cinema e per la tv. Nella struttura laziale lavora, in qualità di veterinario, Michele Capasso, che è anche docente a contratto nell’ateneo federiciano. E’ stata sua la scelta della Facoltà napoletana per l’intervento chirurgico sul felino. Leo è stato dunque operato da Luigi Navas, presenti Francesco Lamagna – il Presidente del Consiglio di corso di laurea –, Paolo Selleri, il presidente della Società italiana di veterinaria per gli animali esotici e Dario D’Ovidio. All’intervento hanno assistito anche gli allievi che frequentano il modulo Animali esotici e il Preside della Facoltà di Veterinaria, Luigi Zicarelli.
Al piccolo felino, Navas ha inciso il tendine flessore delle falangi delle zampe anteriori, che permette la completa estroflessione delle unghie. Operazioni praticate di routine ai leoni che vivono in cattività, sia per renderli inoffensivi in caso aggrediscano qualcuno, sia per evitare che si feriscano graffiando le mura e le sbarre delle gabbie. Interventi, peraltro, duramente contestati dalle associazioni animaliste, che ritengono immorale mutilare un leone al fine di renderlo meglio compatibile con le esigenze dell’uomo.
Pasqualino Silvestre, 24 anni, iscritto al quarto anno del Corso di laurea in Veterinaria, è uno degli studenti i quali hanno assistito all’intervento e che frequentano il modulo Animali Esotici. Per lui, una vera passione: a Frattamaggiore gestisce, insieme al prof. Capasso e allo studente di Ingegneria Gabriele Caiazza, un allevamento di serpenti. Pitoni e boa, tra gli altri. “Tutte specie delle quali la legge consente la detenzione e il commercio”, precisa.
“Proprio ieri (26 gennaio n.d.r.) siamo andati in gita al parco di Aprilia, col professore Capasso, e abbiamo potuto constatare che Leo versa in ottime condizioni di salute e si è celermente rimesso dall’intervento. Rispetto a qualche settimana fa, quando è stato sottoposto all’intervento chirurgico in Facoltà, è aumentato già di dieci chili. Ora ne pesa venticinque”.
Sono 46 gli allievi i quali hanno scelto di seguire il modulo ideato per approfondire la conoscenza degli animali esotici. Circa la metà frequenta assiduamente. “Per noi studenti”, riflette Silvestre, “è una opportunità di imparare e fare pratica in un settore relativamente nuovo. Come dice spesso il Preside Zicarelli, se tutti i laureati della facoltà pretendono di misurare la temperatura rettale ai gatti ed ai cani, sarà difficile trovare lavoro. I veterinari tradizionali, quelli che curano cani e gatti, sono tantissimi. E’ saturo anche il settore del pubblico e dei grandi animali da allevamento. Opportunità interessanti potrebbero invece aprirsi nell’attività privata al servizio degli zoo, dei bioparchi e delle altre strutture che ospitano animali esotici. In Italia ed all’estero sono moltissime”. Proprio a Napoli, del resto, c’è un illustre precedente, che testimonia quanto possa essere utile esplorare nuovi campi della specializzazione. Antonio Di Somma, veterinario partenopeo, dirige il «Dubai Falcon Hospital », il più importante ospedale per falchi del Medioriente. Il secondo del mondo, dopo quello del Minnesota.
Ad ottobre, gli studenti ed i docenti del modulo hanno promosso un convegno dedicato, appunto, allo studio ed alla conoscenza della fauna selvatica. Il primo giorno sono stati protagonisti i cetacei: morfologia, etologia e patologie di questi splendidi mammiferi acquatici. La seconda giornata del convegno è stata invece dedicata ai rettili.
Fabrizio Geremicca
Al piccolo felino, Navas ha inciso il tendine flessore delle falangi delle zampe anteriori, che permette la completa estroflessione delle unghie. Operazioni praticate di routine ai leoni che vivono in cattività, sia per renderli inoffensivi in caso aggrediscano qualcuno, sia per evitare che si feriscano graffiando le mura e le sbarre delle gabbie. Interventi, peraltro, duramente contestati dalle associazioni animaliste, che ritengono immorale mutilare un leone al fine di renderlo meglio compatibile con le esigenze dell’uomo.
Pasqualino Silvestre, 24 anni, iscritto al quarto anno del Corso di laurea in Veterinaria, è uno degli studenti i quali hanno assistito all’intervento e che frequentano il modulo Animali Esotici. Per lui, una vera passione: a Frattamaggiore gestisce, insieme al prof. Capasso e allo studente di Ingegneria Gabriele Caiazza, un allevamento di serpenti. Pitoni e boa, tra gli altri. “Tutte specie delle quali la legge consente la detenzione e il commercio”, precisa.
“Proprio ieri (26 gennaio n.d.r.) siamo andati in gita al parco di Aprilia, col professore Capasso, e abbiamo potuto constatare che Leo versa in ottime condizioni di salute e si è celermente rimesso dall’intervento. Rispetto a qualche settimana fa, quando è stato sottoposto all’intervento chirurgico in Facoltà, è aumentato già di dieci chili. Ora ne pesa venticinque”.
Sono 46 gli allievi i quali hanno scelto di seguire il modulo ideato per approfondire la conoscenza degli animali esotici. Circa la metà frequenta assiduamente. “Per noi studenti”, riflette Silvestre, “è una opportunità di imparare e fare pratica in un settore relativamente nuovo. Come dice spesso il Preside Zicarelli, se tutti i laureati della facoltà pretendono di misurare la temperatura rettale ai gatti ed ai cani, sarà difficile trovare lavoro. I veterinari tradizionali, quelli che curano cani e gatti, sono tantissimi. E’ saturo anche il settore del pubblico e dei grandi animali da allevamento. Opportunità interessanti potrebbero invece aprirsi nell’attività privata al servizio degli zoo, dei bioparchi e delle altre strutture che ospitano animali esotici. In Italia ed all’estero sono moltissime”. Proprio a Napoli, del resto, c’è un illustre precedente, che testimonia quanto possa essere utile esplorare nuovi campi della specializzazione. Antonio Di Somma, veterinario partenopeo, dirige il «Dubai Falcon Hospital », il più importante ospedale per falchi del Medioriente. Il secondo del mondo, dopo quello del Minnesota.
Ad ottobre, gli studenti ed i docenti del modulo hanno promosso un convegno dedicato, appunto, allo studio ed alla conoscenza della fauna selvatica. Il primo giorno sono stati protagonisti i cetacei: morfologia, etologia e patologie di questi splendidi mammiferi acquatici. La seconda giornata del convegno è stata invece dedicata ai rettili.
Fabrizio Geremicca