Gli studenti: c’è concorrenza con brevettati e fisioterapisti

Poco tutelati dopo la laurea ed in concorrenza con brevettati e fisioterapisti, gli iscritti a Scienze Motorie lamentano il mancato riconoscimento giuridico della loro professione. Anche la scarsa pratica è motivo di proteste degli studenti, che rivendicano qualifiche più precise: “pratichiamo sport al CUS – calcio, basket, pallavolo, nuoto – per due ore la settimana il primo semestre, il secondo una sola”, spiega Laura De Lucia, al secondo anno. Non c’è obbligatorietà di pratica: “acquisiamo competenze generiche in tutte le discipline, ma non abbiamo una conoscenza approfondita per insegnare effettivamente uno degli sport. Ad esempio, per le arti marziali è necessario essere cintura nera, ed avere dei gradi successivi che permettono di diventare un maestro”. Quasi tutti gli studenti lavorano parallelamente ai corsi, spesso per pagarsi gli studi: “io, ad esempio, ho assistito un’istruttrice di ginnastica, perché possibilità di stage offerti dall’Ateneo ci sono solo al terzo anno, in palestre convenzionate”. Gli esami del primo anno riguardano le più svariate materie: “biologia, biochimica, economia aziendale, didattica e pedagogia generale dello sport e sono quasi tutti scritti ed orali”. Il test d’ingresso è su argomenti già studiati al liceo: “chi viene dal Tecnico è avvantaggiato sulle materie economiche, mentre noi dello Scientifico sulla biochimica e la biologia”. Anche Luigi Prosperi, al primo anno di Magistrale in Scienze e Tecniche dello sport, lavora nel pomeriggio: “faccio prevenzione dell’osteoporosi e istruttore di sala in una palestra, grazie a competenze acquisite all’Università, ma anche attraverso corsi extracurriculari per laureati in Scienze Motorie”. Il Corso di Laurea è unico in Campania, ma secondo Luigi: “non è organizzato bene, perché fornisce una preparazione soltanto educativa, ovvero sul gesto atletico. Non preparano su possibili infortuni e traumi dell’atleta e questo è sbagliato, perché nelle palestre arrivano persone di tutte le età ed è importante aiutare innanzitutto a rafforzare le articolazioni, il fattore estetico è secondario”. La competizione con i brevettati è molto sentita: “si può ottenere un brevetto anche in un week-end e ovviamente chi lo prende non ha la nostra stessa formazione. È rischioso farsi seguire da un brevettato perché non ha l’occhio clinico. Io prima di compilare una scheda fitness osservo innanzitutto la postura, individuando possibili paramorfismi”. Anche i fisioterapisti fanno concorrenza ai laureati: “si dovrebbero occupare solo del periodo postoperatorio di riabilitazione attraverso manipolazioni passive, non hanno le giuste conoscenze per il riadattamento motorio e la riatletizzazione, cose di nostra competenza che s’improvvisano a fare, seguendo protocolli standard che applicano a tutti senza differenziare i casi”. D’accordo con il collega Cristina Inverso: “fisioterapisti e brevettati ti costringono ad abbassare il prezzo delle tue prestazioni notevolmente, perché spesso nelle palestre si preferisce la quantità degli istruttori alla qualità”. La ragazza evidenzia la scarsa possibilità d’impiego: “non c’è una specifica richiesta di laureati in Scienze Motorie, se non hanno un patentino di una specifica federazione di competenza. Per chi vuole scegliere il ramo manageriale, come me, la strada deve iniziare da una richiesta di tirocinio o stage. Per il ramo dell’insegnamento, o termini la Magistrale e tenti il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) o lavori come libero professionista nelle palestre”.
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