Gli studenti di Lettere stanno con Erri De Luca

Il rapporto di una figlia con la madre. L’amore misto all’odio per un’isola che a volte sembra proprio non esserci anche quando tutte le cartine dicono il contrario. Passione per il cinema. Fede in Dio. Storia di uno scienziato e di una umanista che hanno fatto della loro condizione di pendolari un’occasione di scambio culturale, dimostrando che a volte anche i binari che sembrano paralleli, se vogliono, riescono a toccarsi. Vite di studenti. Al centro, come unico fil rouge, le parole dello scrittore Erri De Luca, le cui opere sono state protagoniste della lettura collettiva che si è tenuta il 15 maggio nell’aula DSU3 di Porta di Massa, in occasione di un nuovo incontro del seminario “Scritture in transito tra letteratura e cinema”, tenuto dalla professoressa di Letteratura italiana contemporanea Silvia Acocella. Felpa grigia, capelli raccolti e sorriso che denunciava imbarazzo e commozione per Assia Iorio, ultimo anno di Filologia moderna, che, davanti alla scrivania che riportava l’Hashtag #iostoconerri, con visibile trasporto ha letto un passo tratto da ‘Il contrario di Uno’: “ho letto la dedica che Erri De Luca fa a mamma Emilia. A volte non riusciamo ad esprimere questo sentimento così forte e importante che abbiamo verso un genitore. In quelle parole ritrovo spesso quello che avrei voluto dire a mia madre”. Una figura, quella materna, che ritorna anche quando parla delle sue aspirazioni future: “mi piacerebbe trasmettere la mia sensibilità attraverso l’insegnamento, anche se i tempi sono duri. È la mia mamma che mi ha trasmesso questa passione, perché lei insegna”. Ha letto anche Flavia Salerni. Per lei, però, è stata una sorpresa: “la professoressa si è avvicinata dicendomi di aver scelto il passo per me. Non so nemmeno da dove sia stato tratto, perché non ha voluto dirmelo. So solo che la professoressa è capace di scegliere le pagine giuste per la vita con la quale si relaziona”. Le pagine della giovane studentessa parlano di due amori, cinema e letteratura: “la docente ha fatto questa scelta partendo da una foto che ritraeva dei gitani e che proiettai tempo fa durante un mio intervento sul cinema. Credo che il merito di Erri De Luca sia la capacità di mettere per iscritto i sentimenti di tutti”. Sentimenti, i suoi, che stanno prendendo una forma nuova: “il mio rapporto con il cinema è cambiato. L’ho vissuto prima da innamorato folle, adesso come ottimo compagno di vita. L’obiettivo è di farlo diventare mio marito, a patto che riesca ad accettare tutti i miei amanti letterari”. L’amore viaggia di pari passo con l’odio nelle parole di Gabriella Diozzi, al secondo anno di Lettere Moderne, che ha letto un estratto di “Tu, mio”, accompagnata dalle note suonate da una sua collega chitarrista: “l’ho scelto perché, come Erri ha avuto nel suo periodo adolescenziale un rapporto importante con l’isola di Ischia, così io l’ho avuto con Procida. Vado lì dall’infanzia. La vivo con odio e amore. Odio perché è sempre stata un’isola chiusa e dove sono stata trattata male. Amore perché rappresenta una parte di me che non si può cancellare”. Fede religiosa e cronaca nera gli elementi alla base della preferenza espressa dalla laureanda in Lettere Moderne Valentina Mazzella: “ho letto il passo di ‘E disse’ dove l’autore parla dell’ottavo comandamento. L’ho scelto spinta da un fatto di cronaca avvenuto a Pomigliano d’Arco, dove un ragazzo si è suicidato – perché senza lavoro – Era un mio amico da nove anni. Prima di quel gesto, ha lasciato un biglietto alla mamma. Ho ricollegato questo passo alla cura per l’altro e alla necessità di sincerità nei rapporti umani”. Rapporti umani che hanno spinto uno studente di Geologia, Alessio Casertano, a frequentare le aule di Lettere per una volta a settimana, come sottolinea anche la prof.ssa Acocella: “ha chiesto il permesso di partecipare al seminario. È diventato una presenza costante”. La sua è una storia di viaggi quotidiani e di amicizia con una letterata: “tutto è partito dal racconto di un’amica che aveva iniziato ad assistere a questa serie di incontri. Nei nostri viaggi di ritorno da Napoli verso Venafro, mi diceva spesso di questo seminario e delle tante cose interessanti alle quali partecipava, facendo progressivamente appassionare anche me”. Ottimo il primo impatto: “nonostante io sia un aspirante geologo, ho un grande interesse per la letteratura e per la musica, di cui si parla spesso qui. È stato un amore a prima vista. Mi ha preso al volo il modo di trattare certi temi e la capacità di creare connessioni tra discipline diverse. Sono diventato un irriducibile”. La sua lettura ha interpretato le parole del libro ‘La musica provata’, regalo della sua amica di treno: “la mia è stata una scelta un po’ autoreferenziale, perché in quel passo c’era tanto sia di geologia che di musica. Partendo da questi due punti di vista, Erri analizza Napoli. C’è una parte in cui la città è paragonata a un tarallo e l’autore dice che il turista si sente come il pepe. Mi sono sentito anche io parte integrante di quel tarallo”. Il riferimento è non solo alla città, ma anche alle aule che frequenta da mesi: “per me Lettere è diventata quasi una forma di esilio perché se vado a Geologia rischio di incontrare troppe persone e di non fare niente”. Non esita quindi a parlare di “un appuntamento fondamentale che, ogni settimana, entra di diritto tra i miei impegni”. Un appuntamento che potrebbe andare anche oltre i tempi previsti, come afferma la prof.ssa Acocella: “molti sono angosciati per la fine del seminario. State tranquilli, se voi non volete, non sarò di certo io a smettere”. Se gli studenti vorranno, ci sarà ancora tanto da dire sul treno per Venafro.
Ciro Baldini
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