Ha già alzato bandiera bianca la nuova aula studio

Le novità a Medicina, almeno a sentirne i frequentanti, vengono dal secondo piano dell’edificio 20 del Policlinico, dove un’aula studio è finita in stand by dopo poche settimane di vita, e dalla bacheca del piano terra, che espone il seguente annuncio: “a partire dalla sessione estiva 2015 gli studenti ammessi a sostenere la prova orale di Anatomia II verranno invitati a firmare il verbale prima e indipendentemente dalla conclusione dell’esame, come di legge”. Dal testo in questione, inoltre, si comprende anche che una eventuale verbalizzazione negativa: “non ha nessun effetto sulla carriera dello studente”, ma è finalizzata esclusivamente a “una più realistica valutazione dell’attività didattica”. Niente da temere, quindi. Questo almeno secondo Antonio, iscritto al secondo anno: “da quello che mi hanno riferito, le cose dovrebbero cambiare solo formalmente, ma nella sostanza resta tutto invariato. Pare sia solo una questione burocratica. C’è chi è spaventato, ma non capisco il perché”. Condivide il suo pensiero il collega Gian Maria De Martino: “non dovrebbero esserci ripercussioni particolari dato che serve solo per controllare la liceità delle prenotazioni. Se è il vero motivo, allora mi sembra una cosa giusta”. Su questo punto si sofferma anche Andrea: “avrei preferito non ci fosse questa nuova regola, però credo che sia stato deciso così per evitare che gli studenti provino a caso l’esame. Dovendo firmare la camicia, ci pensi due volte prima di presentarti all’appello”. Più diffidente, Luca, del terzo anno: “l’ennesimo problema. Non è una cosa positiva perché aggiunge ansia gratuita allo studente che si presenta all’appello di un esame così complesso. Poi bisogna verificare le reali conseguenze di questa firma, perché a me sono state date varie versioni che si contraddicono. Non si capisce se pesa come bocciatura o se si tratta solo di una questione burocratica. È una decisione che non bada al bene di noi studenti”. Queste le posizioni. Come sempre, l’importante e studiare. Ma dove? Molti scelgono ancora i famosi corridoi abitati da tavolini portati da casa. Come anticipato, una nuova aula studio, inaugurata da poco, c’è, ma ha già alzato bandiera bianca. A spiegarne il motivo è stata Laura Montella, al quinto anno: “è stato un contentino per placare gli studenti con uno spazio in più. I temporali della settimana scorsa, però, hanno evidenziato tutti i rattoppi fatti per aprirla in fretta. Pioveva dentro, quindi sono stati usati dei secchi per raccogliere l’acqua. Ci sono ancora dei buchi al soffitto. Chiaramente è stata data nuovamente l’inagibilità e la riapertura è a data da destinarsi. Questo edificio è l’esempio dello spreco”. Parla di scarsa funzionalità, invece, la matricola Federica Ambrosino: “l’aula è la prova di quello che si fa alla Federico II. È stata aperta dopo secoli. L’hanno fatta, ma è un buco e noi siamo in mille. Non si può studiare lì, perché se devi ripetere dai fastidio”. Prosegue Valentino: “è una stanzetta piccola e dentro ci sono quaranta gradi”. Hanno frequentato il nuovo ambiente anche le matricole Dario: “ci sono stato un solo giorno, non era male, anche se piccola. Purtroppo cadeva l’acqua quando pioveva”, ed Enza: “apriva alle 9 e c’era la fila per entrare perché non c’erano posti”. Ripartire da chi vive quegli spazi. È questa la strada tracciata da un’altra matricola, Andrea: “questo edificio sta sempre aperto, però non lo puliscono mai. Forse potremmo farlo noi studenti, visto che siamo noi a sporcarlo. Purtroppo c’è anche chi fuma, nonostante i cartelli di divieto e qualche diverbio. Il cambiamento deve partire soprattutto da noi. Se non assumiamo un po’ di coscienza non andremo da nessuna parte”. 
Ciro Baldini
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