5 giugno 1224. Quel giorno lo “stupor mundi” Federico II inviava da Siracusa la generalis lictera che segnava il battesimo dell’Ateneo che da lui prese il nome. Un nuovo anniversario è alle porte e ricordare lo Stupor con altro stupor è l’intenzione del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche che, per l’occasione, ha organizzato l’evento “Stupor Scientiae, le Meraviglie della Conoscenza Scientifica”. “L’obiettivo è far provare alle persone, messe di fronte ad un’esperienza scientifica, quello stupore che noi proviamo sempre”. Parola di uno degli organizzatori, il professore di Biologia applicata Lucio Nitsch, che, in merito a questa mattinata dedicata agli studenti e ai curiosi delle Scienze Biomediche, ha proseguito: “è una sfida con noi stessi. Vogliamo verificare la nostra capacità di comunicare la meraviglia attraverso il confronto con la realtà scientifica”. Porte dei laboratori di ricerca biomedica aperte per parlare di cromosomi, geni, DNA, proteine, batteri e tanto altro. Il programma prevede “tre tipi di attività, tutte svolte da dottorandi, studenti delle scuole di specializzazione o giovani ricercatori. Una prima, di carattere generale, sarà rivolta a un pubblico più numeroso”. A quest’ultimo verrà proposta “una presentazione attiva di chi siamo come comunità scientifica, di cosa facciamo e di dove vorremmo arrivare”. Più specifica, invece, la seconda attività, “destinata a un numero limitato – circa 250 – di studenti degli ultimi due anni delle superiori e del primo anno dei Corsi di Laurea in Medicina e Biotecnologie”. A loro verranno mostrate specifiche attività di laboratorio: “i nostri studenti stanno predisponendo degli esperimenti esemplari che faranno vedere quello che facciamo e qual è il nostro modo di pensare. Da parte dei visitatori non ci potrà essere una partecipazione manuale diretta – per motivi di sicurezza – ma sicuramente saranno coinvolti nel ragionamento scientifico e nella predizione del risultato”. Con il terzo momento della giornata, poi, saliranno in cattedra gli studenti, protagonisti di ‘Stupor discendi’: “è pensato come un momento di orientamento rivolto agli alunni delle scuole. Loro colleghi più grandi daranno informazioni di natura tecnica e anche metodologica relative all’apprendimento in cui si sono trovati coinvolti. L’idea che vorremmo far passare è che insegnare e apprendere sono due facce della stessa medaglia. C’è un continuum che porta gli studenti a essere figure in grado di guardare all’insegnamento e di spiegarlo”. Studenti che si sono rimboccati le maniche per l’organizzazione dell’intera giornata: “abbiamo formato un comitato paritetico composto per metà da docenti e per l’altra metà da ragazzi. Ci stiamo incontrando periodicamente per mettere insieme le idee. Ho puntato molto sui giovani, che sono il futuro, e loro si sono dimostrati subito molto collaborativi”. Ancora qualche settimana e si potranno raccogliere i frutti di quanto svolto. Due le aspettative. Da un lato “mi auguro che attraverso la costruzione dell’evento si possa fare una riflessione su noi stessi, per capire cosa abbiamo fatto e cosa possiamo fare. Questo individualmente già viene fatto, ma come comunità scientifica un po’ di meno”. Dall’altro, ci si augura un riscontro positivo da parte del giovane pubblico: “sono convinto che gli studenti universitari non esiteranno a venire. Il fascino della scoperta scientifica e degli esperimenti è quello che cerchiamo di comunicare fin dalla prima lezione. Spero che anche quelli delle superiori restino attratti dallo stupor”.