Laurea in Economia Aziendale a Napoli, periodo di studi in Norvegia e Master in Marketing e Comunicazione Pubblicitaria a Roma, dopo aver lavorato in una multinazionale americana leader nel settore pubblicitario e in una multinazionale all’avanguardia nelle strategie digitali, torna nella sua Napoli come Digital Marketing Manager dell’Aeroporto di Napoli. Ama la musica, la compone e la suona rigorosamente in analogico. Crede che tutti abbiano qualche idea brillante che aspetta lo stimolo giusto per venir fuori. Si descrive in questi termini, nelle note del curriculum, Claudio Del Vita, uno dei due giovani laureati in Economia i quali, l’otto febbraio, hanno raccontato la propria esperienza agli studenti nell’ambito dell’Open Day. “Mi sono immatricolato ad Economia – ha detto – nel 2001 e lo devo alla tv. Facevo colazione da mamma e guardavo una trasmissione nella quale si parlava di economia e finanza. Mi incuriosii, pensai che mi sarebbe piaciuto approfondire quei temi, studiare questioni concrete che hanno applicazioni nella realtà”.
L’inglese va
padroneggiato
padroneggiato
L’esperienza Erasmus – “la feci a 21 anni e fu bellissima, mi divertii moltissimo e capii come si vive e si studia in un altro paese” – è un passaggio importante, secondo Del Vita, per uno studente di Economia. “L’inglese poi – ha sottolineato – trovate il modo di impararlo. Non di masticarlo ma di padroneggiarlo. Io lavoro in un’azienda dove è veramente indispensabile e saranno sempre di più le realtà come questa, per voi che uscirete dall’Università tra qualche anno. Noi di Gesac facciamo call conference con referenti da tutto il mondo, per i miei colleghi che non capiscono e parlano bene l’inglese è davvero dura. Fanno da spettatori”. Ha concluso: “A voi che state per scegliere l’Università suggerisco di trovare il giusto compromesso tra quello che sognate di fare dopo la laurea e quello che vi piace studiare ora. Serve un punto di equilibrio. Immatricolarsi ad un Corso di Laurea che non vi affascina è un errore gravissimo, perché si corre il rischio di non arrivare in fondo, fino alla laurea, o, se ci si arriva, di impiegare troppo tempo. Si vivono male e si sprecano gli anni universitari. D’altronde, quando deciderete, non trascurate quali sono gli sbocchi che potrebbe aprirvi il Corso di Laurea, quale futuro immaginate o potete attendervi dopo il percorso universitario”.
Claudia Guerriero, giovane ricercatrice, nel corso del suo primo anno di studentessa ha un po’ trascurato i libri, a favore della sua grande passione, il calcio femminile. “Ero in una bella squadra – ha raccontato – e giocavo in porta. Ci si divertiva moltissimo. Allenamenti, partite, la sera in pizzeria. Mi ero immatricolata senza che ci fosse grande entusiasmo per la mia scelta da parte dei miei genitori – uno laureato in Chimica, l’altro in Fisica – ed i risultati dei primi esami davano loro ragione. Vivacchiavo con la media del 24. Mamma era avvilita. Finirai a lavorare in un call center, mi diceva”.
Claudia Guerriero, giovane ricercatrice, nel corso del suo primo anno di studentessa ha un po’ trascurato i libri, a favore della sua grande passione, il calcio femminile. “Ero in una bella squadra – ha raccontato – e giocavo in porta. Ci si divertiva moltissimo. Allenamenti, partite, la sera in pizzeria. Mi ero immatricolata senza che ci fosse grande entusiasmo per la mia scelta da parte dei miei genitori – uno laureato in Chimica, l’altro in Fisica – ed i risultati dei primi esami davano loro ragione. Vivacchiavo con la media del 24. Mamma era avvilita. Finirai a lavorare in un call center, mi diceva”.
Calcio e
microeconomia,
le passioni
microeconomia,
le passioni
La svolta, la circostanza che ha fatto scoprire a Guerriero la sua passione ed ha impresso un’accelerazione alla sua esperienza universitaria è stato un corso di Microeconomia. “Lo teneva – ha ricordato – il professore Martina. Dissi: molto interessante. Iniziò la mia risalita. Prendevo solo 30 e 30 e lode. Avevo trovato qualcosa che mi piaceva almeno quanto il calcio”. La laurea arrivò in due anni ed una sessione con 110 e lode. Sul post lauream ebbe una decisiva influenza un articolo del Corriere della Sera. “Parlava – ha proseguito Guerriero – di quello che stava accadendo in Botswana, uno Stato africano fino ad allora con il prodotto interno lordo nettamente superiore al resto del continente e con buoni livelli di scolarità. L’articolo riferiva che, in concomitanza con una epidemia di Aids, si era verificato un crollo del reddito pro capite. Mi incuriosì. Iniziai ad interessarmi al nesso tra economia e salute ed a 21 anni partii per l’Inghilterra, dove ho frequentato il Master in Economia Sanitaria più importante che ci sia, alla London School of Economics. Ho incontrato lì colleghi provenienti da tutto il mondo che si erano indebitati per frequentare le costosissime Università dove avevano studiato e capii quanto sia bello poter frequentare un Ateneo prestigioso e pubblico come la Federico II, dove tutti possono frequentare le lezioni senza indebitarsi anche se non appartengono a famiglie ricche”. Guerriero è ritornata in Italia e non è l’unica, oggi ad Economia, che abbia vissuto e studiato all’estero ed abbia poi scelto di rientrare per svolgere didattica e ricerca alla Federico II. “Siamo – ha sottolineato – un Dipartimento ad alta vocazione internazionale”. Ha concluso con un invito rivolto ai suoi ascoltatori: “Care ragazze, cari ragazzi, scegliete senza paura. Sbaglierete se vi farete condizionare dai timori per il futuro. La paura non aiuta a compiere le scelte giuste. Se abbiamo paura non riusciamo a capire quello che ci fa stare bene”.