Lavora mediamente 9-10 ore al giorno (più extra a casa), il suo ufficio è al secondo piano di via Beneduce n. 10 a Caserta. È sempre piena di impegni ed appuntamenti, ha tanto entusiasmo e non abbandona mai il suo sorriso. Annamaria Gravina, Direttore Generale della Seconda Università, ad un anno dall’insediamento, prima vicario e poi con nomina ufficiale a ottobre 2012, traccia con Ateneapoli un primo bilancio della sua attività.
Con orgoglio si sente parte della Seconda Università, anche perché ci lavora sin dalla fondazione, il 1° novembre del 1992, quando l’Ateneo contava 19.000 iscritti, quasi tutti di Medicina e vedeva nascere le altre 7 Facoltà (poi diventate 10) nella provincia di Caserta. Era funzionaria alla Federico II e collega dell’attuale Direttore federiciano, Maria Luigia Liguori, entrambe premiate da Ateneapoli con la dott.ssa Livia Mauro (Parthenope) all’edizione 2012 del Premio Università “Paolo Iannotti”.
Direttore, com’è stato l’approccio al vertice della Direzione Generale della SUN, un Ateneo che conta 30.000 iscritti?
“Sono entrata in Direzione mentre erano in corso cambiamenti epocali, ricordo tanta preoccupazione e sentivo la tensione di tutta la comunità universitaria. C’erano non pochi problemi da risolvere ma la collaborazione di tutti i Dirigenti è stata di aiuto fondamentale, poi la fiducia del Rettore e la grande stima degli Organi Accademici mi hanno permesso di lavorare con serenità e con la consapevolezza di poter fare bene”.
Qual’è il suo rapporto con l’Ateneo?
“Ho sempre lavorato con motivazione al fianco di colleghi e docenti, ho vissuto profondamente tutte le tematiche dall’inizio e credo di aver dato il mio contributo alla crescita dell’Ateneo. Lo scorso anno, con il nuovo incarico, si è concretizzato qualcosa che avevo pensato e sperato. So di essere protagonista ed ho voglia di fare, di dare un valore aggiunto alla mia Università, in cui credo molto”.
Com’è stata gestita la scomparsa delle Facoltà e la nascita dei nuovi Dipartimenti?
“L’Ateneo aveva già iniziato il processo di riorganizzazione e accorpamento dei Dipartimenti che da 32 sono diventati 19, strutture che a differenza del passato ora hanno compiti di ricerca, didattica ed amministrativi. Per quanto riguarda la migrazione delle ex Facoltà, in alcuni casi si è trattato di un naturale passaggio ai Dipartimenti, in altri c’è stato bisogno di un attento e partecipato lavoro da parte di tutti. Per Medicina ed Ingegneria si è pensato di attivare anche 2 Scuole per meglio coordinare l’attività dei diversi Dipartimenti”.
Come sono strutturati i nuovi Dipartimenti?
“Per la parte amministrativa si è scelto di procedere con una organizzazione in team. All’interno di ogni Dipartimento sono previste 2 Aree: una gestionale amministrativa ed una didattica, in più c'è un responsabile amministrativo del Dipartimento che in qualche modo, in questa fase di passaggio, rappresenta la vecchia figura del Segretario di Dipartimento.
Abbiamo superato mesi di intenso lavoro per facilitare un cambiamento complesso che ha tenuto conto delle professionalità del personale, con l’obiettivo di non penalizzare nessuno”.
Tutto ciò che è nuovo porta sicuramente alla nascita di problemi, ad esempio l’accavallamento delle competenze. Come vi siete organizzati?
“In questi giorni stiamo lavorando sulle linee guida per gli aspetti legati alle specifiche competenze delle Aree per le attività amministrative. Sarà uno strumento utilissimo per rendere chiare ed inequivocabili le singole competenze, soprattutto per evitare accavallamenti ed ottimizzare le risorse. L’attuale organizzazione prevede diversi adempimenti ‘spalmati’ in più uffici, questo è dispersivo ed in qualche caso si può perdere di vista il fine. Con i dirigenti stiamo lavorando ad una riorganizzazione tenendo conto delle nuove esigenze e necessità dei Dipartimenti guardando anche alla ricerca dei finanziamenti, alla rendicontazione ed a nuovi servizi più competitivi. L’amministrazione centrale non deve più essere considerata come una struttura a sé, oggi è indispensabile una maggiore collaborazione ed integrazione. Bisogna uscire dagli schemi, dare maggiore motivazione a tutta la macchina amministrativa”.
Completata la riorganizzazione dell’Ateneo, quali sono i prossimi obiettivi?
“La riorganizzazione è completata ma va seguita, riempita di contenuti ed ottimizzata. Altra cosa a cui tengo molto è il rapporto con il personale.Credo molto nel rapporto umano, ascoltare ‘la base’ è fondamentale. D’altra parte, dando maggiori motivazioni alle persone, i risultati saranno sicuramente migliori”.
La SUN è presente in tutta la provincia di Caserta ed in questi ultimi anni, con il rettorato “Rossi”, sono stati inaugurati aulari, sedi e nuovi spazi per gli studenti. Qual è lo stato del bilancio e quali sono i prossimi progetti?
“Il bilancio della Seconda Università di Napoli è solido, pur con le difficoltà delle continue riduzioni dell’FFO imposte dal Ministero. Siamo purtroppo penalizzati dalle caratteristiche del territorio, dove non esistono importanti realtà aziendali interessate ad investire nell’Università e dalla persistente crisi del mercato che colpisce tutti. Tra le novità: al Policlinico di Caserta i lavori sono in corso e la grande sfida è quella di ultimare i lavori entro dicembre 2015; invece su viale Ellittico, dove abbiamo bisogno di altri spazi, presto partiranno i lavori per un aulario da 1.100 posti”.
Dal 1° gennaio 2014 un nuovo importante cambiamento: gli Atenei dovranno adottare la contabilità economico-patrimoniale ed analitica ed il bilancio unico con importanti modifiche nell’assetto organizzativo e in quello contabile. Cambiano le regole sull’autonomia gestionale e amministrativa e si programma l’attività in un’ottica pluriennale anche per valutarla meglio. Cosa ne pensa?
“Si tratta di una nuova sfida, anche su questo siamo molto concentrati. Non sono del tutto favorevole ad un drastico taglio dell’autonomia finanziaria. La nostra idea è quella di creare un regolamento di contabilità per assegnare comunque ai Dipartimenti un budget più la premialità. Dobbiamo trovare delle soluzioni per conservare un’autonomia che permetta una certa libertà d’azione e in qualche modo non appesantisca le strutture centrali. C’è tanto da fare, ma io sono dell’idea che i cambiamenti sono positivi perché sono una occasione importante di crescita”.
Gennaro Varriale
Con orgoglio si sente parte della Seconda Università, anche perché ci lavora sin dalla fondazione, il 1° novembre del 1992, quando l’Ateneo contava 19.000 iscritti, quasi tutti di Medicina e vedeva nascere le altre 7 Facoltà (poi diventate 10) nella provincia di Caserta. Era funzionaria alla Federico II e collega dell’attuale Direttore federiciano, Maria Luigia Liguori, entrambe premiate da Ateneapoli con la dott.ssa Livia Mauro (Parthenope) all’edizione 2012 del Premio Università “Paolo Iannotti”.
Direttore, com’è stato l’approccio al vertice della Direzione Generale della SUN, un Ateneo che conta 30.000 iscritti?
“Sono entrata in Direzione mentre erano in corso cambiamenti epocali, ricordo tanta preoccupazione e sentivo la tensione di tutta la comunità universitaria. C’erano non pochi problemi da risolvere ma la collaborazione di tutti i Dirigenti è stata di aiuto fondamentale, poi la fiducia del Rettore e la grande stima degli Organi Accademici mi hanno permesso di lavorare con serenità e con la consapevolezza di poter fare bene”.
Qual’è il suo rapporto con l’Ateneo?
“Ho sempre lavorato con motivazione al fianco di colleghi e docenti, ho vissuto profondamente tutte le tematiche dall’inizio e credo di aver dato il mio contributo alla crescita dell’Ateneo. Lo scorso anno, con il nuovo incarico, si è concretizzato qualcosa che avevo pensato e sperato. So di essere protagonista ed ho voglia di fare, di dare un valore aggiunto alla mia Università, in cui credo molto”.
Com’è stata gestita la scomparsa delle Facoltà e la nascita dei nuovi Dipartimenti?
“L’Ateneo aveva già iniziato il processo di riorganizzazione e accorpamento dei Dipartimenti che da 32 sono diventati 19, strutture che a differenza del passato ora hanno compiti di ricerca, didattica ed amministrativi. Per quanto riguarda la migrazione delle ex Facoltà, in alcuni casi si è trattato di un naturale passaggio ai Dipartimenti, in altri c’è stato bisogno di un attento e partecipato lavoro da parte di tutti. Per Medicina ed Ingegneria si è pensato di attivare anche 2 Scuole per meglio coordinare l’attività dei diversi Dipartimenti”.
Come sono strutturati i nuovi Dipartimenti?
“Per la parte amministrativa si è scelto di procedere con una organizzazione in team. All’interno di ogni Dipartimento sono previste 2 Aree: una gestionale amministrativa ed una didattica, in più c'è un responsabile amministrativo del Dipartimento che in qualche modo, in questa fase di passaggio, rappresenta la vecchia figura del Segretario di Dipartimento.
Abbiamo superato mesi di intenso lavoro per facilitare un cambiamento complesso che ha tenuto conto delle professionalità del personale, con l’obiettivo di non penalizzare nessuno”.
Tutto ciò che è nuovo porta sicuramente alla nascita di problemi, ad esempio l’accavallamento delle competenze. Come vi siete organizzati?
“In questi giorni stiamo lavorando sulle linee guida per gli aspetti legati alle specifiche competenze delle Aree per le attività amministrative. Sarà uno strumento utilissimo per rendere chiare ed inequivocabili le singole competenze, soprattutto per evitare accavallamenti ed ottimizzare le risorse. L’attuale organizzazione prevede diversi adempimenti ‘spalmati’ in più uffici, questo è dispersivo ed in qualche caso si può perdere di vista il fine. Con i dirigenti stiamo lavorando ad una riorganizzazione tenendo conto delle nuove esigenze e necessità dei Dipartimenti guardando anche alla ricerca dei finanziamenti, alla rendicontazione ed a nuovi servizi più competitivi. L’amministrazione centrale non deve più essere considerata come una struttura a sé, oggi è indispensabile una maggiore collaborazione ed integrazione. Bisogna uscire dagli schemi, dare maggiore motivazione a tutta la macchina amministrativa”.
Completata la riorganizzazione dell’Ateneo, quali sono i prossimi obiettivi?
“La riorganizzazione è completata ma va seguita, riempita di contenuti ed ottimizzata. Altra cosa a cui tengo molto è il rapporto con il personale.Credo molto nel rapporto umano, ascoltare ‘la base’ è fondamentale. D’altra parte, dando maggiori motivazioni alle persone, i risultati saranno sicuramente migliori”.
La SUN è presente in tutta la provincia di Caserta ed in questi ultimi anni, con il rettorato “Rossi”, sono stati inaugurati aulari, sedi e nuovi spazi per gli studenti. Qual è lo stato del bilancio e quali sono i prossimi progetti?
“Il bilancio della Seconda Università di Napoli è solido, pur con le difficoltà delle continue riduzioni dell’FFO imposte dal Ministero. Siamo purtroppo penalizzati dalle caratteristiche del territorio, dove non esistono importanti realtà aziendali interessate ad investire nell’Università e dalla persistente crisi del mercato che colpisce tutti. Tra le novità: al Policlinico di Caserta i lavori sono in corso e la grande sfida è quella di ultimare i lavori entro dicembre 2015; invece su viale Ellittico, dove abbiamo bisogno di altri spazi, presto partiranno i lavori per un aulario da 1.100 posti”.
Dal 1° gennaio 2014 un nuovo importante cambiamento: gli Atenei dovranno adottare la contabilità economico-patrimoniale ed analitica ed il bilancio unico con importanti modifiche nell’assetto organizzativo e in quello contabile. Cambiano le regole sull’autonomia gestionale e amministrativa e si programma l’attività in un’ottica pluriennale anche per valutarla meglio. Cosa ne pensa?
“Si tratta di una nuova sfida, anche su questo siamo molto concentrati. Non sono del tutto favorevole ad un drastico taglio dell’autonomia finanziaria. La nostra idea è quella di creare un regolamento di contabilità per assegnare comunque ai Dipartimenti un budget più la premialità. Dobbiamo trovare delle soluzioni per conservare un’autonomia che permetta una certa libertà d’azione e in qualche modo non appesantisca le strutture centrali. C’è tanto da fare, ma io sono dell’idea che i cambiamenti sono positivi perché sono una occasione importante di crescita”.
Gennaro Varriale