Il destino nelle iniziali del cognome

‘Chi ben comincia è a metà dell’opera’, recita un detto popolare. Per le matricole una partenza sprint agevola il percorso universitario. A volte, però, lo studio costante non basta. Talvolta il destino è beffardo. Al primo anno, bisogna fare i conti fin da subito con le iniziali del proprio cognome. E’ da qui che prende il via la carriera universitaria, perché in questo modo si decide l’appartenenza ad una determinata cattedra. ‘Appartenere’ ad una cattedra anziché ad un’altra dipende dalle iniziali del proprio cognome e definisce i professori con i quali bisognerà seguire le lezioni e quindi sostenere il relativo esame. Ad esempio gli studenti che appartengono alla I cattedra, lettere D-F, nel primo semestre sosteranno Diritto Costituzionale con il prof. Massimo Villone, Filosofia del diritto con il prof. Giovanni Marino, Istituzioni di diritto romano con il prof. Vincenzo Giuffrè. E così sarà per le altre 4 cattedre restanti, professori diversi in base a lettere diverse. Questa situazione resta immutabile per due anni. Dopo ogni biennio (le prossime rotazioni si avranno a giugno 2011), le cattedre ricominciano a ruotare e quindi si avrà la possibilità di cambiare professore. Ma tutto ciò come influenza l’iter universitario? Cosa significa appartenere ad una cattedra e non poter svolgere l’esame con un altro professore? Spiega Maria Scamardella, studentessa al quinto anno: “Ci sono cattedre che sono avvantaggiate dall’avere programmi ridotti e professori disponibili. Al primo anno è cosa diversa affrontare Costituzionale con il prof. Cocozza anziché con il prof. D’Aloia. Una situazione che negli anni si complica. Per questo le matricole che hanno una buona cattedra non devono farsela scappare, bisogna capire da subito quando accelerare e quando bisogna restare fermi ad aspettare”. Una buona dose di furbizia è ciò che occorre. Commenta Adele Ferdinando, quarto anno: “Siamo di fronte ad una vera discriminazione, in quanto non è possibile scegliere con chi sostenere l’esame e, se capita di avere una cattedra ‘tosta’ per ben due anni, si può solo sperare che alla prossima rotazione capiti una sorte migliore”. Lo sa bene Gennaro Maddaluno, quinto anno, che per sostenere Diritto Commerciale con il prof. Guizzi ha dovuto aspettare ben 2 rotazioni. “Sembrerà assurdo ma è così – dice lo studente – Quando vieni bocciato più volte, alla fine ti rassegni ed aspetti una cattedra migliore. Intanto, si va avanti con altri esami aspettando che avvenga il sospirato cambio”. In realtà ciò che spaventa la maggior parte dei giuristi non è il professore in sé ma il programma. Inoltre, tra professori non c’è coordinamento, così cambiando cattedra si rischia di cambiare libro di testo. “E’ bene che le matricole sappiano – spiega Augusto Merola, laureando – che il cognome influirà su tutta la carriera universitaria. A volte non si potrà aspettare la rotazione e bisognerà affrontare l’esame con il professore temuto, altre volte un’eventuale bocciatura, e cambiamento di cattedra, comporterà ulteriori spese per nuovi manuali. Purtroppo, bisogna adattarsi e comportarsi di conseguenza, sfruttando i periodi e le cattedre migliori”. Gli studenti del primo anno sono avvisati. “Non sono possibili cambiamenti almeno fino al 2011 – dice Roberta Di Santo, quarto anno – e quindi meglio non pensare alle cattedre. All’inizio bisogna solo studiare, perché se si comincia ad aspettare la rotazione si rischia di perdere tempo già dai primi mesi. A questo punto meglio accogliere la cattedra ‘destinata’ facendo tesoro di tutti i pro ed i contro annessi”. 
Susy Lubrano
- Advertisement -




Articoli Correlati