Il dolore della comunità accademica per la scomparsa del prof. Roberto Pettorino

San Valentino di dolore per l’accademia napoletana che nel pomeriggio del giorno dedicato agli innamorati si è ritrovata nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (Cappella Cangiani) per ricordare il prof. Roberto Pettorino, scomparso in Abruzzo venerdì 8 febbraio in un tragico indicente d’auto in cui hanno perso la vita anche la moglie Giuseppina Apa e la consuocera Franca Guerrera. Dalle prime ricostruzioni, sembra che l’auto sulla quale viaggiava la famiglia, che stava recandosi in visita dai figli, sia slittata sull’asfalto ghiacciato della statale 652 all’altezza del comune di Bomba nel Fondo Valle Sangro, schiantandosi contro una bisarca per il trasporto di mezzi pesanti, che veniva in direzione contraria. 
Alla messa, officiata da Monsignor Raffaele Ponte, ha partecipato tutto il mondo universitario campano: Presidi di Facoltà, Direttori di Dipartimento di area scientifica e tecnologica, ma anche esponenti di altri settori e, più in generale, di tutti gli Atenei della regione e del mondo della ricerca nei campi della Fisica e della Matematica, distribuito fra Campania e Lazio. Impossibile citare tutti i presenti senza dimenticare qualche nome. Nella chiesa, molto grande e spaziosa, si sta in piedi a stento.
Una partecipazione sincera e discreta, quella del Rettore della Federico II Massimo Marrelli che saluta la famiglia e si mette in disparte.
Solo i familiari delle vittime intervengono durante la celebrazione, per ringraziare e ricordare i propri cari. I primi ad intervenire sono i figli della signora Franca, Marica e Gianpaolo: “nostra madre non ha avuto una vita facile, ma chiunque la ricordi ne avrà sempre un’immagine sorridente, perché amava la vita, i suoi figli, i suoi nipoti e da loro, da noi, ha sempre tratto la forza che le serviva. Ha dedicato tutta la sua vita agli altri, mettendosi sempre all’ultimo posto. Ti saluteremo in mare per l’ultima volta perché sei sempre stata libera”.
“Vi porto la testimonianza di quanto Pina e Roberto hanno seminato. La notizia della loro morte è stata per noi una mazzata terribile, in quel momento avrei sfondato tutto. Quando queste due persone meravigliose entravano in casa, tutte le sciocchezze della vita quotidiana andavano via, perché loro trasmettevano un forte senso di positività. Mia sorella era una donna sorridente dotata di una grande dolcezza, ma era anche forte e determinata, un punto di riferimento fondamentale”, dice commosso Alfredo, il fratello di Giuseppina, che prosegue parlando del cognato: “Per me è stato un fratello, un amico. Sapete tutti che era una persona di grande livello, ma non ne parlava mai, si dimostrava sempre molto ironico al riguardo. Quante volte mi ha battuto sulle spalle quando, incontrando persone che non lo conoscevano, dicevo: ‘non sapete con chi state parlando’”.
Sentito e sincero anche l’intervento di Massimo, fratello del prof. Pettorino: “quando ripenso al passato, mi vengono in mente mio fratello e mio padre che parlano di grandi temi. Roberto era una persona curiosa, intelligente e modesta che voleva conoscere e scoprire il mondo. Si somigliavano molto. Lo ascoltavo e, di riflesso, scoprivo anch’io il mondo. Con un fratello così la strada è facile. Ora tutto questo è finito, resta solo un vuoto incolmabile e questa è la realtà”.
“Per capire chi fossero i nostri genitori bisogna partire dalla coppia. È difficile da spiegare, ma loro erano amici dei nostri amici e noi dei loro – dice Ivan, figlio del prof. Pettorino e della signora Giuseppina – Abbiamo conosciuto l’amore, lo spirito di sacrificio e la passione, che mettevano in tutto quello che facevano. L’immagine che mi piace ricordare è quella di loro due che, mano nella mano, vanno verso la sala operatoria in cui mia madre avrebbe subito un intervento. Un ricordo splendido che non è stato offuscato da nulla, loro avrebbero apprezzato molto tutto questo e mamma avrebbe voluto che questa fosse una festa e noi, in questo giorno di San Valentino, che rende tutto più difficile, stiamo cercando di farle quest’ultimo regalo”. 
“Papà in questi anni ha avuto delle responsabilità importanti. È stato un personaggio pubblico apprezzato per il suo lavoro che ha anche contribuito a fare crescere la città”, prosegue il fratello Fabrizio che legge la lettera di un’amica della madre fin dai tempi della scuola. “Ci volevamo bene e ne avevamo consapevolezza. Oggi siete tutti orfani di persone che sapevano aiutare gli altri e stare loro accanto, senza essere invadenti”, scrive la signora Nella.
Simona Pasquale
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