Il prof. Giuseppe Campanile
“Una criticità che bisognerà affrontare in Consiglio di Amministrazione è quella dell’edilizia che ci penalizza relativamente alla capacità di attrarre studenti da altre regioni italiane e dall’estero. La Federico II non ha nulla di invidiare ad altri importanti Atenei sotto il profilo della qualità della didattica e della ricerca. Se, però, non si ha la possibilità di offrire alle ragazze ed ai ragazzi che vengono da fuori anche studentati e residenze, ovviamente l’attrattività cala. È un tema, quello dell’edilizia universitaria, che naturalmente non dipende solo ed esclusivamente dall’Ateneo, ma sul quale confido che il CdiA che si è appena formato sarà impegnato nei prossimi quattro anni. Il rapporto con il territorio è anche questo”. Il prof. Giuseppe Campanile, ordinario di Zootecnica speciale a Veterinaria, nominato alcuni anni fa nel Consiglio Superiore di Sanità dal Ministro dell’epoca, che era Grillo, espone le sue priorità in relazione al nuovo incarico di Consigliere di Amministrazione dell’Ateneo. “Negli ultimi anni – dice – la Federico II ha lavorato molto bene in relazione al reclutamento dei giovani. Abbiamo realizzato importanti passi in avanti anche dal punto di vista della qualità della didattica e dell’offerta formativa. Abbiamo avuto anche la capacità di affrontare la pandemia proponendo in tempi brevi centinaia e centinaia di corsi online e garantendo in questo modo la continuità del percorso universitario ai nostri studenti. È stata una bella prova di compattezza. Il discorso da affrontare ora è quello relativo alle strutture. Le residenze e, laddove ci siano ancora criticità, le sedi dei Corsi di Laurea”. La sua candidatura in CdiA, racconta Campanile, “è nata dalla volontà di rappresentare l’area culturale e la Scuola della quale faccio parte in seno ad un organo di vertice dell’Ateneo. Un settore fondamentale per l’economia del Paese e per la sanità pubblica, perché dalle cattive pratiche nell’ambito della zootecnia e dell’agricoltura possono nascere anche problematiche sanitarie che colpiscono l’uomo”. Aggiunge: “È una esigenza forte che coincide, peraltro, con una opportunità storica perché è la prima volta a mia memoria che nella gestione dell’Ateneo il Rettore sia espressione di Agraria, un Dipartimento al quale Veterinaria è legato da molti progetti e con il quale costituisce una Scuola”. Aggiunge il docente: “Con questo naturalmente non voglio dire che in Consiglio farò solo gli interessi di Veterinaria. Ovviamente avrò una visione d’insieme e collaborerò con tutti gli altri componenti di aree culturali e disciplinari diverse dalla mia per affrontare i problemi e le questioni nel migliore dei modi possibili”. Le elezioni che si sono svolte a settembre e che hanno restituito l’immagine di un Ateneo fortemente polarizzato, con due schieramenti netti a favore dell’uno o dell’altro candidato non rappresentano, secondo il prof. Campanile, un rischio per l’efficacia dell’azione del nuovo Rettore e della sua squadra di governo. “A mio avviso quello che è accaduto – commenta – è un segno di vivacità. Non che si debba essere spaccati ma in democrazia ci sono candidature e visioni opposte. Fa parte della natura delle cose, io non ci vedo nulla di male o di drammatico. Finita quella fase, il ricompattamento è già in essere. Forse si è enfatizzata troppo la questione della spaccatura. Un Rettore votato a valle di un confronto che in alcuni momenti è stato anche rude, ma si è svolto sui programmi e sugli obiettivi proposti da ciascun candidato, è certamente un Rettore più forte”.
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