Il primo Bilancio sociale dell’ateneo Federico II

Fiducia nell’istituzione e nelle relazioni che è possibile instaurarvi. È l’opinione sulla Federico II raccolta nel primo Bilancio Sociale presentato il 30 novembre nell’Aula Magna Storica. “Nella società della conoscenza, l’Università rappresenta un grande motore di sviluppo”, dice il prof. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Ateneo che, con i suoi ottantacinquemila studenti e diecimila dipendenti, produce servizi al cittadino, in primo luogo di tipo sanitario, ma anche di divulgazione e informazione. “Federico II fondò la prima università laica per formare la classe dirigente del mondo che stava cambiando, dove vivevano a stretto contatto persone di lingue, culture e religioni diverse. Napoli, che è stata ed è una grande capitale, può dimostrare quanto questo luogo sia molto più di quello che pensiamo, non una torre ma un ponte d’avorio”, conclude il Rettore. Equità, copertura totale delle borse di studio, interventi sui trasporti, riduzione delle ADISU e migliori condizioni per il trasferimento tecnologico nei settori aerospaziale, automotive, agroalimentare, beni culturali e turismo. È come promette di investire i cinque miliardi di fondi europei destinati all’alta formazione il Presidente della Regione Vincenzo De Luca: “l’Italia vive di corporazioni divise in compartimenti stagni. È l’unico paese in cui il principio di responsabilità non accomuna tutti gli enti pubblici. L’Università deve aprirsi al territorio integrando funzioni, dare ai ragazzi il senso del futuro e cancellare il preconcetto devastante che senza un padrino merito e sacrificio non contano”. Il Bilancio Sociale “è uno strumento di dialogo importante. La nostra Amministrazione lo redige per alcune società partecipate, anche per gli aspetti ambientali”, spiega Salvatore Palma, Assessore al Bilancio del Comune di Napoli. Aperto al territorio l’intervento dell’ex-Rettore Massimo Marrelli, durante il cui mandato è cominciato il lavoro che ha portato alla redazione del Bilancio Sociale del più grande Ateneo del Mezzogiorno, il secondo più grande d’Italia, la principale azienda del territorio: “serve principalmente a noi, per conoscere il nostro lavoro. Altrimenti accade quel che è successo a me, che sono dovuto arrivare fino a Berkeley per scoprire che al Dipartimento di Matematica e Applicazioni un collega aveva già risolto il problema matematico che mi interessava. Il mio sogno è arrivare, da qui a qualche anno, a un bilancio consolidato di tutto il sistema universitario campano”. La rendicontazione sociale “si sta affermando sempre più come un mezzo per avere informazioni sull’utilizzo delle risorse e dare contezza delle azioni. Siamo convinti che questo sia l’inizio di un processo virtuoso: la certificazione di un profilo di carattere etico”, afferma la prof.ssa Adele Caldarelli, Direttrice del Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni nel quale si è svolto il lavoro del gruppo coordinato dal prof. Mauro Sciarelli e composto dalla stessa Direttrice e dai docenti e ricercatori Riccardo Viganò, Alessandra Allini, Mariarosalba Angrisani, Renato Briganti, Alessandro Buttà, Valentina Della Corte, Giuliana Di Fiore, Mariorosario Lamberti, Rossella Maio, Gianluigi Mangia, Donata Mussolino, Melania Verde. Paolo Ricci, Presidente del Gruppo Bilancio Sociale, l’associazione per lo studio della rendicontazione nelle aziende pubbliche, della quale fanno parte quaranta Atenei, spiega cosa rappresenti: “è una narrazione introspettiva per intervenire in modo innovativo sulla funzione di programmazione”. Le prime esperienze risalgono a una decina d’anni fa ma ancora oggi le modalità di attuazione sono molto diverse fra loro, pertanto si redigono bilanci, dettagliati o meno, annuali, biennali, di mandato. In essi vi sono racchiusi l’identità, la governabilità, la contabilità, le responsabilità. “Per questo il Bilancio Regionale sarebbe un bene – prosegue Ricci – Al centro ci sono le prospettive, la reputazione accademica e la legittimazione del cosiddetto ‘intangibile’, della conoscenza”. L’Università di Palermo ha presentato il proprio Bilancio Sociale in occasione dell’elezione del nuovo Rettore: “Il nostro è stato un bilancio di mandato nel quale abbiamo fatto il punto su patrimonio finanziario e residenziale, personale, studenti, attività di ricerca e ricadute imprenditoriali”, dice il docente palermitano Marcantonio Ruisi. “Il volume rappresenta una sintesi. L’anno di riferimento è il 2013, quello in cui sono entrati in vigore forti cambiamenti organizzativi e amministrativi”, spiega nel suo intervento il prof. Sciarelli. Il lavoro è articolato in tre sezioni: identità dell’Ateneo (storia, evoluzione, ricerca, collaborazioni con enti, istituzioni e altre Università nel mondo), riclassificazione dei dati contabili (da cui emerge che la Federico II si caratterizza ancora per una grossa dipendenza dai trasferimenti pubblici, il 58% delle entrate), relazione sociale: “da cui emerge, in linea con i dati Almalaurea, la soddisfazione degli studenti. Più del 70%, infatti, si dichiara contento della formazione ricevuta, si riscriverebbe allo stesso Corso di Laurea e valuta positivamente i servizi di comunicazione e le biblioteche. Meno generoso il giudizio sulle mense, ma qualcosa sta cambiando – continua il docente – Grande rilevanza anche ai rapporti umani e all’ambiente complessivo che da tutti – studenti, docenti e personale tecnico amministrativo – viene definito stimolante e costruttivo. Il prossimo passo sarà il coinvolgimento delle istituzioni del territorio nelle nostre attività”.
Simona Pasquale
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