Si è appena laureata in Giurisprudenza con 110 e lode e il plauso della Commissione. E’ arrivata in seduta di laurea con la media del 29.8 ed un’ottima tesi in Diritto penale sulla responsabilità degli enti collettivi. Fabiana Colameo, 24 anni, racconta: “è stata un’emozione incredibile! Partendo da 109, non avevo grossi dubbi riguardo al risultato finale, ma quando ho ricevuto anche il plauso della Commissione non riuscivo a crederci: a Giurisprudenza non accade molto spesso”.
Per Fabiana, studentessa modello, il passaggio spesso traumatico dalla scuola all’università si è rivelato, invece, facilmente gestibile: “provengo dal liceo classico, il G. Vico, dove ho ricevuto un’ottima formazione. Ho scelto di iscrivermi a Giurisprudenza perché il diritto mi ha sempre affascinata, infatti non mi sono lasciata intimorire da libri anche di mille pagine, ero abituata a studiare tante ore al giorno. Seguire i corsi, poi, mi ha aiutata moltissimo. I professori ti indirizzano, ti danno la base per poter studiare, e a me hanno insegnato ad avere sempre i codici accanto ai testi”.
Studiare legge non è un’impresa facile, secondo Fabiana, perché, pur seguendo assiduamente le lezioni, il grosso del lavoro si fa a casa con i libri e i codici, ma quando c’è una formazione solida di base e la passione per la materia, che è fondamentale, non v’è ostacolo che tenga. “Al primo anno vedevo i miei compagni perdersi al corso di Diritto Costituzionale; io, invece, seguivo senza difficoltà, mi accorgevo di capire ogni cosa. Sarà perché a scuola, con il nostro professore di storia e filosofia, abbiamo anche studiato la Costituzione e appreso i principi fondamentali del diritto costituzionale”. Spesso lo studio del diritto viene considerato prevalentemente mnemonico, ma per Fabiana non è mai stato così. “Non si può pensare di imparare a memoria e basta: se conosci a memoria una norma, ma poi non capisci la ratio dell’istituto è tutto inutile. Sicuramente disciplina, metodo, dedizione e passione mi hanno portato a ottenere risultati tanto soddisfacenti!”. E infatti non solo la lode, ma anche il plauso della Commissione hanno coronato 5 brillanti anni di studio costante e di sacrifici. Per Fabiana, il plauso è un valore aggiunto che la Commissione attribuisce allo studente per due motivi, “il percorso e la discussione della tesi”, però è un peccato che, passato il momento, sparisca nel nulla. “E’ vero che non avrebbe valore in un concorso pubblico e so che, se dovessi tentarne qualcuno, non potrei presentarlo, ma in altri contesti lavorativi potrebbe fare la differenza, e mi dispiace che non compaia per iscritto da nessuna parte. Che senso ha dare un riconoscimento se poi non ne resta traccia?”.
Per Fabiana, studentessa modello, il passaggio spesso traumatico dalla scuola all’università si è rivelato, invece, facilmente gestibile: “provengo dal liceo classico, il G. Vico, dove ho ricevuto un’ottima formazione. Ho scelto di iscrivermi a Giurisprudenza perché il diritto mi ha sempre affascinata, infatti non mi sono lasciata intimorire da libri anche di mille pagine, ero abituata a studiare tante ore al giorno. Seguire i corsi, poi, mi ha aiutata moltissimo. I professori ti indirizzano, ti danno la base per poter studiare, e a me hanno insegnato ad avere sempre i codici accanto ai testi”.
Studiare legge non è un’impresa facile, secondo Fabiana, perché, pur seguendo assiduamente le lezioni, il grosso del lavoro si fa a casa con i libri e i codici, ma quando c’è una formazione solida di base e la passione per la materia, che è fondamentale, non v’è ostacolo che tenga. “Al primo anno vedevo i miei compagni perdersi al corso di Diritto Costituzionale; io, invece, seguivo senza difficoltà, mi accorgevo di capire ogni cosa. Sarà perché a scuola, con il nostro professore di storia e filosofia, abbiamo anche studiato la Costituzione e appreso i principi fondamentali del diritto costituzionale”. Spesso lo studio del diritto viene considerato prevalentemente mnemonico, ma per Fabiana non è mai stato così. “Non si può pensare di imparare a memoria e basta: se conosci a memoria una norma, ma poi non capisci la ratio dell’istituto è tutto inutile. Sicuramente disciplina, metodo, dedizione e passione mi hanno portato a ottenere risultati tanto soddisfacenti!”. E infatti non solo la lode, ma anche il plauso della Commissione hanno coronato 5 brillanti anni di studio costante e di sacrifici. Per Fabiana, il plauso è un valore aggiunto che la Commissione attribuisce allo studente per due motivi, “il percorso e la discussione della tesi”, però è un peccato che, passato il momento, sparisca nel nulla. “E’ vero che non avrebbe valore in un concorso pubblico e so che, se dovessi tentarne qualcuno, non potrei presentarlo, ma in altri contesti lavorativi potrebbe fare la differenza, e mi dispiace che non compaia per iscritto da nessuna parte. Che senso ha dare un riconoscimento se poi non ne resta traccia?”.