Il test d’ingresso non è un ostacolo per chi vuole iscriversi ad un Corso di Psicologia ed è bravo e determinato. È questa la risposta che il prof. Dario Grossi, Direttore del Dipartimento della Sun, dà ai detrattori del numero programmato. Un dibattito sollevato sullo scorso numero di Ateneapoli dal prof. Francesco Palumbo, Coordinatore
dei Corsi di Studio in Psicologia della Federico II. “Il test per accedere ai Corsi come la Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche sono necessari per garantire i giusti servizi a tutti gli iscritti – spiega il prof. Grossi – Ci sono regole ministeriali rigidissime che ci vietano di ammettere un numero di studenti superiore ai posti a sedere nelle aule che abbiamo a disposizione. Se le aule sono massimo per 250 studenti, noi non possiamo accettarne neanche uno in più. Quando frequentavo l’Università, a Medicina eravamo in 6.000 a seguire nei teatri. Oggi è impensabile una cosa del genere. Inoltre, il numero è pensato per mantenere alta la qualità dell’offerta formativa
ed è, quindi, commisurato al numero di docenti. Stiamo anche vivendo una fase storica in cui i professori che vanno in pensione non vengono rimpiazzati, elemento che rende ancora più precario questo equilibrio. In ultima analisi, i numeri vengono considerati anche pensando all’ingresso nel mondo del lavoro di tanti laureati: le università, oltre ad occuparsi della formazione, devono rispondere anche dell’inserimento occupazionale dei propri
laureati”. Le ragioni per sostenere la necessità dello sbarramento in ingresso sono, quindi, diverse. Quando si parla di diritto allo studio, il prof. Grossi sottolinea che questo significa “favorire i capaci e i meritevoli nei più alti livelli di istruzione, per consentire anche a chi non ha i mezzi di poter studiare”. Ma il quadro che ci offre il Direttore
è ancora più ampio, perché lo sguardo non va polarizzato sul singolo Corso del singolo Ateneo, ma sull’intera offerta regionale. “Il numero di posti programmato in Campania è ampiamente sufficiente a soddisfare le richieste degli studenti – afferma – Noi riceviamo circa 800 domande ogni anno, per 250 posti messi a disposizione alla Sun. Ma, se contiamo anche la Federico II e il Suor Orsola, arriviamo a ben 750 posti disponibili in regione. Bisogna
considerare che i ragazzi che fanno domanda da noi provano anche in altre Università, o addirittura tentano altri Corsi di Laurea, come Medicina. Il risultato è che con lo scorrimento delle graduatorie non solo si riescono ad ammettere tutti, ma, addirittura, noi lo scorso anno abbiamo avuto un posto rimasto scoperto. Certamente può succedere che chi sta in fondo alla graduatoria non abbia la destinazione desiderata e debba accontentarsi di studiare in una città diversa da quella prescelta, ma sempre in ambito regionale. C’è molta mobilità di studenti, in realtà, tra le tre università e molta collaborazione tra i docenti, tant’è che per un periodo si era prospettata la possibilità di una Scuola Campana di Psicologia, proprio considerata la grande sinergia”. Il fabbisogno degli studenti, quindi, viene soddisfatto ampiamente in ambito regionale e i più bravi, “i più determinati, riescono anche a piazzarsi tra le prime posizioni e ad entrare nell’Ateneo prescelto”. Inoltre – tiene a sottolineare Grossi, “i test sono commisurati alle conoscenze degli studenti delle superiori: i quiz di logica o di cultura generale non sono particolarmente difficili e chiunque con una buona preparazione li supera senza problemi”.
dei Corsi di Studio in Psicologia della Federico II. “Il test per accedere ai Corsi come la Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche sono necessari per garantire i giusti servizi a tutti gli iscritti – spiega il prof. Grossi – Ci sono regole ministeriali rigidissime che ci vietano di ammettere un numero di studenti superiore ai posti a sedere nelle aule che abbiamo a disposizione. Se le aule sono massimo per 250 studenti, noi non possiamo accettarne neanche uno in più. Quando frequentavo l’Università, a Medicina eravamo in 6.000 a seguire nei teatri. Oggi è impensabile una cosa del genere. Inoltre, il numero è pensato per mantenere alta la qualità dell’offerta formativa
ed è, quindi, commisurato al numero di docenti. Stiamo anche vivendo una fase storica in cui i professori che vanno in pensione non vengono rimpiazzati, elemento che rende ancora più precario questo equilibrio. In ultima analisi, i numeri vengono considerati anche pensando all’ingresso nel mondo del lavoro di tanti laureati: le università, oltre ad occuparsi della formazione, devono rispondere anche dell’inserimento occupazionale dei propri
laureati”. Le ragioni per sostenere la necessità dello sbarramento in ingresso sono, quindi, diverse. Quando si parla di diritto allo studio, il prof. Grossi sottolinea che questo significa “favorire i capaci e i meritevoli nei più alti livelli di istruzione, per consentire anche a chi non ha i mezzi di poter studiare”. Ma il quadro che ci offre il Direttore
è ancora più ampio, perché lo sguardo non va polarizzato sul singolo Corso del singolo Ateneo, ma sull’intera offerta regionale. “Il numero di posti programmato in Campania è ampiamente sufficiente a soddisfare le richieste degli studenti – afferma – Noi riceviamo circa 800 domande ogni anno, per 250 posti messi a disposizione alla Sun. Ma, se contiamo anche la Federico II e il Suor Orsola, arriviamo a ben 750 posti disponibili in regione. Bisogna
considerare che i ragazzi che fanno domanda da noi provano anche in altre Università, o addirittura tentano altri Corsi di Laurea, come Medicina. Il risultato è che con lo scorrimento delle graduatorie non solo si riescono ad ammettere tutti, ma, addirittura, noi lo scorso anno abbiamo avuto un posto rimasto scoperto. Certamente può succedere che chi sta in fondo alla graduatoria non abbia la destinazione desiderata e debba accontentarsi di studiare in una città diversa da quella prescelta, ma sempre in ambito regionale. C’è molta mobilità di studenti, in realtà, tra le tre università e molta collaborazione tra i docenti, tant’è che per un periodo si era prospettata la possibilità di una Scuola Campana di Psicologia, proprio considerata la grande sinergia”. Il fabbisogno degli studenti, quindi, viene soddisfatto ampiamente in ambito regionale e i più bravi, “i più determinati, riescono anche a piazzarsi tra le prime posizioni e ad entrare nell’Ateneo prescelto”. Inoltre – tiene a sottolineare Grossi, “i test sono commisurati alle conoscenze degli studenti delle superiori: i quiz di logica o di cultura generale non sono particolarmente difficili e chiunque con una buona preparazione li supera senza problemi”.