E’ il solito dilemma a tormentare la maggior parte dei ragazzi che affollano i centri comuni di Monte Sant’Angelo nella giornata di apertura di Università Porte Aperte, la grande manifestazione (in corso di svolgimento dal 4 al 9 aprile) dedicata all’orientamento che l’Università Federico II organizza per il terzo anno consecutivo. Scegliere la facoltà seguendo il cuore oppure la testa? Scegliere tenendo conto di ciò che piace o di quelli che potrebbero essere i futuri sbocchi professionali? Troppo facile e troppo poco realistico rispondere che bisogna conciliare le due cose. Non tutti hanno la fortuna di essere portati per le discipline che si studiano nei corsi di laurea con discrete prospettive occupazionali. Paradossalmente l’interesse e la curiosità finiscono in alcuni casi con l’essere fonte di sofferenza. Mariapiera Montesano, 18 anni, studentessa dell’ultimo anno del liceo linguistico Fonseca di Napoli, è attratta dall’archeologia, ma sa che il cassetto con quel sogno dentro dovrà presto richiuderlo. “Devo pensare anche al dopo”, dice. E quando la sua compagna di classe Orsola Imperatore dice che vorrebbe studiare Medicina ma che gli anni di università da affrontare sono troppi, esclama: “anche lei si tarpa le ali!”. Eppure all’incontro di presentazione che si è tenuto nell’Aula Magna il Rettore e i docenti sono stati chiari: bisogna scegliere ciò che piace. Lo ha ribadito anche l’ospite d’eccezione, lo scrittore Luciano De Crescenzo, che ha dato qualche consiglio ai ragazzi raccontando la sua personale esperienza di studente inizialmente un po’ confuso. Ma nonostante tutto, i dubbi restano. E si aggiungono a quelli sull’impostazione delle diverse facoltà, sull’organizzazione dell’università e sui meccanismi della riforma. “Da quest’incontro ci aspettavamo qualcosa di più – dice Mariapiera- ci hanno distribuito dei fogli per scrivere le nostre domande, ma a molte di queste domande i professori non hanno dato risposta. Ci hanno detto che le risposte saranno pubblicate su internet. Una nostra amica, Lucia Lillo, ha chiesto in cosa consiste la riforma del 3+2 e non ha avuto risposta, mentre si è risposto a un’altra domanda sui vantaggi e gli svantaggi della riforma stessa, come si desse per scontato che tutti la conoscessero. Anche questa cosa non ci è piaciuta”. D’accordo con Mariapiera le sue compagne Noemi D’Orsi e Paola Pollo, pure loro con un sogno nel cassetto ma turbate da tante incertezze. Noemi vorrebbe studiare Scienze del Turismo però ha paura di non riuscire poi a trovare lavoro, mentre a Paola le facoltà piacciono un po’ tutte, anche se alla fine pensa che si iscriverà all’Istituto di Design. Le ragazze del liceo linguistico Fonseca non sono le uniche ad essere rimaste poco colpite dall’incontro di presentazione. Sulla vaghezza delle informazioni fornite e sulla eccessiva genericità degli argomenti affrontati, si sofferma a discutere un gruppo di ragazzi provenienti dal liceo scientifico Silvestri di Portici. “La spiegazione che ci hanno dato non è stata molto illuminante”, dice Nicola, diciottenne appassionato di materie scientifiche e interessato alla facoltà di Scienze Biotecnologiche, “sono state dette le solite cose sull’importanza di scegliere secondo ciò che piace, ma quanto alle descrizioni delle facoltà e dei corsi di studio ci hanno rimandato agli stand e a quanto pubblicato sui siti”. “La conferenza è stata un monologo di Luciano De Crescenzo”, afferma Mario, “ci ha raccontato qualche divertente aneddoto su quando era studente, ad esempio la scelta di Filosofia poi cambiata per quella di Ingegneria. Ha detto che si era sentito attratto dalle spiegazioni del prof. Caccioppoli…E’ interessante sentire raccontare le esperienze di vita di un personaggio famoso, ma noi dobbiamo anche pensare alla nostra vita! Avremmo preferito che all’incontro si facesse uno schema delle diverse facoltà e che si rispondesse in maniera meno superficiale alle nostre domande”. “Ci avrebbe fatto piacere essere un po’ convinti dal Rettore e dai professori a fare certe scelte, avere delle conferme”, dicono Dario e Gaetano, “avremmo voluto essere un po’ spinti”. Ma l’inaugurazione della manifestazione ha voluto evidentemente tracciare uno schizzo della Federico II, lasciando agli stand e ai successivi incontri nelle diverse facoltà il compito di precisare determinati contenuti. E gli stand non hanno deluso i ragazzi. Tanto materiale illustrativo, spiegazioni esaurienti fornite non solo da docenti ma anche da studenti universitari part-time impegnati nell’orientamento e dai loro tutor. “Abbiamo apprezzato la presenza di studenti e laureandi agli stand”, dicono Antonio Staiano e Domenico De Gennaro, studenti del liceo scientifico Salvemini di Sorrento, “è più facile avere a che fare con dei ragazzi come noi, non c’è soggezione e si entra subito in confidenza”. Un salto allo stand della facoltà di Medicina e subito ci si rende conto del vantaggio di trovare degli studenti dietro il tavolo. Preparatissimi non solo perché lavorano da tempo per quest’evento ma anche perché si occupano di orientamento tutto l’anno. Simpatici e disponibili, pronti alla battuta e a dire una parola di incoraggiamento. Maurizio, Luigi, Domenico e le due tutor, Angela e Anna Tiziana, tracciano un bilancio positivo della prima mattinata di Porte Aperte. Il dato che però emerge è quello di una tendenza delle future matricole a preferire i corsi di laurea triennali. “Quando gli diciamo che il 3+2 non trova applicazione a Medicina restano delusi – dicono le tutor- La lunghezza del percorso per diventare medico li spaventa, trovano molto più appetibili i corsi in Professioni Sanitarie”. Maurizio, Luigi e Domenico segnalano che quasi tutti cercano informazioni sui test di accesso ai Corsi di Laurea della Facoltà di Medicina, vogliono sapere come ci si prepara, quando si terranno, se per sostenerli si deve pagare una quota di iscrizione. Raccontano stupiti: “qualcuno scherzando ci ha chiesto anche se per superarli è indispensabile la raccomandazione!”. Non c’è che dire, con dei ragazzi dietro lo stand non si ha nessuna paura, si può davvero chiedere qualsiasi informazione su come funziona l’università.
Sara Pepe
Sara Pepe