Corsi di Perfezionamento, tre punti per le graduatorie solo con 1500 ore

Dopo aver investito tempo, soldi e speranze nei corsi di perfezionamento allestiti dalla Federico II per ottenere quella manciata di punti che avrebbe consentito loro di fare un passo in avanti nelle graduatorie permanenti per la docenza, centinaia di precari dell’insegnamento si ritrovano a dover fare i conti con una circolare ministeriale che, di fatto, mette in discussione la loro condizione: ex post, infatti, i suddetti corsi pare non siano più funzionali perché di durata inferiore ad un anno. 
Ma facciamo un passo indietro. Nel 2004 il Miur introduce, sotto la voce “altri titoli”, una modalità aggiuntiva – al di fuori dal servizio prestato presso le scuole – per acquisire punti, vale a dire la frequenza a corsi di specializzazione, di perfezionamento e di master, ciascuno dei quali vale tre punti. “Per paura di essere scavalcati in graduatoria e per migliorare la nostra posizione – dichiara Nazario Malandrino, giovane docente precario di Filosofia – molti di noi si sono buttati sui corsi di perfezionamento, preferiti agli altri per la loro ridotta durata (da tre mesi a un anno) e per i costi contenuti”. “Inoltre – prosegue– i corsi in questione sono stati istituiti sia dalle università che da consorzi universitari di formazione a distanza. Per motivi di affidabilità, tanti di noi hanno preferito seguirli all’interno di strutture reali (e non gestite on line), nel nostro caso la Federico II, ente serio e accreditato”. 
Quindi il parere espresso dal Consiglio Universitario Nazionale sulla valutabilità dei corsi di perfezionamento nelle graduatorie permanenti, sollecitato da alcuni Atenei per la difformità di organizzazione riscontrata in più strutture. Infine, la circolare ministeriale dell’8 febbraio in cui la direzione generale del Dipartimento per l’Istruzione chiarisce che, per ottenere i tre punti, ogni corso di specializzazione o master universitario o corso di perfezionamento universitario deve avere una durata annuale, vale a dire un monte di 1.500 ore per sessanta crediti. “Ebbene – riferisce Malandrino – tutti i corsi di perfezionamento tenuti dal Federico II vanno da un minimo di 100 ad un massimo di 600 ore. Nessuno di questi ne accumula 1.500. Che ne sarà di noi? Non avremo più diritto a quei punti?”. 
Oltre al danno, la beffa: pare, infatti, che siano stati più fortunati coloro che, al posto della Federico II, abbiano scelto consorzi privati per i loro corsi. Uno di questi, il Forcom, “ha garantito, attraverso un’integrazione di materiale, il raggiungimento delle 1.500 ore a fronte, però, di un pagamento aggiuntivo di 200 euro”. Il Forcom, dunque, ha deciso di tutelare i suoi iscritti. “Cosa farà, invece la Federico II?”, si chiedono i docenti. “Abbiamo un bisogno disperato di quei tre punti, perché ben presto verremo sorpassati sia da coloro che si sono iscritti ai corsi abilitanti istituiti dal Provveditorato, sia da quanti hanno accumulato un anno di servizio col solo titolo di laurea, per intenderci, coloro che accedono direttamente alle graduatorie senza aver frequentato le Sicsi”.
I precari della docenza, pertanto, annunciano battaglia. Un incontro col Rettore Guido Trombetti del Federico II, il primo passo.  “Vorremmo affrontare questa situazione in un clima di mutua collaborazione, invitando i Dipartimenti a non escludere la possibilità di bandire con urgenza una gara per la realizzazione di un corso on-line ad integrazione dei precedenti e che ci consentirebbe di raggiungere il riconoscimento necessario alla spendibilità del titolo”. Se nessun accordo sarà raggiunto, “non escludiamo di adire le vie legali”. 
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