‘Innovazione e creatività’ è il titolo del progetto appena conclusosi e che ha visto la cooperazione tra le Università Parthenope, in particolare il Dipartimento di Ingegneria diretto dal prof. Vito Pascazio, e Federico II, con il Dipartimento di Ingegneria Industriale del prof. Antonio Moccia, e la multinazionale NTT DATA.
“Si tratta di una iniziativa congiunta tra i due Atenei – spiega il prof. Roberto Cerchione, docente e delegato all’orientamento del Corso in Ingegneria Gestionale della Parthenope nonché coordinatore del progetto insieme alla prof.ssa Piera Centobelli, docente di Bioeconomia e Proprietà Intellettuale alla Federico II – destinato ai laureandi di Ingegneria. Il titolo è emblematico perché se l’innovazione è una caratteristica insita nella maggior parte degli insegnamenti proposti agli studenti di Ingegneria, la creatività viene considerata ben poco. Per questo abbiamo deciso di dare spazio a questo binomio sempre più richiesto dalle aziende. Se un tempo la creatività era appannaggio di individui geniali che agivano in maniera isolata, oggi, nell’economia della conoscenza e nell’era dell’impresa 4.0, la creatività e l’innovazione sono considerati come un insieme di fattori personali che si sviluppano e interagiscono attraverso la conoscenza e il talento personale, il team working, la motivazione, le abilità e le competenze di gruppo. Le aziende adesso stanno chiedendo alle università di formare persone che non solo siano dotate di competenze metodologiche ma che abbiano anche delle doti creative. Quindi il progetto nasce proprio per consentire ai nostri ragazzi di sviluppare la loro creatività, in particolare nella ricerca di soluzioni di problemi complessi”.
Hanno partecipato al progetto 50 laureandi Magistrali provenienti in uguale misura da entrambi gli Atenei e da diversi Corsi di Laurea: “I ragazzi sono stati riuniti in team ibridi proprio per facilitare l’interazione tra componenti diverse. Il loro compito era sviluppare un’idea innovativa di business applicata all’Internet of things e alla wearable technology”.
I team sono stati seguiti nelle varie fasi del progetto da un comitato tecnico-scientifico composto dai dottori Francesco Miano, Antonio Ferullo, Simona Civita, Simona Labianca di NTT DATA, e dai docenti dei due Atenei Stefania Campopiano, Francesco Castagna, Piera Centobelli, Roberto Cerchione, Raffaele Cioffi, Emilio Esposito, Vito Pascazio, Renato Passaro, Antonella Petrillo, Antonio Thomas.
Al primo posto del podio è salito il gruppo Ecate composto da Giulia Carlomagno, Erika Esposito, Giuseppe Giannattasio, Pietro Gugliuzza, Roberto Orlacchio e Domenico Piccolo. I componenti del team hanno progettato un dispositivo di sicurezza e protezione contro la violenza sulle donne e avranno l’opportunità di entrare in una sede italiana della multinazionale NTT DATA per continuare la fase di sviluppo del progetto. Secondi, a pari merito, altri due progetti: Helpsub di Davide Bifulco, Sara Greco, Giuseppe Imparato, Filippo Perrella, Alberto Imparato, e CuorediMamma di Gennaro Cembrola, Maria Elena Gragnaniello, Maria Luongo, Alessandro Rubino, Simone Santangelo e Fabrizio Vivolo.
“L’aspetto più significativo di questa occasione offerta ai laureandi – aggiunge Cerchione – è che si tratta di una multinazionale giapponese che opera in tutto il mondo e che ha dato loro una possibilità di lavoro nella propria città”. Oltre ai componenti del team Ecate, inoltre, “sono stati scelti anche ragazzi di altri gruppi che non hanno vinto per un tirocinio al quale seguirà, molto probabilmente, un’offerta di lavoro”.
L’esperienza sarà riproposta “nei prossimi anni strutturandola su questo stesso tema, in quanto il principale valore aggiunto per gli studenti è stato quello di poter mettere in pratica le capacità creative che troppe poche volte hanno la possibilità di esprimere durante il percorso di studi”. Un consiglio agli studenti: “non rinunciare mai alla creatività, inventiva e voglia di sperimentare nuovi metodi e nuove strategie nella risoluzione di problemi e nel lavoro di squadra. Mai rimanere fermi ai tanti ‘facciamo in questo modo perché abbiamo sempre fatto così’ che capiterà loro di ascoltare in futuro”.
“Si tratta di una iniziativa congiunta tra i due Atenei – spiega il prof. Roberto Cerchione, docente e delegato all’orientamento del Corso in Ingegneria Gestionale della Parthenope nonché coordinatore del progetto insieme alla prof.ssa Piera Centobelli, docente di Bioeconomia e Proprietà Intellettuale alla Federico II – destinato ai laureandi di Ingegneria. Il titolo è emblematico perché se l’innovazione è una caratteristica insita nella maggior parte degli insegnamenti proposti agli studenti di Ingegneria, la creatività viene considerata ben poco. Per questo abbiamo deciso di dare spazio a questo binomio sempre più richiesto dalle aziende. Se un tempo la creatività era appannaggio di individui geniali che agivano in maniera isolata, oggi, nell’economia della conoscenza e nell’era dell’impresa 4.0, la creatività e l’innovazione sono considerati come un insieme di fattori personali che si sviluppano e interagiscono attraverso la conoscenza e il talento personale, il team working, la motivazione, le abilità e le competenze di gruppo. Le aziende adesso stanno chiedendo alle università di formare persone che non solo siano dotate di competenze metodologiche ma che abbiano anche delle doti creative. Quindi il progetto nasce proprio per consentire ai nostri ragazzi di sviluppare la loro creatività, in particolare nella ricerca di soluzioni di problemi complessi”.
Hanno partecipato al progetto 50 laureandi Magistrali provenienti in uguale misura da entrambi gli Atenei e da diversi Corsi di Laurea: “I ragazzi sono stati riuniti in team ibridi proprio per facilitare l’interazione tra componenti diverse. Il loro compito era sviluppare un’idea innovativa di business applicata all’Internet of things e alla wearable technology”.
I team sono stati seguiti nelle varie fasi del progetto da un comitato tecnico-scientifico composto dai dottori Francesco Miano, Antonio Ferullo, Simona Civita, Simona Labianca di NTT DATA, e dai docenti dei due Atenei Stefania Campopiano, Francesco Castagna, Piera Centobelli, Roberto Cerchione, Raffaele Cioffi, Emilio Esposito, Vito Pascazio, Renato Passaro, Antonella Petrillo, Antonio Thomas.
Al primo posto del podio è salito il gruppo Ecate composto da Giulia Carlomagno, Erika Esposito, Giuseppe Giannattasio, Pietro Gugliuzza, Roberto Orlacchio e Domenico Piccolo. I componenti del team hanno progettato un dispositivo di sicurezza e protezione contro la violenza sulle donne e avranno l’opportunità di entrare in una sede italiana della multinazionale NTT DATA per continuare la fase di sviluppo del progetto. Secondi, a pari merito, altri due progetti: Helpsub di Davide Bifulco, Sara Greco, Giuseppe Imparato, Filippo Perrella, Alberto Imparato, e CuorediMamma di Gennaro Cembrola, Maria Elena Gragnaniello, Maria Luongo, Alessandro Rubino, Simone Santangelo e Fabrizio Vivolo.
“L’aspetto più significativo di questa occasione offerta ai laureandi – aggiunge Cerchione – è che si tratta di una multinazionale giapponese che opera in tutto il mondo e che ha dato loro una possibilità di lavoro nella propria città”. Oltre ai componenti del team Ecate, inoltre, “sono stati scelti anche ragazzi di altri gruppi che non hanno vinto per un tirocinio al quale seguirà, molto probabilmente, un’offerta di lavoro”.
L’esperienza sarà riproposta “nei prossimi anni strutturandola su questo stesso tema, in quanto il principale valore aggiunto per gli studenti è stato quello di poter mettere in pratica le capacità creative che troppe poche volte hanno la possibilità di esprimere durante il percorso di studi”. Un consiglio agli studenti: “non rinunciare mai alla creatività, inventiva e voglia di sperimentare nuovi metodi e nuove strategie nella risoluzione di problemi e nel lavoro di squadra. Mai rimanere fermi ai tanti ‘facciamo in questo modo perché abbiamo sempre fatto così’ che capiterà loro di ascoltare in futuro”.