L’esperienza di Erika e Chiara alla Sorbona

Ogni Corso di Laurea può essere ben raccontato solo attraverso i suoi protagonisti, proprio come seguendo lo schema favolistico dei ruoli di Vladimir Propp. Non fa eccezione il Corso di Laurea in Data Analytics che, giunto al suo terzo anno, sembra promettere anche di più rispetto alle aspettative iniziali. Si parla di un Corso dall’impronta internazionale e che è diventato invece internazionalissimo, con ben il sessanta per cento degli studenti stranieri nell’anno accademico in corso. Ma com’è vivere il Corso di Laurea? Cosa ne pensano gli studenti? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Mastroianni, in corsa aperta verso la laurea. Il suo è un osservatorio privilegiato in quanto rappresentante degli studenti (“anello di congiunzione tra il corpo docente e quello studentesco”). Studiare Data analytics significa collocarsi in un settore innovativo, che si sta affermando anche grazie alla grande mole di dati apportata tra l’altro dalla rivoluzione digitale: “un Data analyst è una figura professionale altamente versatile, proprio perché non c’è un’area specifica di impiego. Una figura di questo tipo può essere utilizzata di conseguenza in più settori, come l’economia, il marketing, la biostatistica”. E Antonio ha anche le idee piuttosto chiare circa quali sono le skills che uno studente di Data analytics deve possedere: “credo che l’unico requisito veramente importante sia una certa affinità con le discipline scientifiche, ma anche l’aspetto linguistico, sebbene non fondamentale inizialmente, è importante perché i corsi che seguiamo sono in inglese, così come i testi di riferimento. Quindi è solo questione di farci l’abitudine perché l’uso della lingua in poco tempo divenga normalità”. Il futuro di Antonio, secondo i suoi progetti, sarà caratterizzato dalla prosecuzione con la Magistrale: “non ho ancora ben deciso quale sarà il percorso, ma sono certo di voler continuare a specializzarmi e non escludo che, data la versatilità di questo Corso di Laurea, sarà facile inserirsi in un contesto lavorativo, a prescindere dalla Magistrale che sceglierò”. Il rapporto con gli studenti stranieri “costituisce uno dei punti di forza del Corso di Laurea. Certo, a causa dell’emergenza epidemiologica non è stato possibile instaurare un rapporto stabile con tutti i colleghi, molti dei quali sono rientrati nei rispettivi Paesi di origine per non rimanere bloccati qua. Interagendo con loro si viene a creare una dimensione di interculturalità, spesso tipica degli ambienti di stampo umanistico, che abbatte le soglie del diverso e crea un proficuo scambio di conoscenze”. A conferma di questo spirito di solidarietà e integrazione, l’esperienza degli studenti del secondo anno, che hanno spontaneamente creato un gruppo di sostegno e autoaiuto. Ce ne parla Erika Del Rosso dalla sede francese della Sorbona, dove si trova insieme a tre suoi colleghi nell’ambito del progetto double degree promosso dall’Ateneo: “in Dipartimento si è venuto a creare un ambiente molto inclusivo, caratterizzato dalla collaborazione e dal sostegno; il ritrovo tra noi italiani e gli studenti stranieri è con il tempo diventato una conditio sine qua non. Si tratta di uno scambio di conoscenze a tuttotondo che passa anche attraverso lo scambio di ricette tipiche delle nostre culture! Poiché alcuni avevano qualche difficoltà nel comprendere anche l’inglese, i ragazzi del secondo anno, di cui io riporto la voce, hanno deciso di sostenere ciascuno un ragazzo straniero, fornendo il proprio contatto e mettendosi a disposizione per qualunque evenienza. Credo si tratti di un’iniziativa spontanea molto bella, che dimostra l’unità di noi studenti di Data analytics”. E a proposito dell’esperienza francese, Erika, studentessa del terzo anno, racconta dalla Université Sorbonne Paris Nord: “siamo partiti il primo ottobre, in cinque, ma un ragazzo ha abbandonato e quindi ci siamo ritrovati in quattro. Abbiamo dovuto trovare una sistemazione diversa dal campus della Sorbonne, perché non abbiamo trasmesso la richiesta in tempo, dato che a causa del Covid non sapevamo se saremmo partiti”. Anche a Parigi i corsi si seguono in modalità mista: “in presenza si tengono i corsi più pratici o che richiedono attività di laboratorio, come Internet of things (internet delle cose). I professori sono tutti molto disponibili”. Diversa anche la modalità di svolgimento degli esami, “che qui sono solo in forma scritta”. Lo scopo è il conseguimento di un double degree, di cui quello francese sarà in Informatique: “credo che si tratti di un’esperienza unica, la quale ci permetterà di competere attivamente nel panorama lavorativo internazionale”. I progetti futuri di Erika: “ho scelto Data analytics per la sua innovatività, e non ha affatto deluso le mie aspettative. In futuro mi piacerebbe lavorare nell’ambito del marketing o dell’economia, magari diventare manager in qualche grande realtà, per questo valuterò in questo senso la scelta del percorso di Laurea Magistrale”. Esperienza condivisa anche da Chiara Morgillo, come la collega iscritta al terzo anno e che con lei condivide il soggiorno francese: “non so ancora quale Magistrale scegliere perché il Corso in Data analytics spazia tra discipline molto diverse e questo può disorientare, quindi voglio darmi ancora un po’ di tempo per decidere”. Sulla permanenza all’estero: “è un’esperienza altamente formativa, in grado di offrire opportunità concrete per il futuro. Al momento stiamo seguendo sei corsi e non è facilissimo, perché, a causa dell’emergenza Covid-19, non è stato possibile organizzarsi per l’erogazione della didattica in inglese”. Però “siamo stati aiutati sia dall’Ateneo italiano che da quello francese e davvero non potremmo chiedere di meglio”.
Ali dall’Iran per una seconda laurea
Abita a Pompei uno degli studenti stranieri di Data analytics, Ali Arabi, al secondo anno e alle prese col suo secondo titolo di Laurea: “sono nato e cresciuto in quella che si ritiene essere la città più antica dell’Iran, Hamadan. Lì ho studia- to Economia e Commercio presso l’Università locale, lavorando contemporaneamente nell’azienda di famiglia, dove mi occupavo delle operazioni da svolgere sul web”, racconta. “Perché ho scelto Data analytics? Stavo cercando un Corso in lingua inglese che fosse compatibile con il mio precedente titolo e, cercando in Internet, sono venuto a conoscenza di questo Corso di Laurea Triennale della Vanvitelli. Dopo un’attenta valutazione dei vari piani di studio, constatato che Data analytics era proprio ciò che faceva al caso mio, mi sono iscritto”. La vita da studenti talvolta significa anche sacrificio: “al momento non posso seguire in presenza a causa dell’emergenza sanitaria, ma in periodi di normalità lascio casa alle sei del mattino e torno alle otto e mezza della sera, trascorro circa quattro ore in viaggio e studio spesso in treno. So che magari non si tratta della soluzione più agevole, ma con un po’ di volontà e impegno si riesce a superare ogni ostacolo”. Due modelli culturali a confronto: “studiare in Italia e in Iran non è poi così diverso, se non per il fatto che da me i docenti sono molto più severi e non amichevoli e disponibili come in Italia”. Ricorda il primo giorno in Dipartimento: “non sapevo minimamente che cosa fare o a chi rivolgermi. Fu allora che conobbi la prof.ssa Verde, la quale mi aiutò a sbrigliare tutte le pratiche, seguendomi passo passo. Questo rapporto tra docenti e studenti non è da sottovalutare, perché può essere di grandissimo aiuto”. Anche il rapporto con i colleghi non è da meno: “non solo perché si tratta di un Corso internazionale! C’è proprio la volontà di aiutarsi reciprocamente, a prescindere dallo studio. Si è creata una sinergia tale che questa solidarietà si è estesa anche al di fuori della vita universitaria. I corsi non sono semplici, la mole di studio è ingente, ma, grazie alla preparazione dei professori e al sostegno dei colleghi, la fatica si appiana fino a diventare quasi un divertimento”. E non è certo nei piani di Ali fermarsi dopo la laurea: “mi piacerebbe continuare con un Master o una Magistrale compatibile con Data analytics, perché oltre ad essere estremamente interessante sono certo che potrà fornirmi grandi possibilità per il futuro”.
Nicola Di Nardo

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