L’esperienza Erasmus “apre la mente e cambia la vita”

“L’Erasmus è un’occasione che apre la mente e cambia la vita”. Dunque, per partire attrezzati è necessario aggiungere in valigia “buona volontà, ottimismo, ovviamente voglia di studiare ma anche di divertirsi”. Le dritte sono della prof.ssa Francesca Russo, delegata d’Ateneo per l’Erasmus. Così come le rassicurazioni per quanti nutrono ansia nei confronti di un’esperienza nuova: “è bene non farsi intrappolare dal timore di non farcela”. Poi la docente aggiunge: “nonostante ciò che si dice, i giovani credono molto nel proprio futuro, sono dinamici e aperti alle novità, disposti a provare, a scommettere con loro stessi”. Un invito, dunque, a partecipare al bando appena licenziato. La richiesta della borsa di studio va inoltrata (tramite la procedura on line sul sito di Ateneo) fino all’8 marzo. Le mete si espandono in  tutta Europa e lo studente potrà sceglierne tre tra quelle indicate nella lista delle Università Partners riferite alla propria Facoltà e Corso di Laurea. La durata dell’esperienza parte da un minimo di 3 mesi fino a un totale di 12 per ogni ciclo di studi, o 24 solo per i Corsi di studio a ciclo unico come Giurisprudenza, Scienze della Formazione primaria e Conservazione e Restauro dei beni culturali. Possono presentare domanda gli studenti iscritti ai Corsi di Laurea sia Triennali (attenzione che quelli iscritti al primo anno abbiano conseguito almeno 40 crediti!) che Magistrali, i dottorandi, chi frequenta un Master; in più chi abbia una conoscenza adeguata della lingua straniera del paese che intende scegliere e i cittadini di uno Stato membro o di un altro Paese partecipante al programma Erasmus. Per la selezione si terrà conto della media degli esami, del numero di crediti accumulati, del risultato di un test linguistico e di un colloquio motivazionale. È fondamentale, infatti, dimostrare di possedere un livello pari o superiore al B1 di una lingua. “L’università ha programmato dei corsi di preparazione linguistica (il calendario delle lezioni è pubblicato sul sito), della durata di 60 ore e completamente gratuiti, di inglese, francese, spagnolo, tedesco e portoghese con una prova finale che si terrà il 13 marzo – spiega la prof.ssa Russo – Abbiamo promosso questi corsi per posizionare tutti gli studenti sullo stesso piano, per aiutarli a superare con un buon punteggio il test finale obbligatorio e arrivare in alto nella graduatoria per avere la possibilità di scegliere tra le tre mete indicate”. Un consiglio: “Meglio avvicinarsi a tre lingue diverse e non fossilizzarsi su una sola. Non lasciarsi spaventare dalla scarsa conoscenza della lingua ma puntare a perfezionarla, seguendo quante più lezioni possibili e studiando anche a casa”. Oggi, indubbiamente, è indispensabile conoscere l’inglese, ma sarebbe preferibile guardare alla professione che si intende svolgere nel  futuro: “il tedesco è una lingua molto richiesta, ad esempio, perché la Germania ha una presenza forte in Europa. Tutte le lingue, però, hanno un proprio rilievo, e più ne si conoscono meglio è”.
Per invogliare la mobilità studentesca, l’Ateneo supporta economicamente gli studenti integrando le borse erogate dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ (i cui importi sono di 230 e 300 euro mensili, a seconda dei Paesi di destinazione). Lo studente vincitore di borsa durante l’esperienza all’estero deve maturare almeno 15 crediti a semestre in relazione alle attività indicate nel suo Learning Agreement, ovvero il piano di studi, per cui è opportuno “scegliere la città che piace di più ma soprattutto quella che maggiormente si collega alle proprie aspettative, per non rischiare di tornare insoddisfatti o di non riuscire a superare gli esami minimi richiesti”. Lo studente dovrà indicare nel Learning Agreement “i corsi stranieri dei corrispettivi esami nel piano di studi italiano che intende sostenere all’estero – spiega la docente – Ovviamente non si cercherà una corrispondenza perfetta tra gli esami ma una similarità, come è giusto che sia, per arricchire al massimo il percorso di studi. Una volta che il Learning Agreement è stato approvato anche dall’università ospitante, lo studente può apportare dei cambiamenti ma non più di due volte. Quindi è bene acquisire da subito una certa consapevolezza di ciò che si sceglie”.
Francesca Corato
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