L’interazione dei saperi: la forza della Federico II

La cooperazione e la trasversalità dei saperi sembrano rappresentare la  terapia per combattere alcuni dei mali che attanagliano le università italiane, come la riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario, ma sono anche una efficace strategia per traghettare un Ateneo generalista come la Federico II verso le sfide del nuovo millennio. Il lavoro nei singoli Dipartimenti, così come nelle Scuole, va in questa direzione. Il timone è puntato verso la qualità e l’eccellenza. Così l’Ateneo federiciano è riuscito a recuperare posizioni nelle graduatorie e a risultare università virtuosa.
“Quella attuale, dietro la guida del prof. Gaetano Manfredi, è un’esperienza di Rettorato che merita di essere portata avanti e sostenuta – è il pensiero del prof. Edoardo Massimilla, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici – La nostra città ha un tessuto sociale fragile, dove l’innovazione viene vissuta con passività ed è facile tornare indietro. In questo sistema l’Università rappresenta uno dei nodi nevralgici dell’innovazione e del rinnovamento. La Federico II è stata un volano straordinario. Si pensi al progetto di Industria 4.0 per l’innovazione informatica nelle imprese, che coinvolge circa 50 realtà imprenditoriali ed è affidato al tutoraggio della Federico II e dell’Università di Bari”. “La nostra forza – aggiunge – è la cooperazione interna. Siamo un Ateneo generalista ed oggi la ricerca vive, nelle sue punte più avanzate, di questa interazione tra i saperi”.
“Uno dei nostri obiettivi è quello di allargare sempre di più le tematiche affrontate in Dipartimento – con queste parole anche il prof. Matteo Lorito, Direttore del Dipartimento di Agraria pensa alle grandi sfide che interesseranno l’università – che non possono essere limitate alla produzione vegetale e alla pura tecnologia alimentare. Ormai ci si rivolge all’agraria per tante questioni diverse, ad esempio quelle legate ai problemi ambientali, all’enogastronomia, alla promozione e il marketing del nostro agroalimentare, che rimane una delle più importanti componenti del PIL. Ma soprattutto ci si rivolge alle scienze agrarie per tutti quei temi legati all’agricoltura 4.0, dove l’applicazione nel mondo produttivo agricolo diventa ideale per le tecnologie digitali e di alta specializzazione che caratterizzano l’industria 4.0. Sono, infatti, aumentate moltissimo le collaborazioni con la Scuola Politecnica in tutte le sue accezioni, dall’ingegneria alla matematica, dalla fisica alla chimica. Ovviamente è importante anche il rapporto con la medicina sui temi della nutrizione, che non possono più essere legati al solo momento dell’alimentazione ma si estendono a tutta la filiera produttiva”. I rapporti di Agraria con le altre scienze si diramano fino a quelle umane: “Abbiamo realizzato numerose collaborazioni con diverse realtà museali e archeologiche come il Mann, gli scavi di Pompei ed Ercolano, Pietrarsa. La nascita della Scuola di Agraria e Veterinaria ci ha poi permesso una fortissima sinergia con il Dipartimento guidato dal prof. Gaetano Oliva”. I primi frutti delle nuove sinergie, aggiunge il prof. Lorito, “sono i due Corsi di Laurea ai quali partecipiamo: ‘Precision lifestock production’, con Ingegneria e Veterinaria, e ‘Hospitality Management’ con il Dipartimento di Economia. Stiamo proiettando Portici sempre più verso il centro dell’Ateneo, riducendo le distanze”.
“Lavorare insieme”
Trasversalità e sostegno all’Ateneo sono le parole chiave non solo per Agraria, ma anche per il Dipartimento di Scienze Sociali. Come sottolinea il prof. Stefano Consiglio, che ne è il Direttore, una delle più grandi sfide per il futuro di tutti è “fare in modo che la tecnologia sia funzionale al benessere delle persone. Per questo non si può che creare collaborazione tra le varie scienze. Ne abbiamo un bisogno reciproco. Ad esempio, la cyber security ed il suo impatto con le persone non può essere una tematica meramente tecnologica. Essere un Ateneo generalista ci permette di dare risposte che gli ingegneri, i sociologi o i matematici da soli non sono in grado di offrire. I presidi dipartimentali sono cruciali, ma per dare un contributo alla società è fondamentale lavorare insieme”. Due sono gli obiettivi importanti che il prof. Consiglio si è prefisso per Scienze Sociali: “Abbattere ulteriormente il muro che ci separa dalla società e continuare a collaborare sempre più con il territorio, seguendo la missione di un’università a supporto del territorio. Penso ai progetti con Action Aid per l’immigrazione o al Laboratorio su criminalità e corruzione e a quello sul turismo che sta per partire”.
Anche per la prof.ssa Angela Zampella, Direttore del Dipartimento di Farmacia, quando si parla di trasversalità vengono in mente “gli stretti rapporti tessuti sia nell’ambito della Scuola di Medicina e Chirurgia, in cui siamo confluiti da poco, che quelli con i colleghi delle Scienze Umane e della Scuola Politecnica con cui non manchiamo di mettere in atto strategie comuni per la ricerca e l’organizzazione della vita di Ateneo”. 
Dal prossimo anno l’Ateneo partirà “con il Corso in Data Science che sarà incardinato nel Dipartimento di Fisica, ma vi concorreranno tutte le Scuole e diversi Dipartimenti: Ingegneria, Medicina, Scienze umane, Economia”, anticipa il prof. Leonardo Merola, restando in tema di trasversalità dei saperi. Un altro obiettivo messo a segno: “abbiamo dato vita al dottorato in Tecnologie Quantistiche che rappresenta un investimento in tutte quelle che sono le tecnologie quantistiche, settore interdisciplinare che non riguarda, quindi, solo la fisica della materia, ma anche la sensoristica, i materiali, il computing. Sono grandi sfide che l’Ateneo ha deciso di lanciare e alle quali noi abbiamo risposto, insieme agli altri Dipartimenti, perché solo lavorando insieme si possono raggiungere risultati di eccellenza”. Poi, facendo riferimento ad un’altra importante funzione dell’Accademia, aggiunge: “Sul versante della Terza missione e della comunicazione col territorio vengono svolte diverse attività come le Master class, la ‘Notte dei ricercatori’, ‘Università porte aperte’, tutte le iniziative del Piano lauree scientifiche”. 
Una battaglia culturale contro l’autonomia 
differenziata

È da Giurisprudenza, attraverso la voce del prof. Sandro Staiano, Direttore del Dipartimento, che arriva l’allerta sullo stato del sistema universitario italiano dove l’autonomia, accoppiata ai tagli sul Fondo di Finanziamento Ordinario, sta provocando danni devastanti: “Noi siamo impegnati a portare avanti una battaglia culturale contro questa idea di frammentazione dell’Italia e di compressione delle autonomie regionali e subregionali, che andrebbe a toccare ancora di più il già martoriato comparto universitario. C’è bisogno, quindi, di un supporto analitico e culturale a quella battaglia politica che speriamo parta al più presto. Su queste nostre intenzioni, a cui seguiranno delle iniziative, abbiamo ricevuto il sostegno dell’Ateneo”.
“Una forma di autonomia avanzata può rivelarsi una grande gabbia per tutto il comparto – è il timore anche di Massimilla – Si tratta di liberalizzazioni apparenti che creano solo maggiori disparità: a volte le norme comuni rappresentano non una camicia di forza ma una guida per tutti”.
In un quadro del genere, la Giurisprudenza deve avere un suo ruolo attivo, ripete ancora il prof. Staiano puntando a “restituire al nostro Dipartimento un ruolo centrale nell’ambito dei processi di Governance di Ateneo, non attraverso l’occupazione di cariche di governo – tiene a precisare – ma con una partecipazione all’elaborazione dei contenuti, anche rispetto ai contenuti normativi”. Per ciò che riguarda l’offerta formativa, “l’obiettivo è competere sul piano nazionale con un’offerta di eccellenza e differenziata, una più forte ed efficace internazionalizzazione soprattutto sul versante delle doppie lauree”. In un momento difficile, in particolare per le Università del Sud, “vogliamo metterci al passo specializzando i nostri percorsi, ad esempio con la doppia laurea con Economia, conseguibile in sei anni, che è adesso oggetto di una fase operativa, o ancora con la Laurea Triennale in Servizi Giuridici”. A questa differenziazione dell’offerta formativa si affianca una razionalizzazione delle risorse: “Abbiamo appena ricevuto il finanziamento di una ricerca Prin di area umanistica sulla linea Sud, ed inoltre stiamo recuperando fondi non spesi in passato su progetti riguardanti sia le strutture che l’attività scientifica, ad esempio un progetto sulla Giurisdizione che riguarderà tutto il Dipartimento. Abbiamo avuto dei fondi PON sui quali assumeremo dei ricercatori di tipo A. Per il personale docente bisogna dire che ci sono settori un po’ sofferenti per i pensionamenti e per una tradizionale carenza di organici specifici in settori come internazionale e comunitario. Quindi procederemo a rimpinguare questi settori con il reclutamento di ordinari, associati e ricercatori. Purtroppo i problemi che attanagliano il nostro Dipartimento sono quelli che interessano tutta l’università italiana, nello specifico lavoreremo anche per una migliore organizzazione del personale amministrativo e per ampliare l’offerta bibliotecaria”.
“Anche nel nostro Dipartimento sono previsti alcuni pensionamenti, almeno due ordinari solo quest’anno – commenta senza grossa preoccupazione la prof.ssa Cristina Trombetti, Direttore del Dipartimento di Matematica – La nostra struttura, oltre alla didattica interna, in realtà offre supporto a diversi Dipartimenti, perché la matematica si studia un po’ ovunque tra le lauree scientifiche, quindi come docenti siamo tutti molto carichi. È stato fatto in questi anni un buon reclutamento di persone giovani e capaci e siamo sicuri che continuerà ad esserci la giusta attenzione per la ricerca di base, anche da parte dell’Ateneo”. Per quanto riguarda i finanziamenti, “la maggior parte dei fondi ormai arriva dai progetti e noi partecipiamo attivamente a diversi bandi. Si sono appena conclusi 2 programmi ERC, uno con il prof. Fusco ed un altro con la prof.ssa Gabriella Pinzari, dei PRIN e dei FIRB. Ora siamo in attesa di risposte per nuovi bandi a cui abbiamo partecipato”. La vivacità del Dipartimento “si evidenzia anche dall’aumento degli iscritti, in particolare il successo è della Magistrale in Mathematical Engineering, quindi io, che sono in carica da soli 40 giorni, posso solo augurarmi di fare ancora meglio”.
A Farmacia l’età media dei docenti è, invece, bassa grazie alla politica di reclutamento degli scorsi anni, anche in virtù delle risorse assegnate come ‘Dipartimento di Eccellenza 2018-2022’. “C’è stato un importante ricambio generazionale, anche con l’arrivo di docenti dall’estero, quindi ci aspettiamo pochi pensionamenti”, conferma la prof.ssa Zampella. Anche gli studenti sono aumentati, “raddoppiando di numero in alcuni Corsi. Questo ci porterà a dover ragionare per il prossimo anno sulle eventuali sofferenze di spazi o di personale. Inoltre, abbiamo bisogno di maggiori spazi per gli studi dei ricercatori, che, appunto, sono aumentati negli ultimi anni”. Il Dipartimento ha “una vivace attività di ricerca. Naturalmente soffriamo dei tagli al Finanziamento Ordinario, ma riusciamo a raccogliere contributi importanti dai progetti e dall’attività per conto terzi grazie all’impegno di tutti i colleghi. Il bilancio derivato dall’Eccellenza, infatti, è da destinare a grandi strumentazioni o interventi strutturali, mentre i singoli progetti di ricerca vivono grazie alla capacità dei singoli di reperire finanziamenti. Purtroppo non tutta la nostra ricerca è ‘interessante’ per le aziende, quindi anche da noi ci sono filoni più sofferenti che vanno sostenuti maggiormente”.
Buon reclutamento, grazie appunto al lavoro in Rettorato e alla capacità che si è avuto di sfruttare le finestre normative anche in area medica, così come  raccontano i Direttori dei Dipartimenti di Scienze Biomediche Avanzate e di Medicina Molecolare e Biolotecnologie Mediche. “Possiamo dirci soddisfatti per le risorse che abbiamo. I fondi del FFO sono stati soddisfacenti; adesso abbiamo 14 ordinari e 22 associati, oltre a 14 ricercatori a tempo indeterminato e 8 a tempo determinato di tipo B, che presto saranno 10, e 14 di tipo A che saranno 18 grazie ad un PON a cui stiamo partecipando. Naturalmente la partecipazione a progetti e bandi competitivi è fondamentale – spiega il prof. Alberto Cuocolo, di Scienze Biomediche Avanzate – Al nostro interno è, inoltre incardinato il Comitato Etico, che contribuisce con borse di studio e assegni di ricerca e personale di supporto”.
“Grazie anche agli sforzi di questa Governance, mi trovo ad iniziare il mio lavoro come Direttore in un momento favorevole per il reclutamento di tanti giovani meritevoli – commenta la prof.ssa Franca Esposito – Naturalmente non è mai abbastanza: i ricercatori lavorano in condizioni disastrose, nonostante le continue richieste di finanziamenti e gli sforzi che vengono fatti per mantenere queste forze in Dipartimento”. Una struttura con 97 tra docenti e ricercatori che, lamenta la direttrice, ha una forte carenza di personale tecnico e amministrativo: “Sono circa otto unità di personale amministrativo, molto volenteroso, ma purtroppo insufficiente alle nostre esigenze”. Una ottusa politica di distribuzione dei finanziamenti che favorisce i grandi gruppi, e penalizza in particolare gli Atenei meridionali, ne è la causa:  “Progetti, bandi competitivi e relazioni con il territorio sono le risorse principali grazie alle quali si possono oggi reperire fondi”. 
“La cooperazione tra le tre anime della Scuola di Medicina, ovvero didattica, ricerca e assistenza – aggiunge Cuocolo – è essenziale per migliorare i risultati, così come la collaborazione tra tutti i Dipartimenti di Ateneo”.
Costruire un futuro 
per i giovani
Horizon 2020 (H2020), Prin e progetti dipartimentali sono il nutrimento anche per l’area ingegneristica, ne è l’esempio il Dipartimento di Ingegneria Industriale, guidato dalla prof.ssa Rita Mastrullo: “Abbiamo circa 26 ricercatori a tempo determinato di tipo A di cui un buon numero è pagato con progetti di ricerca H2020, o progetti dipartimentali su fondo moneta di Ateneo. Riusciamo, quindi, con l’attività scientifica dei colleghi a fare fronte alle esigenze della ricerca. Ad esempio, dei circa 15 dottorandi che abbiamo all’anno, arrivano dal Miur solo 7 borse, mentre le altre nascono dai dottorati innovativi e dottorati industriali, nonché dalle borse pagate dalle aziende del territorio locale e nazionale, come i grandi gruppi dell’aerospazio e dell’ingegneria navale. Possiamo dire che il segnale di sintesi della buona capacità di reperire fondi per la ricerca in Dipartimento è il buon reclutamento fatto e la presenza di tanti giovani. Con amarezza devo dire che se avessimo più risorse potremmo fare di più per trattenere questi giovani. Lo sforzo che mettiamo in piedi, non solo noi come Dipartimento ma la società intera, per formare i nostri giovani viene sì ricompensato dall’inserimento immediato che i nostri ragazzi trovano, ma il rammarico sta nel pensare che sono energie e professionalità di eccellenza che vanno via, perché non riusciamo sempre a disegnare per loro una progettualità a lungo termine. Un obiettivo è riuscire, quindi, a costruire un futuro qui per i nostri giovani, ma – aggiunge – anche riuscire ad attrarre studenti da fuori, questo potenziando i servizi e offrendo un’accoglienza migliore”. 
Spazi e strutture
Registra un reclutamento importante negli ultimi tre anni Agraria con “circa 30 unità tra associati e ordinari e 30 ricercatori, di cui il 30% dall’estero – sono le parole di Lorito – Per quanto riguarda i finanziamenti, negli ultimi 3 anni abbiamo gestito oltre 300 progetti su bandi competitivi, e al momento abbiamo attivi almeno 12 progetti H2020. Abbiamo avuto anche finanziamenti diversi, ad esempio dall’Ente Spaziale Europeo, per un progetto di agricoltura spaziale”. Non ci si può lamentare neanche in termini di strutture, “dove gli investimenti hanno interessato, grazie all’attenzione dell’Ateneo, il rifacimento di 6 aule per la didattica oltre ad aule studio, e abbiamo potuto aprire le sale più belle del Piano Nobile, oltre all’inaugurazione del Galoppatoio Monumentale. Il mio desiderio è realizzare pienamente il grande progetto che prevedeva su questa sede una struttura che coniugasse l’attività didattica, scientifica e museale-ricreativa. Questo si potrà realizzare solo se dovesse essere messa a nostra disposizione la nuova sede dove trasferire i laboratori, problema sempre più urgente, visto il nuovo reclutamento che ha portato a superare le 140 unità di personale docente”.
“Le attività di ricerca di una struttura come la nostra – spiega anche il prof. Merola – vedono finanziamenti ministeriali, europei, regionali, ma importantissimi sono i finanziamenti dagli enti di ricerca come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Cnr, in particolare gli istituti Spin e Isasi. Possiamo dire che non c’è una carenza specifica, anche se l’FFO è scarso, grazie al lavoro dei colleghi, i quali riescono a vincere quei bandi competitivi che ci permettono di fare ricerca. Siamo un Dipartimento con circa 130 ricercatori, 50 dottorandi e 40 assegnisti, oltre ai dipendenti di INFN e CNR”, sono i numeri di Fisica. Una delle criticità che interessano il Dipartimento è “nelle strutture, che necessitano di una manutenzione, ad esempio nei servizi igienici, idraulici ed elettrici, che però dipende dagli uffici centrali. L’Ateneo ha messo in atto uno sforzo per la riqualificazione di laboratori didattici, aule studenti, aule studio e adesso per la biblioteca. Noi siamo una grande comunità di circa 400 persone in totale, e abbiamo una carenza di spazi molto grave – denuncia – Abbiamo circa 15 neoassunti che non hanno una scrivania”.
Problemi logistici trasversali ai vari Dipartimenti con l’aumento degli iscritti a Scienze Sociali. “Con l’eliminazione del numero programmato, sul Corso di Laurea in Comunicazione – racconta il prof. Consiglio – ormai sfioriamo i 400 iscritti e in quello in Sociologia siamo sui 340, con incrementi a due cifre sulle Triennali. Questo ci pone un problema logistico di aule che stiamo gestendo grazie alla collaborazione con la Scuola. L’attivazione di più canali ci pone problemi legati anche alla disponibilità di budget per quanto riguarda il personale docente”. Sul fronte della ricerca, aggiunge, “i Fondi di Ateneo servono più che altro ad organizzare le trasferte nell’ambito dell’internazionalizzazione, ma la vera capacità di potenziare la nostra ricerca sta nei progetti regionali, nazionali o europei, ad esempio quello vinto dalla prof.ssa Rosanna De Rosa. Entro giugno avremo tre nuovi ricercatori di tipo A con un bando competitivo, ma con quota 100 sono previsti diversi pensionamenti. Inoltre, abbiamo un Ufficio Ricerca composto da tre persone, di cui una in maternità”.
“Siamo i primi per qualità del  reclutamento”
“Sono stati, sono e saranno tempi difficili per tutto il sistema universitario nazionale e per il Sistema Paese – è la visione condivisa da tutti e ribadita dal prof. Massimilla – La Federico II ha avuto in questi anni la fortuna di avere un Rettore come Gaetano Manfredi che ci ha permesso di risalire quella china, che altri Atenei meridionali invece hanno disceso a rotta di collo. Adesso siamo in ‘serie A’ e possiamo competere con grandi università come Bologna, Padova o Milano. Ne è la prova anche la risalita importantissima delle immatricolazioni e il livello di qualità del reclutamento. Siamo stati i secondi lo scorso anno e i primi quest’anno per qualità del reclutamento secondo il MIUR: questo significa più fondi. È chiaro che c’è la questione del potenziamento dell’internazionalizzazione e la stabilizzazione dei tanti ricercatori a tempo determinato da non sottovalutare: basta poco per tornare indietro di 2-3 anni e perdere tutti gli sforzi fatti”. Al Dipartimento di Scienze Umanistiche: “siamo risusciti a fronteggiare il problema del turn over. Abbiamo 200 docenti e ben 16 Corsi di laurea: il più grande di Ateneo, quindi si tratta di grandi numeri. Il nostro impegno adesso è teso a stabilizzare i ricercatori a tempo determinato che sono 23 e di questi 19 sono anche abilitati alla seconda fascia, e altri 4-5 alla prima fascia. Maggiori problemi li abbiamo sulla logistica e sugli spazi, ma anche qui vedo con grande fiducia la creazione di un aulario di Scuola con la condivisione delle aule che insistono nell’isola umanistica”.
Valentina Orellana
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