L’Orientale ha il suo primo Museo Didattico

Sarà inaugurato il 13 novembre alle ore 11.30, presso la Sala Conferenze di Palazzo Du Mesnil, alla presenza di tutte le autorità accademiche, il Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’, il primo dell’Ateneo.
La Galleria, intitolata all’illustre docente ed archeologo che aveva concepito l’idea di questo progetto già negli anni ’60, raccoglie circa 300 reperti archeologici di diverse dimensioni, provenienti dal vicino e lontano Oriente e dall’Africa. “Il nostro Ateneo raccoglie da anni diversi reperti provenienti soprattutto dal vicino Oriente. In particolare, negli anni ’60-’70 molti docenti hanno portato oggetti dai loro scavi. Tra i maggiori raccoglitori, proprio il prof. Scerrato. Ci sono, inoltre, tutti gli oggetti che l’Università ha acquistato o che gli sono stati donati da diverse istituzioni o enti. Tutto questo materiale ha aspettato per anni di trovare una sua collocazione – racconta la prof.ssa Lucia Caterina, curatrice del Museo – Grazie all’appoggio del Rettore, siamo, infine, riusciti a dar luce a questo progetto e ad aprire il primo Museo didattico del nostro Ateneo. Si tratta di un progetto a cui hanno collaborato con passione molti colleghi ed esponenti del personale del Dipartimento Asia Africa e Mediterraneo”. Quella intitolata a Scerrato è la prima struttura espositiva didattica dedicata all’archeologia orientale presente in Italia e raccoglie una vastissima collezione, tra cui dei singolarissimi sigilli mesopotamici. “Ci sono reperti provenienti da Mesopotamia, Iran, Afghanistan, ma anche Sudan, Etiopia, Eritrea e anche alcuni frammenti di porcellane cinesi, delle sculture del nord dell’India e delle steli egizie, con le quali i ragazzi si possono esercitare con la traduzione, per un arco temporale che va dal IV secolo a.c fino all’800. Gli spazi sono divisi per aree di provenienza geografica e, allo stato attuale, la parte più consistente interessa la collezione islamica”, spiega la docente.
Il Museo, ospitato nel piano seminterrato di Palazzo Du Mesnil, è dotato di una serie di strumenti interattivi – pannelli touch screen che riportano informazioni dettagliate sugli oggetti in esposizione, sei plastici che documentano le attività di scavo – attraverso i quali gli studenti possono andare a scoprire i luoghi da cui provengono i reperti e “capire meglio le strutture architettoniche. Ad esempio, sono ricostruiti gli scavi di villaggi sud arabici nei minimi dettagli: i ragazzi possono anche sollevare i tetti e guardare dentro le case per scoprirne gli interni”.
Anche se sono ammesse le visite di appassionati esterni, il Museo ha principalmente una funzione didattica ed è dedicato, in particolar modo, agli studenti di archeologia orientale. A questo scopo, gli spazi museali sono affiancati da aule attrezzate nelle quali si possono svolgere seminari o laboratori didattici. “Per i nostri studenti, avere la possibilità di fare lezione e poi toccare con mano quegli oggetti di cui si è parlato con il docente è un’ottima opportunità per un migliore apprendimento. Si tratta di reperti che altrimenti avrebbero potuto vedere solo sui libri. Già dal secondo semestre è in programma un laboratorio sulla ceramica orientale”, conclude la prof.ssa Caterina.
(Va.Or.)
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