Un immenso dolore attanaglia i cuori di quanti conoscevano Zaira Magro, la studentessa de L’Orientale di 21 anni venuta a mancare nella notte dello scorso 2 giugno a causa di un arresto cardiaco mentre si trovava nel suo appartamento di Saarbrücken, in Germania, per completare il periodo di Erasmus dal quale sarebbe rientrata a settembre. Originaria di Picerno in provincia di Potenza, Zaira nel 2014 si era trasferita a Napoli per iscriversi a Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe e realizzare il sogno di una laurea in discipline umanistiche, inglese e tedesco le lingue straniere da lei predilette, nel frattempo senza rinunciare alle sue più grandi ambizioni. In particolare, la scrittura. Già collaboratrice per le redazioni di riviste culturali online come il Pickwick e il MarDeiSargassi, la sua penna era ammirata e stimata dai colleghi che vedevano in lei prendere lentamente forma i sogni
di una giovane creativa. Nei giorni scorsi la notizia ha profondamente scosso l’intera comunità accademica, e soprattutto studenti e professori che ricordano bene Zaira, tutti insieme uniti nella dolorosa circostanza per esprimere cordoglio e vicinanza a familiari e amici. “Amava la poesia, si addentrava nei versi, così come per la musica. Aveva l’abitudine di cibarsi d’arte e collezionare mostre dalla quale avrebbe tratto l’ispirazione per un nuovo pezzo. E amava condividere le sue passioni, ma con naturalezza. Era autentica, brillante, umile, di un’intelligenza straordinaria e fuori dal comune”. Sono le parole di alcuni studenti che seguivano con lei il corso di Letteratura Tedesca. E proprio questa era in cima ai suoi sogni, al punto da volerne fare una professione, la giornalista. “Era semplicemente bello, pensavo a leggere i suoi articoli, che ci fossero persone che con queste piccole cose non solo si dedicavano ai loro interessi ma in fondo erano già intente a costruirsi un futuro”, commenta il suo docente di Letteratura Italiana. “Non esistono parole per esprimere lo strazio che circonda un simile avvenimento”, dicono i rappresentanti degli studenti. “La nostra Università, prima di essere comunità di studio e di ricerca, è una comunità di affetto e relazioni umane. Continueremo a tenere vivo il ricordo della nostra collega e di tutto il bene che ci ha dato”, aggiungono. “È impossibile negare che sia stata una delle anime più profonde e delicate che abbiano abitato questa terra. Le parole non possono descrivere i silenzi complici, la sua tenerezza e generosità, l’affetto che abbiamo provato per lei”, scrive una sua cara amica. “Aveva sempre belle
parole, consigli utili e un dolce sorriso per chiunque cercasse conforto in lei. Adesso ogni parola non sarebbe che un vano tentativo di restituire la bellezza di piccoli attimi di cui ci ha reso partecipi”, ricorda Flavia, sua compagna tra i banchi di tedesco. “In arabo il nome ‘zahrah’ vuol dire rosa – riprende – Zaira è un fiore che sboccia nella memoria di tutti noi e continuerà a vivere nei ricordi di coloro che grazie a lei hanno ricevuto il dono di essere amati”.
di una giovane creativa. Nei giorni scorsi la notizia ha profondamente scosso l’intera comunità accademica, e soprattutto studenti e professori che ricordano bene Zaira, tutti insieme uniti nella dolorosa circostanza per esprimere cordoglio e vicinanza a familiari e amici. “Amava la poesia, si addentrava nei versi, così come per la musica. Aveva l’abitudine di cibarsi d’arte e collezionare mostre dalla quale avrebbe tratto l’ispirazione per un nuovo pezzo. E amava condividere le sue passioni, ma con naturalezza. Era autentica, brillante, umile, di un’intelligenza straordinaria e fuori dal comune”. Sono le parole di alcuni studenti che seguivano con lei il corso di Letteratura Tedesca. E proprio questa era in cima ai suoi sogni, al punto da volerne fare una professione, la giornalista. “Era semplicemente bello, pensavo a leggere i suoi articoli, che ci fossero persone che con queste piccole cose non solo si dedicavano ai loro interessi ma in fondo erano già intente a costruirsi un futuro”, commenta il suo docente di Letteratura Italiana. “Non esistono parole per esprimere lo strazio che circonda un simile avvenimento”, dicono i rappresentanti degli studenti. “La nostra Università, prima di essere comunità di studio e di ricerca, è una comunità di affetto e relazioni umane. Continueremo a tenere vivo il ricordo della nostra collega e di tutto il bene che ci ha dato”, aggiungono. “È impossibile negare che sia stata una delle anime più profonde e delicate che abbiano abitato questa terra. Le parole non possono descrivere i silenzi complici, la sua tenerezza e generosità, l’affetto che abbiamo provato per lei”, scrive una sua cara amica. “Aveva sempre belle
parole, consigli utili e un dolce sorriso per chiunque cercasse conforto in lei. Adesso ogni parola non sarebbe che un vano tentativo di restituire la bellezza di piccoli attimi di cui ci ha reso partecipi”, ricorda Flavia, sua compagna tra i banchi di tedesco. “In arabo il nome ‘zahrah’ vuol dire rosa – riprende – Zaira è un fiore che sboccia nella memoria di tutti noi e continuerà a vivere nei ricordi di coloro che grazie a lei hanno ricevuto il dono di essere amati”.