L’Università raccontata dai docenti ‘orientatori’

Si sono interfacciati con i maturandi perplessi, indecisi e desiderosi di essere incoraggiati. Bisognosi non soltanto di informazioni tecniche, le future matricole hanno guardato ai docenti universitari come a preziosi fari dispensatori di supporto e consigli, necessari per compiere una delle scelte più importanti della propria vita.
Domanda classica è come faccio a capire di essere adatto a quella professione? La prof.ssa Natascia Villani (Suor Orsola Benincasa) risponde in merito alle Scienze dell’Educazione, della Formazione Primaria e della Comunicazione: “Interagire con la prima infanzia implica il possesso di doti quali capacità di osservazione perché bisogna capire quanto il bambino non dice, capacità di analisi e di riflessione. La formazione primaria è lo step successivo: in questo contesto bisogna cominciare a fornire delle conoscenze con la capacità di far appassionare. Un buon maestro deve guidare il suo allievo alla scoperta della realtà come se fosse un’avventura”. Quanto al comunicatore ideale: “deve avere una pluralità di conoscenze, sociologiche, tecnologiche, economiche, di diritto, di marketing e saper intercettare i bisogni del suo target di riferimento”. 
In un mondo che sembra dominato dalle scienze dure, c’è ancora spazio per le discipline umanistiche? Il prof. Leone Melillo (Parthenope) esprime il suo parere a proposito del diritto e delle dottrine politiche che “sono cruciali nell’ambito di una formazione completa. La Giurisprudenza offre competenze diversificate spendibili nei più svariati campi e il diritto è presente nella vita e nelle dinamiche quotidiane, invitandoci ad essere informati e aggiornati”. Prosegue la prof.ssa Emilia D’Avino (Parthenope) che invita a non guardare le cose dalla prospettiva sbagliata: “La società cambia e diventa più tecnologica, siamo nell’era 4.0 in cui il digitale ha acquisito un’importanza strategica”. Pensiamo che questo riguardi solo le discipline scientifiche e le scienze più tecniche? Niente di più sbagliato: “Se il diritto non interviene a regolare tutti i cambiamenti e le novità che vengono introdotte, vivremmo in una società priva di regole e alla deriva”. 
La società che cambia ha comportato l’aggiornamento di molte discipline umanistiche come fa notare anche la prof.ssa Santa Parrello (Federico II) nel presentare agli studenti il Corso in Scienze e Tecniche Psicologiche: “Le trasformazioni, soprattutto quelle più repentine e radicali, mettono a dura prova la psiche che non riesce a controllare il mutamento generando una serie di ansie”. Chi è il bravo psicologo, dunque? “Chi è consapevole di queste dinamiche e ha acquisito gli strumenti e le competenze giuste per controllarle e operare un miglioramento”. Sulla stessa lunghezza d’onda, la collega, prof.ssa Anna Sorrentino (Vanvitelli), che invita ad aprire gli orizzonti sottolineando quanto lo psicologo oggi debba essere versatile e multitasking: “Abbiamo una visione ancora troppo ristretta di questa figura professionale che, invece, si può collocare in moltissimi campi. Oggi lo psicologo si occupa di orientamento, di formazione, è entrato in settori moderni quali la criminologia, la vittimologia”. Anche per lei la stessa domanda: chi è lo psicologo? “È chi si presta all’ascolto e al sostegno dell’intera comunità e ha le competenze tali da saper contrastare e prevenire fenomeni socialmente complessi”. 
Altra domanda che rimbalza di maturando in maturando è: la scuola ci dà le competenze sufficienti per intraprendere un buon percorso universitario? Risponde il prof. Alessandro Iannace (Federico II) che riflette sullo stato delle scienze geologiche: “La parola chiave, più che orientamento, è informazione. Alcune discipline stanno scomparendo dalle scuole come, ad esempio, la geografia. È da tempo che lo denuncio e ne farò anche un’azione nazionale. Tutti abbiamo il dovere di conoscere il nostro territorio perché ci viviamo”. 
Fondamentale, per le future matricole, è conoscere le strutture universitarie che diventeranno per loro una seconda casa. Dettagliatissima è la presentazione della Scuola di Medicina curata dal prof. Maurizio Taglialatela (Federico II): “La struttura nasce sul finire degli anni Sessanta e viene inaugurata all’inizio degli anni Settanta. Si compone attualmente di sette Dipartimenti”. E poi ancora un po’ di numeri: “102 aule, 10 mila posti a sedere, 180 postazioni informatiche, 500 aule dedicate. Un vanto sono i giardini della nostra struttura dotati di gazebo dove è piacevole fermarsi a studiare”. L’empatia con la propria sede di appartenenza è una dote richiesta anche agli studenti di Architettura, a parer della prof.ssa Maria Rosaria Santangelo (Federico II): “La prima cosa che dovrebbe fare un architetto è passeggiare per la città e guardarsi intorno”.
Un consiglio arriva dal prof. Stefano Perna (Parthenope) che interroga gli studenti interessati agli studi ingegneristici chiedendo loro di svelare cosa li spaventi: “È una questione di organizzazione – rivela alla fine – Leggere Manzoni non è più difficile che comprendere il teorema di L’Hopital. Noi docenti partiremo sempre dalle basi e vi permetteremo di entrare nella disciplina poco alla volta”. Un’ultima considerazione arriva dal prof. Luca Comegna (Vanvitelli) che si sofferma sulle nuove tecnologie, che tanto attraggono gli studenti: “Pensate ai droni. Li conoscete perché vengono impiegati ai matrimoni, ma la tecnologia che sta alla base si sta evolvendo a tal punto da permetterne, un giorno, impieghi innovativi. Nel futuro, un drone potrebbe portare la posta nelle nostre case”.
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