La comunità accademica ricorda il Maestro Luigi Cariota Ferrara

Giurisprudenza ricorda un grande Maestro del passato: il prof. Luigi Cariota Ferrara, docente di Diritto Civile e Preside della Facoltà di Giurisprudenza dal 1963 al 1981, nonché fondatore della Scuola di Specializzazione di Diritto Civile. Al professore, scomparso nel 1994, è stata intitolata un’aula del primo piano dell’edificio di Corso Umberto e dedicato un convegno. Alla cerimonia del 12 marzo erano presenti nomi illustri del panorama giuridico, ex allievi del docente saliti in cattedra e tanti amici per raccontare la vita universitaria di un uomo generoso ed intelligente, capace di leggere fra le righe del diritto. “Quando viviamo esperienze di questo tipo – dice il prof. Lucio De Giovanni, Direttore del Dipartimento – sono due i sentimenti che ci riempiono il cuore. Da una parte c’è la gioia di ritrovarsi numerosi e dall’altra c’è l’emozione di ricordare uno studioso particolarmente autorevole che ci ha regalato tesori di scienza giuridica e tesori di umanità”. Dedicare un’aula alla sua memoria è un gesto con il quale si vuole “ricordare ai giovani il grande insegnamento del Maestro, foriero di forti innovazioni giuridiche. Ho avuto l’onore di conoscere il prof. Cariota Ferrara da studente, fin da allora mi aveva colpito la sua grande cortesia e disponibilità. Da Preside aveva un’attenzione particolare per noi ragazzi”. Questa cerimonia, conclude il prof. De Giovanni, “è importante perché ci fa capire da dove veniamo”. Il prof. Guido Trombetti, vice Presidente della Giunta Regionale, per dieci anni Rettore dell’Ateneo, afferma: “ancora oggi, quando posso, cerco di non perdermi gli incontri più emozionanti dell’Ateneo. I Maestri ci hanno trasmesso non solo un legame culturale, ma viscerale, restando miti nella nostra memoria. Non ho avuta una conoscenza diretta con il prof. Cariota, tuttavia vedere un’aula così gremita mi fa pensare che il docente abbia lasciato davvero il segno lungo il suo percorso”. A presiedere la cerimonia il prof. Paolo Pollice: “Oggi parliamo di una memoria da consegnare ai giovani, non soltanto per il suo contenuto scientifico, ma per il metodo e per l’amore che il professore ha saputo trasmetterci”. È toccato al prof. Pietro Perlingieri, emerito di Diritto Civile, presentare la figura del Maestro, attraverso una Lectio Magistralis. “Il prof. Cariota Ferrara si è impegnato nell’arco della sua vita accademica a spiegare con chiarezza e decisione i punti fondamentali del suo pensiero. Era un uomo forte che agiva in senso concreto, pronto a fare polemica attraverso i suoi scritti, attento all’opinione di tutti, ma a difesa costante delle scelte operate con coraggio”. A 21 anni dalla sua scomparsa: “Intitolare un’aula alla sua memoria è un gesto di gratitudine, volto a ricordare la sua scienza, il suo animo sensibile e il suo spirito arguto. Da suo allievo, era da tempo che aspettavo questo riconoscimento, sono felice di potergli rendere omaggio”. Un ricordo arriva anche dall’avvocato civilista Guido Belmonte: “Ero assistente alla sua cattedra e il professore mi indirizzò alla carriera forense, aiutandomi ad affrontare questo mondo. Era un avvocato particolare, il suo originale approccio allo stile difensivo portò una forte innovazione. Argomentava con vigore, con forza persuasiva, senza però perdere la gentilezza e la generosità d’animo che lo contraddistinguevano. Da studente lo guardavo ammirato, devo a lui quello che sono riuscito a diventare”. Testimonianze anche dal mondo accademico del diritto privato. “La sua profonda scienza era sempre intrecciata ad una grande umanità – commenta il prof. Fernando Bocchini – Da studenti, vivevamo con semplicità il rapporto con l’insigne giurista. Vi erano colloqui informali ed intensi, eravamo una comunità  compatta a cui il docente trasferiva concetti chiave con chiarezza espositiva. È stato Cariota Ferrara a capire per la prima volta come nel nostro studio di ragazzi doveva entrare la giurisprudenza, parte ormai preponderante insieme a codici e leggi”. Il prof. Enrico Quadri: “Da studente non ho avuto molti contatti con il docente, tuttavia ricordo il pregio delle sue opere chiare e certe. L’esposizione del dato normativo vigente, accompagnato da una facile e proficua lettura dei suoi scritti, prestava già da allora un’attenzione ai fruitori del testo e quindi al lavoro di noi ragazzi”. Per il prof. Raffaele Caprioli i ricordi sono legati alle lezioni: “Ho seguito il suo corso da ragazzo e rammento con fervore le lezioni che tenne nel lontano 1969. Il docente si approcciava a noi con modi da uomo comune, ci faceva riflettere sulle cose, ascoltando con attenzione i nostri commenti. Seppur dopo l’esame non ho avuto la fortuna di continuare la sua conoscenza, gli sono grato per le opere che ci ha lasciato. Dai suoi scritti è nata la mia preparazione ed il mio amore per il diritto civile”. Un racconto affettuoso e personale arriva dalla prof.ssa Caterina Miraglia: “Mi sono laureata con Cariota Ferrara nel ’73. Subito dopo mi iscrissi alla Scuola di perfezionamento in diritto civile, lo stile del professore, ironico ma severo, mi aveva conquistato così tanto che decisi di continuare i miei studi con lui. Ho conosciuto in questo modo un diritto effervescente ed appassionante, anche grazie al prof. Perlingieri, allora decano degli allievi di Cariota, che ci rese la vita davvero difficile”. Grazie ai continui confronti: “Ho potuto appassionarmi alla materia attraverso diversi stimoli. A lui devo la mia carriera ed i successi che sono riuscita a conseguire nel tempo”. Ha chiuso l’incontro la prof.ssa Maria Rosaria Maugeri, con una relazione sull’“Autonomia privata nel pensiero di Cariota Ferrara”. “I miei principali temi di ricerca coincidono con quelli del Maestro – dichiara la docente di Diritto Civile presso l’Università di Catania – Seppur non personalmente, il suo insegnamento mi ha fatto conoscere un giurista interprete delle norme e non un semplice seguace. Il prof. Cariota Ferrara non fuggiva di fronte alle complessità, ma le affrontava. Aveva compreso anzitempo la necessità del mondo accademico di colloquiare con il mondo delle professioni legali. Un monito che oggi perseguiamo e che lui aveva intuito: solo con uno scambio di idee fra esperienze, il diritto cresce”. 
Susy Lubrano
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