Quando il professor Giuseppe Zollo esce la mattina per andare a fare lezione ai suoi studenti di Ingegneria Gestionale lascia a casa carte, cartelline ed appunti ingombranti. Computer portatile sotto al braccio, si avvia in scioltezza alla facoltà. In aula collega il portatile al proiettore e dà inizio alla lezione di Gestione aziendale i contenuti della quale, peraltro, gli studenti conoscono già in anticipo. Hanno infatti consultato e scaricato gli appunti dal sito www.odisseo.unina.it-/Didattica/GestioneAziendale.
La didattica in rete va avanti ormai da un paio d’anni, con ottimi risultati. All’inizio di ogni anno accademico il docente apporta qualche correttivo e qualche novità, per rendere il tutto più efficace.
Racconta Zollo: “il corso si pone l’obiettivo di fornire agli studenti la preparazione adeguata nel campo dell’analisi dei costi e dell’analisi strategica. Per l’analisi dei costi ho messo in rete tutto il materiale didattico: lezioni, appunti, esercizi che faccio io in aula ed esercizi su casi aziendali che possono sviluppare a casa seduti davanti al terminale. Mi inviano le soluzioni via e-mail ed io rispondo sempre per posta elettronica, indicando eventualmente dove hanno sbagliato”. Passa all’analisi strategica. “Qui i problemi erano legati alla mentalità degli studenti di Ingegneria, disabituati ad analizzare i problemi aziendali senza porsi modelli di riferimento. Sembrava che mi dicessero: bello, ma non sappiamo come tradurlo in pratica. Allora ho pensato di rovesciare il procedimento: ho detto loro di farmi un business plan, con riferimento ad aziende presenti in rete. In pratica, smontano pezzo per pezzo la procedura che ha portato alla redazione del business plan di quella azienda determinata che hanno trovato in rete. Lo fanno utilizzando il computer e con una certa libertà, nel senso che possono anche discostarsi dal business plan reale. Purché alla fine mi presentino un progetto valido e sostenibile”. Divisi in gruppi da cinque, mouse alla mano, gli studenti di Gestione aziendale si dividono i compiti: uno si occupa del marketing, un altro dell’organizzazione, un terzo del piano finanziario, un altro ancora del piano operativo. I criteri di valutazione rientrano infine nelle competenze del quinto studente. “All’esame ogni studente espone la sezione del business plan che ha curato e su questa viene valutato. Ciascun gruppo ha un’ora e mezza a disposizione per esporre il business plan nel suo complesso”.
Al computer scaricano il materiale didattico e svolgono gli esercizi, dunque, ed al computer redigono il business plan. Tramite terminale, inoltre, gli studenti contattano il sito di posta elettronica del professor Zollo per una sorta di ricevimento studenti on line. Una procedura analoga, quest’ultima, a quella adottata dal professor Domenico Piccolo, docente di Statistica, a Scienze Politiche.
“I vantaggi di questa didattica che ho adottato sono molteplici”, sottolinea Zollo. I primi due che gli vengono in mente: “i ragazzi imparano a lavorare in gruppo e si confrontano su questioni concrete”. Una domanda: e se qualche studente non ha dimestichezza con il terminale? “Oggi chi frequenta l’Università non può consentirselo. Vale la regola delle tre ‘i’: Italiano, Inglese ed Informatica”. Chi il computer non lo possiede? “Può utilizzarlo in facoltà”.
La didattica in rete va avanti ormai da un paio d’anni, con ottimi risultati. All’inizio di ogni anno accademico il docente apporta qualche correttivo e qualche novità, per rendere il tutto più efficace.
Racconta Zollo: “il corso si pone l’obiettivo di fornire agli studenti la preparazione adeguata nel campo dell’analisi dei costi e dell’analisi strategica. Per l’analisi dei costi ho messo in rete tutto il materiale didattico: lezioni, appunti, esercizi che faccio io in aula ed esercizi su casi aziendali che possono sviluppare a casa seduti davanti al terminale. Mi inviano le soluzioni via e-mail ed io rispondo sempre per posta elettronica, indicando eventualmente dove hanno sbagliato”. Passa all’analisi strategica. “Qui i problemi erano legati alla mentalità degli studenti di Ingegneria, disabituati ad analizzare i problemi aziendali senza porsi modelli di riferimento. Sembrava che mi dicessero: bello, ma non sappiamo come tradurlo in pratica. Allora ho pensato di rovesciare il procedimento: ho detto loro di farmi un business plan, con riferimento ad aziende presenti in rete. In pratica, smontano pezzo per pezzo la procedura che ha portato alla redazione del business plan di quella azienda determinata che hanno trovato in rete. Lo fanno utilizzando il computer e con una certa libertà, nel senso che possono anche discostarsi dal business plan reale. Purché alla fine mi presentino un progetto valido e sostenibile”. Divisi in gruppi da cinque, mouse alla mano, gli studenti di Gestione aziendale si dividono i compiti: uno si occupa del marketing, un altro dell’organizzazione, un terzo del piano finanziario, un altro ancora del piano operativo. I criteri di valutazione rientrano infine nelle competenze del quinto studente. “All’esame ogni studente espone la sezione del business plan che ha curato e su questa viene valutato. Ciascun gruppo ha un’ora e mezza a disposizione per esporre il business plan nel suo complesso”.
Al computer scaricano il materiale didattico e svolgono gli esercizi, dunque, ed al computer redigono il business plan. Tramite terminale, inoltre, gli studenti contattano il sito di posta elettronica del professor Zollo per una sorta di ricevimento studenti on line. Una procedura analoga, quest’ultima, a quella adottata dal professor Domenico Piccolo, docente di Statistica, a Scienze Politiche.
“I vantaggi di questa didattica che ho adottato sono molteplici”, sottolinea Zollo. I primi due che gli vengono in mente: “i ragazzi imparano a lavorare in gruppo e si confrontano su questioni concrete”. Una domanda: e se qualche studente non ha dimestichezza con il terminale? “Oggi chi frequenta l’Università non può consentirselo. Vale la regola delle tre ‘i’: Italiano, Inglese ed Informatica”. Chi il computer non lo possiede? “Può utilizzarlo in facoltà”.