La figura dell’architetto “battitore libero” non esiste più, oggi “si lavora in équipe”

Il prof. Alessandro Castagnaro, che presiede ad Architettura la Commissione Cultura, ha organizzato una serie di incontri che percorrono due filoni di approfondimento diversi. “Uno dei filoni – spiega – ripercorre la storia dei Maestri dell’architettura. L’altro verte sullo stato della professione, sulle prospettive dei laureati e sulle dinamiche di accesso dei giovani architetti al mondo del lavoro”. Gli incontri si svolgono tutti nella sede storica del Dipartimento, a Palazzo Gravina, con l’eccezione di quello in programma il 24 maggio, che verte sulla presentazione del volume di Nicola Pagliara “Architets Memories”. Scelta non casuale, quella di collocare gli appuntamenti nel più antico e prestigioso tra gli edifici di Architettura: “L’intento è restituire a Palazzo Gravina funzioni e centralità, anche attraverso queste iniziative. Da quando, per esigenze logistiche, le lezioni si svolgono in gran parte altrove, in particolare nell’edificio che affaccia su via Toledo, la sede storica è rimasta un po’ in ombra. Resta, però, un insostituibile punto di riferimento per i docenti, per gli studenti e per la città”. Il ciclo è iniziato il 4 maggio con un incontro sulle prospettive del neolaureato in Architettura. “Abbiamo invitato – racconta il prof. Castagnaro – docenti i quali hanno fatto parte delle commissioni degli esami di Stato ed architetti che lavorano molto, per esempio quelli dello studio Gnosis. È emerso un problema piuttosto serio: la professione cambia, si evolve, si trasforma, e l’esame di Stato è ancora quello che si sosteneva tanti anni fa. Oggi si progetta con il foto rendering, ma ai candidati si continua a richiedere l’utilizzo della matita e della squadretta. L’esame, insomma, deve cambiare. È emerso anche che la figura dell’architetto come la si immaginava una volta, un battitore libero, sostanzialmente oggi non esiste più. Si lavora in équipe, bisogna organizzarsi in gruppo. Altro elemento fondamentale sul quale i
relatori hanno sollecitato la riflessione dei ragazzi è che ormai nel lavoro dell’architetto il tempo che assorbe la fase strettamente progettuale non è maggiore di quello che si destina agli aspetti procedurali indispensabili all’approvazione del progetto. Per esempio, quelli tecnologici e di risparmio energetico”. Gli studenti, prosegue
Castagnaro, inizialmente sono rimasti un po’ sconcertati e spaventati da queste considerazioni, ma alla fine
si sono convinti che, se riusciranno ad inserirsi in un ciclo produttivo generale, che coinvolga più persone, sarà
per loro più facile lavorare ed ottenere gratificazione. Il secondo appuntamento del ciclo di incontri, l’undici maggio, rientrava nell’ambito del filone dell’approfondimento del ruolo dei grandi Maestri. Sono stati messi a confronto due saggi di D’Auria e Melograni sull’architettura degli anni ’50 in Italia. Il 24 maggio tocca a Nicola Pagliara, che presenta Architets Memories. L’incontro si terrà nell’Aula Magna Storica dell’Ateneo. “È stato proprio Pagliara a chiedere che si svolgesse in quella sede, in considerazione del fatto che anni fa con il suo lavoro Pagliara ha contribuito proprio ad allestire quegli spazi”. Il programma prevede la partecipazione del Rettore Gaetano Manfredi e dei professori Mario Losasso, che dirige il Dipartimento di Architettura, Gilberto Antonio Marselli, Francesco Bruno e, naturalmente, Castagnaro. Coordina i lavori Ottavio Ragone, responsabile dell’edizione napoletana del quotidiano la Repubblica. Il 27 maggio presentazione del volume di Renato De Fusco e Raffaella Rosa Rusciano “Design e Mezzogiorno tra storia e metafora”. Il primo giugno inaugurazione della mostra curata da Castagnaro e Roberto Serino: “Il gioiello sostenibile” di Riccardo Dalisi. Il 10 giugno il Soprintendente Osanna e Stefania Argenti faranno il punto sullo stato di avanzamento del grande Progetto Pompei e sui cantieri in corso nell’area archeologica che attira ogni anno milioni di visitatori. “Organizzare 12 appuntamenti non è stato semplicissimo, ma alla fine credo che ne sia valsa davvero la pena. Per gli studenti, per noi docenti, che abbiamo una occasione di confrontarci e di discutere, per la città. Architettura ha svolto storicamente un ruolo importante di stimolo, di dibattito e di approfondimento dei temi culturali a Napoli. È giusto che, sia pure nel mutare dei tempi, delle forme e dei modi, continui a svolgere questo compito”, conclude il prof. Castagnaro.
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