La laurea ‘raddoppia’ per gli studenti di Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa

L’Orientale è dal 2014 il primo Ateneo italiano a tracciare la via per un percorso di studio presso l’Università di Kobe finalizzato al riconoscimento del doppio titolo di laurea. Racconta dal principio la genesi del progetto la prof.ssa Noemi Lanna, responsabile scientifico dell’accordo. “La stipula della convenzione è stata molto complessa. Innanzitutto, perché l’anno accademico giapponese inizia nel mese di aprile e non in settembre/ottobre come negli altri Paesi. In secondo luogo, perché non esistevano altri accordi analoghi in Italia”. Collocata nell’ambito del progetto Erasmus+ di mobilità internazionale con i Paesi extra-europei, questa preziosa opportunità si rinnova annualmente per solo due studenti iscritti al Corso di Laurea Magistrale in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa con una solida conoscenza della lingua giapponese. La durata della permanenza sarà di un anno accademico, a partire da aprile 2017 fino a marzo 2018. In più, i borsisti saranno esentati dal pagamento di qualsiasi spesa, tasse comprese, per l’iscrizione e la frequenza ai corsi. “Quest’anno, grazie al contributo dei fondi Erasmus+, le borse di studio messe a disposizione sono un po’ più sostanziose”. La borsa erogata coprirà, infatti, 10 mesi di mobilità per un importo equivalente a 7.600 euro. Come si articola il percorso? “Dopo aver seguito le lezioni qui per un semestre e dopo aver sostenuto i relativi esami, lo studente parte per il Giappone alla fine del mese di marzo e resta a Kobe fino all’anno successivo conseguendo il primo titolo di studio rilasciato dall’Università giapponese”, il cosiddetto ‘Master of Arts’. “Al ritorno in Italia, dopo aver sostenuto gli esami del secondo semestre del secondo anno di Corso, lo studente discute la tesi e consegue il titolo di studio italiano”. Nello stesso periodo di tempo, in virtù dello scambio bilaterale saranno ospitati a L’Orientale gli studenti ‘incoming’.
“L’Ateneo giapponese ha mostrato particolare interesse per i nostri corsi, in particolare per quelli di natura ‘areale’, cioè focalizzati su specifiche aree geografiche, poco rappresentate altrove e di grande interesse per gli studenti”. Sul versante opposto, i due candidati selezionati frequenteranno i corsi offerti dal Dipartimento di Studi Interculturali dell’Università ospitante. “Ciò consente loro di proseguire nello studio delle scienze sociali, che costituiscono il nucleo del loro curriculum, arricchendo il percorso di apprendimento. Il fatto che lo studio delle materie avvenga in giapponese rappresenta un ulteriore valore aggiunto”. Un prestigioso Ateneo con un’ampia offerta didattica e una forte vocazione all’internazionalizzazione. “Studiare a Kobe significa confrontarsi non
solo con colleghi giapponesi, ma anche di altri paesi asiatici, poiché lì uno studente su sei è straniero”. Un’apertura interculturale ha fatto sì che riportassero esperienze molto positive coloro che in passato hanno già partecipato al progetto – tra cui le studentesse Gabriella Buonpane e Francesca Vitaliano Nigro – così come coloro che attualmente studiano a Kobe, Claudia Puorto e Nicolò Rizzo. “Sicuramente l’impatto con i corsi in lingua giapponese e con un sistema universitario per molti aspetti diverso rispetto al nostro ha richiesto un considerevole sforzo di adattamento, ma l’anno trascorso all’estero ha consentito un sensibile ampliamento di orizzonti”. Viceversa, in due anni, l’Orientale per il programma del doppio titolo “ha ospitato ben tre studenti giapponesi e per l’anno prossimo è previsto l’arrivo di un’altra studentessa”. È peraltro destinata a loro “l’organizzazione periodica di una summer school presso la Scuola di Procida”, Centro di Alta Formazione de L’Orientale. “La prima edizione, svoltasi nel settembre 2015, ha visto la partecipazione di una decina di docenti e ben 15 studenti dell’Università di Kobe. È inoltre attivo anche un progetto di ricerca quinquennale inter-ateneo”. Tra l’altro, lo scambio reciproco non va assolutamente sottovalutato come occasione di training ‘face to face’ tra parlanti nativi di lingue diverse. Altri strumenti di cui approfittare “per studiare con piacere e profitto” sono le iniziative organizzate ciclicamente in sede, quali “cineforum in lingua e laboratori tematici”. Ma per chi avesse fretta di partire alla volta del Giappone, occorre ricordare che esistono “accordi con più di 10 Università giapponesi e numerose borse di studio per soggiorni di durata annuale”. E “speriamo che sia possibile ampliare l’offerta di programmi ‘double degree’ in futuro”, conclude la docente di Storia e Istituzioni del Giappone.
Vivere in Giappone, meglio che sognarlo
Quest’anno in vetta alla graduatoria di merito le due studentesse Barbara Bruno e Marianna Ferrara, che proprio in questo periodo stanno preparando i documenti necessari all’iscrizione presso la Kobe University. “Studiare in Giappone è sempre stato uno dei miei desideri più grandi e questo bando mi offriva la possibilità di realizzarlo. Una splendida chance che, ne sono sicura, oltre a formarmi dal punto di vista accademico, servirà anche a dare una direzione più specifica ai miei piani per il futuro, oltre che solide basi per realizzarli”. Sono le premesse ricche di entusiasmo di Barbara, neolaureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e da un mese immatricolata alla Magistrale. “Forse è un cliché, ma il mio interesse per il giapponese è nato proprio dalla passione per anime e manga che coltivo sin da bambina. È grazie a essi se sono stata inizialmente incuriosita e successivamente fortemente affascinata dalla cultura del Sol Levante e, di conseguenza, anche dalla sua lingua”. Marianna, neolaureata in Lingue e Culture Orientali e Africane, mette in primo piano i vantaggi impareggiabili di cui si può
far tesoro dopo un periodo di studio all’estero. “Nonostante un po’ di timore e preoccupazione, soprattutto per la sfida quotidiana rappresentata dalla lingua, sono decisa a dare il massimo. Soprattutto perché potrò migliorare tantissimo le mie conoscenze linguistiche e fare ricerca nel paese di mio interesse. La cosa che mi colpisce di più del Giappone è il rispetto per la cosa pubblica e il grande senso civico caratteristico di questo paese”. Una piacevole scoperta per la studentessa quella di un percorso in lingue orientali. “Nel mio caso questa passione è sorta all’improvviso. Dopo le superiori mi sono iscritta a un Corso di Laurea che non aveva nulla a che vedere con le lingue. Ma dal momento che la mia gemella aveva deciso di studiare giapponese, sono entrata inevitabilmente
in contatto con questa cultura, la bellezza della lingua, dei suoi caratteri e suoni, per poi trasferirmi dopo solo un semestre in pianta stabile a L’Orientale”. Il loro punteggio è stato assegnato sulla base di diversi criteri: la media ponderata della Triennale (superiore a 26/30), il possesso della laurea (e dell’eventuale lode) nonché di certificati linguistici di inglese o giapponese, il risultato di un test di Lingua e, infine, la valutazione del progetto di ricerca. A tal proposito, Barbara intende analizzare “il ruolo che la Costituzione giapponese ha avuto nelle relazioni internazionali del Giappone, con particolare attenzione al periodo della Guerra Fredda”. Analogamente, Marianna
approfondirà un fenomeno a matrice storica, ossia “il ruolo assunto dal Giappone nella regionalizzazione del
Nord-est asiatico, i rapporti multilaterali e bilaterali che il Paese intrattiene con l’area circostante e le questioni a essi correlati, come le dispute territoriali e i nazionalismi presenti nei vari stati”. Ma cosa sanno le due giovani dell’Università di Kobe? “È tra le 20 migliori del Paese”, risponde Marianna. “Comprende 11 Facoltà e attribuisce una particolare rilevanza agli studenti stranieri”, aggiunge Barbara fornendo di seguito qualche dato in più sul luogo: “So che Kobe in passato ha purtroppo subìto anch’essa i danni della bomba atomica e nel 1995 è stata colpita da un forte terremoto che ha creato notevoli difficoltà. Cionondimeno, la città è stata comunque in grado di riprendersi e oggi costituisce uno dei porti più vivaci della nazione. In più, non vedo l’ora di assaggiare la sua famosa carne!”. Le maggiori aspettative sono riposte in un potenziamento decisivo delle competenze linguistiche. “Un miglioramento che solo la permanenza sul posto può dare. Entrare in contatto non soltanto con la cultura giapponese, ma anche con quella di studenti provenienti da ogni parte del mondo, mi permetterà di imparare tanto. Il rispetto del singolo, delle cose altrui e dei luoghi comuni verso la società in genere. L’educazione e la compostezza tipica dei giapponesi. L’efficienza in ogni tipo di mansione. Sono questi gli elementi che maggiormente mi affascinano e che credo contribuiranno a rendere unico il soggiorno in Giappone”. E quanto a progetti per il futuro? Le idee in merito agli ambiti di applicazione non sono ancora ben definite, tuttavia una cosa è certa per ambedue: “il sogno di un lavoro che abbia a che fare con la lingua giapponese”.
Sabrina Sabatino
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