La parola al prof. Rosario Sommella, neoeletto Pro-Rettore, Presidente del Polo Didattico

Il 1° gennaio è cominciato ufficial- mente il nuovo mandato del prof. Rosario Sommella, subentrato al prof. Giuseppe Civile nel ruolo di Pro-Rettore alla Didattica e Presidente del Polo Didattico di Ateneo. Napoletano di nascita, classe 1959, Sommella è professore ordinario di Geografia economico-politica presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali de L’Orientale a partire dal 2011. Formatosi presso lo stesso Ateneo dopo aver conseguito nel 1983 la laurea in Lingue e Letterature Straniere, è stato docente di Geografia nella Scuola media superiore e poi ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche de L’Orientale, arricchendo la propria carriera con ulteriori esperienze didattiche in Italia e all’estero. È, tuttavia, L’Orientale la sua patria d’azione, l’Università presso la quale insegna da più di vent’anni e ha assunto cariche importanti: Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali dal 2005 al 2011, divenuto poi Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, diretto dal 2012 al 2015, coordinando negli stessi anni il Dottorato di Ricerca in Geografia dello Sviluppo nonché la Laurea Magistrale in Studi Internazionali. E, inoltre, dal 2013 e fino all’anno scorso è stato il Vicepresidente dell’Associazione dei Geografi Italiani, ma diverse ed eteroclite sono le geografie verso le quali dedica i suoi interessi scientifici e in cui si rispecchiano i principali insegnamenti svolti presso L’Orientale: Geografia politica ed economica, Geografia dello Sviluppo, Geografia delle Relazioni internazionali, Geopolitica delle migrazioni, Geografia regionale. Ha condotto ricerche sui temi geografici con riferimento particolare alle problematiche che emergono nell’area mediterranea e nel Mezzogiorno e con un’attenzione negli anni più recenti alla Geografia politica (manualistica, geopolitica popolare, geopolitica dei poteri illegali) e del paesaggio urbano visto attraverso le trasformazioni della geografia commerciale. L’intervista che segue ritaglia le impressioni a caldo del docente, dopo circa un mese dalla presa in carica, i lungimiranti obiettivi e le sfide concrete su cui l’Università intende puntare nel futuro avvenire prospettando migliori soluzioni in merito al funzionamento della didattica. Professore, cosa significa per Lei essere il Pro-rettore alla didattica e Presidente del Polo de L’Orientale? E cosa ha in programma di realizzare nei prossimi anni? “È un onore molto grande e un impegno ancora più importante, perché ho studiato qui e buona parte della mia attività di insegnante si è svolta qui. Il mandato di Pro-rettore alla Didattica è legato alla nomina rettorale e al compito di presiedere la struttura di raccordo tra i Dipartimenti, ovvero il Polo Didattico di Ateneo (PDA). Spero di poter svolgere questo lavoro nel rispetto delle norme che lo regolano e cercando di incrementare qualità ed efficienza delle attività didattiche”. Quali sono le novità più rilevanti che si prospettano in futuro? E quali, invece, sono le priorità a cui dedicarsi in questo momento? “È ormai chiaro che la didattica universitaria necessiti di un processo di continua revisione e monitoraggio, sia in risposta alle procedure di valutazione e accreditamento di cui bisogna tenere conto, sia per un’esigenza di auto-valutazione costante. In questo momento, per quanto di competenza del PDA, dunque, la priorità è sostenere al massimo possibile l’offerta didattica dell’Ateneo”. In merito alla revisione dell’offerta didattica, saranno applicate modifiche ai Manifesti degli studi per ciascun Corso di Laurea o cambiamenti quanto all’attivazione di nuovi insegnamenti? “Per quest’anno si procede con modifiche di ordinamento relative ad alcuni Corsi, in particolare nell’ambito del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo. Riflettiamo sul prossimo anno alla luce delle nuove esigenze. Voglio però ricordare che l’elaborazione e l’approvazione dell’offerta didattica sia di competenza dei Dipartimenti e, ovviamente, degli Organi collegiali dell’Ateneo. Al Polo compete il raccordo (e anche coordinamento e monitoraggio) della didattica tra i Dipartimenti, essenziale in un Ateneo di piccole dimensioni”. Quanto al problema delle strutture (carenza di aule atte a contenere il numero sopraelevato di studenti o di strutture informatiche all’avanguardia), si prospettano soluzioni a venire? “L’Orientale è un’Università che molti anni fa ha scelto di operare nel centro storico, e per questo scopo ha investito non poco nell’acquisizione di immobili e strutture. Naturalmente, ci si scontra con la carenza e il costo elevato di spazi nell’area storica della città, in particolare per quanto riguarda le aule grandi. Siamo sempre alla ricerca di migliori soluzioni. Vorrei ricordare che l’acquisizione di spazi, che erano stati destinati ad aule e spazi di studio nell’ex mensa attigua a Palazzo Giusso, sia da anni ferma per l’occupazione degli stessi”. Quale linea perseguirà nello sviluppo di un confronto con gli studenti e le loro rappresentanze? “Una linea di massima disponibilità e apertura. Abbiamo bisogno di un confronto costante”. Sedute di laurea soppresse a maggio. Quale problematica è sorta? “Semplicemente: il numero di laureati, ai fini dell’elaborazione degli indicatori effettuata dal Miur, viene calcolato da quest’anno al 30 aprile. Poiché siamo nel primo anno di applicazione, per non recare troppo danno agli studenti, abbiamo previsto delle deroghe da motivare, solo per gli studenti delle Lauree Magistrali. La comunicazione è stata diffusa circa 10 giorni fa”. I fuori corso. “Un danno” per l’Ateneo? “Non mi piace definire degli studenti che pagano le tasse universitarie ‘un danno’, anche se capisco bene il senso della domanda. La creazione di un elevato numero di studenti fuori corso è connaturata al sistema universitario italiano. Il nostro compito è di incrementare le condizioni perché questo numero sia molto contenuto”. Sovrapposizione di orari, corsi ed esami. Una piaga inevitabile? “Per gli orari, a L’Orientale è in parte difficile da evitare per la grande pluralità di lingue che si possono scegliere e la libertà relativa di associarle”. Il Test di Inglese di ingresso. Sarà riproposto anche quest’anno? Quali benefici si riscontrano in termini di didattica? “Dovrebbe essere riproposto anche quest’anno. Il beneficio è avere per la lingua più scelta un livello di base più alto”. La presenza di un solo appello scritto di Lingua per sessione. Quali ostacoli rendono inattuabile l’adozione di un secondo appello? “A L’Orientale c’è sempre stato un solo appello scritto di Lingua per sessione e questo dipende dalla complessità organizzativa delle prove scritte”. Quali sbocchi professionali si prospettano per i laureati a L’Orientale, e più in generale per chi lavora con le lingue? E quali sono, secondo Lei, le professioni del futuro su cui bisogna investire? “È un discorso da affrontare a parte. In generale posso dire che noi lavoriamo per formare studenti culturalmente preparati e abituati al confronto, attraverso lo studio delle lingue, delle culture e delle relazioni internazionali”. Allora quali consigli si sente di dare alle future matricole per affrontare con successo il percorso di studi? “I consigli potrebbero essere tanti. Innanzitutto, direi, frequentare quanto più possibile”. Non di rado gli studenti lamentano problemi relativi alla prenotazione di esami e compilazione dei piani di studio. Come è possibile migliorare la qualità delle prestazioni e dei servizi offerti agli studenti? “Sto facendo esperienza e senz’altro alcune soluzioni, già pensate durante il mandato del prof. Civile, possono produrre effetti positivi. Devo anche dire che l’Ufficio gestisce, non senza difficoltà, migliaia di pratiche studenti e i casi di disservizio non sono poi così numerosi, sebbene comunque da evitare”. Precedentemente Lei è stato alla direzione di un Dipartimento. Il legame sinergico tra Dipartimenti, Strutture e Uffici in che modo influisce sulla routine studentesca? “Proprio per l’esperienza fatta posso dire che questo legame è fondamentale. L’Orientale è un piccolo Ateneo molto specializzato e ha bisogno di sinergie molto qualificate sul piano della gestione”. L’aumento della disoccupazione è un fenomeno dilagante. In questo scenario, che ruolo riveste l’Università? E qual è la sua vera missione? “Il processo di precarizzazione del lavoro richiede un aumento delle possibilità di formazione offerte dal sistema. Nell’ambito del tipo di formazione che offre, l’Università ha un ruolo enorme”.
Sabrina Sabatino
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