“La prova di immatricolazione non è un dramma, tutt’altro. I posti disponibili in genere non sono mai di troppo inferiori rispetto al numero dei partecipanti al test. Io mi preparai esercitandomi sui quiz che si trovano in commercio”. Antonio Minutaglio, iscritto al Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura, racconta il suo test di ingresso, di tre anni fa. “Nulla di impossibile, ripeto. La cosa importante è mantenere la concentrazione e non farsi prendere dall’ansia”. Del suo primo anno, Minutaglio ricorda soprattutto la difficoltà del laboratorio di Costruzioni. “E’ la materia che più mi ha fatto penare. C’era anche Teoria delle strutture 1 che creava molte difficoltà, ma adesso l’hanno spostato al secondo anno, su richiesta di noi rappresentanti”. Consigli alle matricole: “Essenziale è sostenere le prove intercorso e seguire i corsi con attenzione. La frequenza è obbligatoria, ma c’è chi viene in aula e pensa ad altro, non si concentra, non lavora, non disegna. Un grave errore, perché il tempo per studiare a casa è veramente poco. Indispensabile, quindi, trarre il massimo profitto dalla presenza in aula”. Un altro errore da evitare: saltare le correzioni. “Architettura è una facoltà dove la progettazione e la correzione sono momenti importanti. Disegnare non è un qualcosa che si possa fare tutto in una volta, sotto esame, recuperando il tempo perduto nei mesi precedenti”. Un’altra dritta, da parte dello studente: “E’ utile trovare qualcuno – un collega, un amico, un architetto – che insegni ad utilizzare l’Autocad sin dal primo anno. Pare impossibile, ma in questo momento in Facoltà i corsi di progettazione al computer non sono insegnamenti fondamentali. Una cosa piuttosto strana, perché chiunque abbia mai messo piede in uno studio professionale si rende ben conto che non c’è architetto che utilizzi ancora il tecnigrafo”. Tra i corsi del secondo anno, Minutaglio indica Teoria delle Strutture, i laboratori e Geometria descrittiva tra quelli che richiedono più impegno e fatica. Molti studenti, però, incontrano grandi difficoltà anche al cospetto di Analisi 1, Analisi 2 e Teoria delle strutture. “Lo so bene – dice il rappresentante- Molto dipende dal tipo di formazione scolastica che ci si porta dietro. Se uno ha fatto un buon liceo scientifico non trova particolari difficoltà con Analisi 1, a patto naturalmente di studiare. Se si trascina dietro lacune, tutto diventa più arduo. Con l’impegno e la frequenza assidua, però, credo che non ci sia ostacolo insuperabile”.
Studiare in
gruppo conviene
gruppo conviene
Impegno è una parola che ricorre spesso, tra i docenti e i rappresentanti degli studenti. Non a caso. Riferisce infatti Minutaglio: “Architettura richiede una dedizione quasi totale. Io ricordo che al primo anno, tra lezioni, laboratori e studio a casa,. Non restava tempo praticamente per nulla. Mi capitava spesso di studiare anche nel fine settimana, per recuperare gli argomenti che non ero riuscito ad affrontare al meglio negli altri giorni. Con questo sistema riuscii a dare tutti i 9 esami che avevo in programma”. Tra i professori, ricorda in positivo De Rosa (Teoria delle strutture), Dell’Aquila (Geometria descrittiva), Sarno (Analisi II), Lavaggi (è il presidente del Consiglio di Corso di Laurea), Grimellini (Bioarchitettura). Negativa la sua valutazione sul professore Scotto di Vettimo, che insegna il laboratorio di Progettazione. “Naturalmente sono giudizi soggettivi e non riguardano certo la preparazione del docente, ma la sua capacità di fare appassionare gli studenti, di coinvolgerli”, precisa Minutaglio.
Conclude con un altro suggerimento ai colleghi che si apprestano ad intraprendere il percorso di studi ad Architettura: “Trovatevi una buona squadra per studiare insieme. Questa è una facoltà dove la collaborazione aiuta, dove studiare in gruppo, con impegno e serietà, serve. Ci si confronta e l’uno diventa uno stimolo per l’altro”.
Interviene Delia Evangelista, Presidente del Consiglio degli Studenti di Facoltà: “Elasticità mentale e pazienza sono le due virtù che non possono mancare a chi studi Architettura. Elasticità mentale, perché bisogna confrontarsi con materie piuttosto eterogenee, che abbracciano vari settori. Pazienza perché a volte la disorganizzazione di questa facoltà mette a dura prova lo studente, complicandogli la vita”.
(Fa.Ge.)
Conclude con un altro suggerimento ai colleghi che si apprestano ad intraprendere il percorso di studi ad Architettura: “Trovatevi una buona squadra per studiare insieme. Questa è una facoltà dove la collaborazione aiuta, dove studiare in gruppo, con impegno e serietà, serve. Ci si confronta e l’uno diventa uno stimolo per l’altro”.
Interviene Delia Evangelista, Presidente del Consiglio degli Studenti di Facoltà: “Elasticità mentale e pazienza sono le due virtù che non possono mancare a chi studi Architettura. Elasticità mentale, perché bisogna confrontarsi con materie piuttosto eterogenee, che abbracciano vari settori. Pazienza perché a volte la disorganizzazione di questa facoltà mette a dura prova lo studente, complicandogli la vita”.
(Fa.Ge.)