La ricerca? Un lavoro di squadra

“Parto dal titolo: Sobolev-Poincarè Inequalities: Embedding Constants, Stability Issues, Nonlinear Eigenvalues, che è assolutamente incomprensibile per i non addetti ai lavori. Necessita, dunque, di qualche spiegazione ulteriore”. Carlo Nitsch racconta i dettagli del progetto di ricerca che coordina ed è tra quelli finanziati nell’ambito dell’iniziativa Star (fondi della Compagnia di San Paolo e della Federico II), che mira a promuovere i giovani ricercatori e, subordinando l’erogazione del 30% del finanziamento alla partecipazione ad un successivo bando europeo, li sprona a confrontarsi, successivamente, con lo European Research Program. “Le disuguaglianze di Sobolev-Poincarè sono tra i mattoni fondamentali dell’Analisi matematica – prosegue Nitsch – Per fare un esempio, nello studio delle equazioni alle derivate parziali non è possibile fare a meno di tali disuguaglianze e le equazioni alle derivate parziali costituiscono ad oggi il linguaggio principale che la Fisica usa per descrivere il mondo”. Per questo motivo, sottolinea, “le disuguaglianze di Sobolev sono alla base dello studio di fenomeni che vanno dall’acustica di un tamburo al principio di indeterminazione”. Precisa peraltro: “È importante chiarire un possibile equivoco. Noi non ci occuperemo di strumenti musicali o di fisica quantistica. Noi ci occupiamo di studiare un linguaggio. Se i risultati che otterremo troveranno riscontro in applicazioni pratiche e quali saranno tali applicazioni noi non possiamo saperlo. Ed enfatizzo anche che ciò non è parte di tale progetto. Un matematico teorico, nel senso più generale, si occupa di mettere a punto degli strumenti, o meglio dei dispositivi che nella fattispecie sono chiamati teoremi”. Il gruppo di ricerca coordinato da Nitsch è composto da Marco Barchiesi, nato nel 1976, Barbara Brandolini, classe 1973, Francesco Chiacchio, Chiara Leone, Anna Verde, quarantaduenni, tutti ricercatori del Dipartimento di Matematica della Federico II, e da Lorenzo Brasco, 33 anni, Maitre de conférence all’Università di Marsiglia. Tutti appassionati, va da sé, di formule, numeri ed equazioni. “Io – racconta Nitsch – ho 38 anni, mi sono laureato in Fisica alla Federico II nel 1999 e ho conseguito il dottorato di ricerca in Matematica nel 2004 presso La Sapienza di Roma. Dal 2005 sono ricercatore in Analisi matematica alla Federico II”. Esperienze all’estero e riconoscimenti: nel 2008 ha vinto il premio Miranda (assegnato a giovani ricercatori che si sono distinti nel campo del Calcolo delle Variazioni), nel 2013 “Humboldt Research Fellowship for Experienced Researchers”. Come si svolgerà la ricerca finanziata da Star? “Il progetto – risponde Nitsch – è strutturato in modo da indicare chiaramente alcune questioni che noi riteniamo fondamentali. Ma noi non facciamo esperimenti, non costruiamo apparati, il nostro lavoro è ancora per il 99% fatto con carta e penna. Se sapessimo quale strada percorrere, avremmo già le risposte alle nostre domande. Posso dire come utilizzeremo i fondi. Più della metà verrà investito in un assegno di ricerca per una borsa post dottorato. Ritengo che l’obiettivo fondamentale sia la creazione di un gruppo di ricerca che possa distinguersi”.
Dalla matematica alla statistica, ecco un altro progetto finanziato da Star. Lo coordina Maria Iannario, 34 anni, laurea in Scienze politiche nel 2001 ed in Statistica nel 2007, ricercatrice di Statistica alla Federico II dal 2008. “La nostra ricerca, dal titolo Statistical Models For Human Perception And Evaluation (SHAPE), ha l’obiettivo di sviluppare e strutturare modelli statistici per l’analisi della percezione e della valutazione espressa da soggetti sottoposti ad indagini campionarie”. Chiarisce: “In tutte quelle situazioni nelle quali si chiede all’intervistato di esprimere valutazioni, giudizi, scale di preferenza su tematiche specifiche, beni e servizi, il ricercatore traduce il punteggio o il giudizio espresso in una variabile ordinale (ad esempio da 1 a 7 oppure da “pessimo” a “ottimo”). Questa variabile viene modellata in modo da consentire analisi e confronti oggettivi tra gli individui. L’obiettivo del progetto, quindi, è rendere comparabili scelte e valutazioni espresse dagli intervistati, uniformandone le risposte e confrontando le differenze, in buona parte legate alle caratteristiche individuali (genere, istruzione, Paese di provenienza)”. Tema complesso, che coinvolge ambiti disciplinari differenti. Sottolinea Iannario: “Le decisioni personali – che conducono alle diverse scelte e valutazioni da parte degli individui – sono la risultante di vari fattori; tra questi, il progetto affronterà con particolare enfasi quelli psicologici, economici e sociali”. In particolare, prosegue, “SHAPE si concentrerà su un modello che combina due variabili ed è indirizzato a quantificare due aspetti fondamentali del processo di scelta: la componente “feeling”, legata alle caratteristiche del soggetto (storia personale, conoscenza del fenomeno, livello di istruzione) e la componente incertezza, collegata alla modalità di somministrazione del quesito e caratteristiche del questionario (per corrispondenza o intervista diretta, lunghezza del questionario ed altro). Si tratta di una modellistica innovativa e recentemente proposta, che presenta diversi vantaggi rispetto alle classi di modelli standard: in particolare, è immediata, intuitiva e dotata di una rappresentazione grafica che sintetizza risposte espresse da numerosi individui in modo semplice”. Prosegue: “Allo stesso tempo si approfondiranno le teorie psicologiche delle scelte e dei comportamenti degli individui, per consentire una validazione delle ipotesi che sono alla base della modellistica. Ulteriore passaggio, infine, sarà l’applicazione dei modelli in diversi contesti, utilizzando alcune banche dati”. La squadra che condurrà il progetto è nutrita. Ne fanno parte, oltre che Iannario: Domenico Piccolo, storico docente di Statistica alla Federico II; Maria Kateri, dell’Università RWTH Aachen; Anna Clara Monti, ordinario all’Università del Sannio; Gerhard Tutz, dell’Università di Monaco; Stefania Capecchi, della Federico II, esperta di analisi dei dati e problematiche sociologiche riguardanti la percezione; Sabrina Giordano, ricercatrice dell’Università della Calabria; Marica Manisera, dell’Università di Brescia, ricercatrice; Fulvia Pennoni, Università di Milano Bicocca, ricercatrice; Paola Zuccolotto, professore associato all’Università di Brescia; Maria Clelia Zurlo, ricercatrice alla Federico II ed esperta in valutazione psicologica dello stress lavoro-correlato. Il capitano, Iannario, ha completato il suo dottorato di ricerca nel 2005, è stata Visiting Researcher presso le Università di Lancaster, nel Regno Unito, di Iowa (USA) e di Ginevra. Ha vinto la borsa di studio Fulbright Research nel 2012. Recentemente, ha collaborato con la Banca d’Italia con riferimento alla modellazione della soddisfazione sul lavoro. “La nostra ricerca – dice- si basa sulla cooperazione. Ciascuno apporterà un contributo connesso alla propria specializzazione”. 
Proteine, cellule e raggi laser sono invece al centro di un’altra ricerca finanziata nell’ambito di Star. La coordina Angela Arciello, 38 anni, laurea alla Federico II nel 2000 con una tesi in biochimica relativa all’attività antitumorale di una forma particolare di una proteina, relatore il professore Giuseppe D’Alessio, ricercatrice a Scienze Biotecnologiche. “Studieremo – dice – le interazioni proteina – proteina in cellule vitali, irraggiandole con il laser. È un progetto che unisce biochimici e fisici. In particolare, oltre me, ne fanno parte i professori Renata Piccoli, Carlo Altucci, Raffaele Velotta, Leila Birolo, Angelina Lombardi, la dott.ssa Daria Maria Monti e il dottorando Francesco Itri”. Prosegue Arciello: “Se la si riuscisse a mettere a punto, sarebbe una buona metodologia per studiare le interazioni proteina – proteina nella cellula ancora viva. Obiettivo dello studio è capire se funziona utilizzando cellule umane ed una proteina modello, un enzima della licolisi GAPDH. Risultati incoraggianti già ci sono. Se effettivamente la metodologia è valida per studiare le interazioni e se il bersaglio è una proteina associata ad una patologia, si aprono importanti potenzialità, nel futuro, anche in campo terapeutico”. Esperimenti e verifiche saranno condotti alla Federico II, fruendo, tra l’altro, dell’avanzatissima strumentazione dei laboratori di Fisica. “Il lavoro di laboratorio è molto più di squadra di quanto si possa pensare – sottolinea Arciello – Si condividono emozioni, passioni, delusioni. Non c’è progresso che non passi attraverso le sconfitte, i tentativi andati a vuoto, le delusioni. Alcune ricerche sono molto complesse ed in questi casi è importantissima la squadra. Aiuta a sostenersi, a non scoraggiarsi”. Un esempio? “Lo studio delle amiloidosi associate alla poliproteina 1, patologia rara, diffusa in particolare al nord. Il meccanismo molecolare è simile a quello del Parkinson e dell’Alzheimer. È un progetto che ci fa penare”. 
Fabrizio Geremicca
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