Sono usciti agli ottavi di finale i quattro studenti del Dipartimento di Giurisprudenza che hanno partecipato alla European Human Rights Moot Court Competition, la simulazione processuale che si svolge dinanzi alla Corte Europea dei diritti umani che è organizzata da ELSA (The European Law Student’s Association) con la cooperazione del Consiglio d’Europa. Volata a Strasburgo dal 12 al 16 febbraio, la squadra elsiana che ha rappresentato l’Ateneo Federico II durante la competizione era riuscita a qualificarsi nella fase preliminare arrivando tra le prime 20 d’Europa (su 95 squadre partecipanti). Gli studenti Claudia Cantone, Andrea Marulli, Marco Auciello e Lorenza Zagli sono stati seguiti nella preparazione dal prof. Francesco De Santis, docente aggregato di Procedure di tutela internazionale dei diritti umani. “L’esperienza è stata molto formativa – racconta Claudia Cantone, studentessa al IV anno – Ci siamo qualificati ai primi round dibattimentali. Poter discutere da
attore e convenuto davanti ad una giuria composta da esperti autorevoli è stata un’emozione fortissima”. La simulazione si è svolta interamente in lingua inglese: “Ero un po’ in ansia, ma alla fine è andata bene. Sono stata a Londra per 2 mesi e l’inglese non è stato un grosso problema. Credo, invece, che non ci siamo classificati oltre a causa della nostra inesperienza in materia di simulazioni”. Confrontarsi con squadre europee che svolgono veri
e propri esami a tema Moot Court non è stato semplice: “Abbiamo constatato che siamo super qualificati nella teoria, ma poco adatti alla pratica. Quando si discute innanzi ad una giuria, occorre essere fluidi e sicuri. Ci è mancato il piglio della concretezza, la squadra ucraina che ha vinto la manifestazione era molto preparata, per loro è routine prendere parte alle simulazioni”. Nonostante la sconfitta, “parteciperei altre 1000 volte, anzi consiglio
a tutti l’esperienza. Permette di capire e studiare cose pratiche, da noi purtroppo accade di rado”. Per
Marco Auciello l’esperienza è stata significativa: “Ho capito quanto sia riduttivo fossilizzarsi solo sugli
esami, al di fuori esiste molto altro che di sicuro è altrettanto formativo – afferma lo studente al IV anno –
Quando si torna da una Moot cambiano le prospettive. In questi mesi sono stato a Strasburgo ed ho imparato
a scrivere l’inglese giuridico, possibilità alla quale fino ad ora non avevo pensato”. L’esperienza
della simulazione “andrebbe istituzionalizzata, come negli altri Paesi. In Europa ti spingono a partecipare,
da noi, invece, è un surplus di lavoro ‘volontario’ che devi fare con gli esami. Avevo già partecipato
alla simulazione internazionale di diritto romano. Consiglio a tutti di provare e capire”. Anche per Lorenza Zagli è la seconda esperienza in ambito internazionale: “Sono stata in Lituania quest’estate per una Moot – racconta la studentessa al V anno – Trovo che le competizioni siano ricche di stimoli, ci si confronta fra giuristi di Paesi diversi, un’occasione bella e di crescita. Nonostante la fatica – da dicembre a febbraio è stato un non stop fra esami e preparazione – posso dire che ne è valsa la pena, nonostante non siamo andati oltre i primi step”. I ragazzi hanno avuto la possibilità di assistere alla finale: “Abbiamo constatato come non ci fosse uno ‘scarto’ di preparazione fra noi e i finalisti. L’inglese giuridico un po’ ci ha svantaggiati, l’est europeo è molto più avanti. Diciamo che la
finale ci è stata soffiata solo per una questione di inesperienza, ci siamo arenati agli ottavi, ma usciamo a testa alta”. La studentessa è interessata molto all’ambito dei diritti umani. “In futuro mi piacerebbe lavorare in questo settore, sto iniziando a testare il terreno, ma non ho ancora ben chiara una carriera predefinita”. Per Andrea Marulli è stato tutto molto adrenalinico: “Il momento della fase dibattimentale è stato il più emozionante. 15 minuti di tempo per parlare innanzi ai giudici, una scarica incredibile di adrenalina, se ripenso all’alto spessore della giuria. Per quei pochi minuti ci siamo impegnati per mesi, il lavoro è stato duro. Però non ho perso tempo, ho dato anche tre esami in contemporanea”. Lo studente, al V anno, non era interessato
alla carriera internazionale: “Vorrei fare il notaio, ma più vivo queste esperienze, più nascono dubbi. Ad
oggi non saprei esprimermi con sicurezza”. Soddisfatto del risultato il Presidente ELSA Napoli Nicola Maiello: “Gli studenti che hanno partecipato alla Moot afferiscono tutti alla nostra Associazione. Per noi rappresentare l’intero Ateneo è stato molto importante. Al di là del risultato, essere fra i primi 20 ci riempie di orgoglio e ci sprona ad andare avanti con queste iniziative”.Tra il 6 ed il 9 aprile ci sarà la simulazione processuale nazionale elsiana: “Ci stiamo preparando per ricevere le altre squadre italiane qui a Napoli”.
attore e convenuto davanti ad una giuria composta da esperti autorevoli è stata un’emozione fortissima”. La simulazione si è svolta interamente in lingua inglese: “Ero un po’ in ansia, ma alla fine è andata bene. Sono stata a Londra per 2 mesi e l’inglese non è stato un grosso problema. Credo, invece, che non ci siamo classificati oltre a causa della nostra inesperienza in materia di simulazioni”. Confrontarsi con squadre europee che svolgono veri
e propri esami a tema Moot Court non è stato semplice: “Abbiamo constatato che siamo super qualificati nella teoria, ma poco adatti alla pratica. Quando si discute innanzi ad una giuria, occorre essere fluidi e sicuri. Ci è mancato il piglio della concretezza, la squadra ucraina che ha vinto la manifestazione era molto preparata, per loro è routine prendere parte alle simulazioni”. Nonostante la sconfitta, “parteciperei altre 1000 volte, anzi consiglio
a tutti l’esperienza. Permette di capire e studiare cose pratiche, da noi purtroppo accade di rado”. Per
Marco Auciello l’esperienza è stata significativa: “Ho capito quanto sia riduttivo fossilizzarsi solo sugli
esami, al di fuori esiste molto altro che di sicuro è altrettanto formativo – afferma lo studente al IV anno –
Quando si torna da una Moot cambiano le prospettive. In questi mesi sono stato a Strasburgo ed ho imparato
a scrivere l’inglese giuridico, possibilità alla quale fino ad ora non avevo pensato”. L’esperienza
della simulazione “andrebbe istituzionalizzata, come negli altri Paesi. In Europa ti spingono a partecipare,
da noi, invece, è un surplus di lavoro ‘volontario’ che devi fare con gli esami. Avevo già partecipato
alla simulazione internazionale di diritto romano. Consiglio a tutti di provare e capire”. Anche per Lorenza Zagli è la seconda esperienza in ambito internazionale: “Sono stata in Lituania quest’estate per una Moot – racconta la studentessa al V anno – Trovo che le competizioni siano ricche di stimoli, ci si confronta fra giuristi di Paesi diversi, un’occasione bella e di crescita. Nonostante la fatica – da dicembre a febbraio è stato un non stop fra esami e preparazione – posso dire che ne è valsa la pena, nonostante non siamo andati oltre i primi step”. I ragazzi hanno avuto la possibilità di assistere alla finale: “Abbiamo constatato come non ci fosse uno ‘scarto’ di preparazione fra noi e i finalisti. L’inglese giuridico un po’ ci ha svantaggiati, l’est europeo è molto più avanti. Diciamo che la
finale ci è stata soffiata solo per una questione di inesperienza, ci siamo arenati agli ottavi, ma usciamo a testa alta”. La studentessa è interessata molto all’ambito dei diritti umani. “In futuro mi piacerebbe lavorare in questo settore, sto iniziando a testare il terreno, ma non ho ancora ben chiara una carriera predefinita”. Per Andrea Marulli è stato tutto molto adrenalinico: “Il momento della fase dibattimentale è stato il più emozionante. 15 minuti di tempo per parlare innanzi ai giudici, una scarica incredibile di adrenalina, se ripenso all’alto spessore della giuria. Per quei pochi minuti ci siamo impegnati per mesi, il lavoro è stato duro. Però non ho perso tempo, ho dato anche tre esami in contemporanea”. Lo studente, al V anno, non era interessato
alla carriera internazionale: “Vorrei fare il notaio, ma più vivo queste esperienze, più nascono dubbi. Ad
oggi non saprei esprimermi con sicurezza”. Soddisfatto del risultato il Presidente ELSA Napoli Nicola Maiello: “Gli studenti che hanno partecipato alla Moot afferiscono tutti alla nostra Associazione. Per noi rappresentare l’intero Ateneo è stato molto importante. Al di là del risultato, essere fra i primi 20 ci riempie di orgoglio e ci sprona ad andare avanti con queste iniziative”.Tra il 6 ed il 9 aprile ci sarà la simulazione processuale nazionale elsiana: “Ci stiamo preparando per ricevere le altre squadre italiane qui a Napoli”.