Laura e Fabrizio in giro per il mondo con l’Aiesec

Sono giovani, studiano Economia Aziendale e sono iscritti all’AIESEC – acronimo per Association Internationale des Etudiants en Sciences Economiques et Commerciales – la storica associazione studentesca che raccoglie gli iscritti alle Scuole di Economia di centoventisei Paesi del mondo, coinvolgendo oltre centomila ragazzi e 2.400 università in attività di formazione, volontariato e istruzione. Ecco due storie, due esperienze formative importanti, raccontate dalla viva voce dei protagonisti. Laura Parenti, 21 anni, napoletana, laureanda Triennale in Economia
Aziendale, è tornata ad ottobre da un’esperienza di volontariato a Praga, capitale della Repubblica
Ceca, dove, per sei settimane, ha lavorato nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari agli
istituti superiori insegnando cultura italiana: “L’idea mi è venuta dopo aver ospitato a casa una ragazza
straniera che era venuta qui a Napoli”, racconta. L’attività prevede anche una fase di preparazionem per imparare a fare una presentazione, a parlare in pubblico tenendo alta l’attenzione, a relazionarsi con i responsabili dei progetti. “Mi sono trovata in un gruppo formato da persone provenienti da Russia, Giappone, Brasile, Thailandia, Iran. Ho imparato tante cose sulle altre culture”. E cita l’esempio di una ragazza iraniana la quale si impegna
per “cambiare l’immagine che in Europa abbiamo del suo Paese”. La studentessa un anno fa ha anche partecipato a New York alle simulazioni delle attività dell’ONU. Ora vuole affrettare i tempi della laurea perché ha intenzione di frequentare uno stage all’estero sul Marketing, affascinata come è dalla psicologia che c’è dietro le dinamiche
di alcuni messaggi, per esempio quelli pubblicitari. Fabrizio Barile, 23 anni, napoletano, un esame alla Laurea Triennale in Economia Aziendale, lavora nel settore commerciale di un’aziendadi arredamento e ha trascorso sei settimane in Brasile, nella città universitaria di Maringà nel Sud del paese, dove ha svolto un’attività di volontariato presso un centro di assistenza per l’autismo allestito da un’organizzazione non-profit che aiuta le famiglie impossibilitate ad affidarsi ad istituti specifici. “Si tratta di una realtà non supportata dal Governo, per questo è sempre alla ricerca di finanziamenti. Io lavoravo al computer stabilendo le strategie per la ricerca di sponsor e organizzando eventi”, spiega Fabrizio. Lo studente definisce “illuminante” il confronto con la cultura brasiliana:
“Siamo portati a credere che sia un popolo festoso, invece c’è una grande differenza fra il Nord e il Sud del Paese. In particolare, quest’ultimo è fortemente influenzato dalla cultura europea ed è stato interessato da grandi ondate migratorie dall’Europa e dall’Asia. Sono molto simili ai napoletani e vivono con grande scioltezza”. Ha condiviso il lavoro con un gruppo del quale facevano parte ragazzi provenienti da Marocco, Egitto e Cina: “mi ha colpito scoprire quanto la cultura marocchina sia limitante. Il mio collega raccontava che a loro sono proibiti tatuaggi e piercing, che una coppia non può farsi vedere mano nella mano o baciarsi in pubblico e che l’atteggiamento verso le donne è fortemente discriminatorio. Sono cose che si leggono, ma è molto diverso apprenderle da una testimonianza diretta. Allo stesso modo, mi ha colpito che la mia collega cinese restasse sempre sotto l’ombrellone
quando andavamo al mare: non voleva abbronzarsi perché in Cina avere la pelle cotta dal sole significa occuparsi di lavori umili. Inoltre, ho potuto verificare quanto sono gentili e ben disposti verso il prossimo gli egiziani”. Il tempo trascorso all’estero gli ha permesso di guardare anche a sé stesso: “mi sono occupato di aspetti mai affrontati prima, che hanno acceso l’interesse per il Marketing”.
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