“Mi prenderebbe come suo/a tesista?… Non ho alcun argomento o interesse da proporre”. Questo il contenuto delle tante mail, spesso prive di firma, che affollano le caselle di posta elettronica dei docenti universitari. Negli ultimi anni sono diventate così tante che il prof. Celestino Genovese, Presidente del Corso di Laurea in Psicologia clinica e dello sviluppo e docente di Psicologia dinamica presso la Facoltà casertana, ha deciso di arrendersi. I motivi della resa sono spiegati in una dichiarazione pubblicata sul sito web di Psicologia. “Da quando insegno all’Università – si legge – ripeto in ogni occasione che la tesi di laurea (quella magistrale) è una delle esperienze più importanti della vita culturale di una persona… si tratta di un’impresa che può essere affascinante sin dalle prime battute: articolazione e progressiva definizione di un interesse scientifico, verifica della fattibilità, prima ipotesi di lavoro”. A questo punto, una domanda. “Com’è possibile inviare ad un professore una e-mail più o meno del seguente tenore ‘Mi prenderebbe come suo/a tesista?’ e, in qualche caso, forse pensando di rendere più appetibile la richiesta, con la precisazione ‘Non ho alcun argomento o interesse da proporre’. Secondo quali parametri un docente dovrebbe rispondere sì o no? Forse secondo il numero di tesi che già segue? Ma non sono proprio gli studenti che spesso lamentano di essere considerati numeri?”. In ogni caso, Genovese, che segue in media una quarantina di tesi, ha sempre risposto a questo tipo di richieste. “Non ce la faccio a ignorare chi mi scrive, – ci spiega – quindi chiarisco che non posso assegnare una tesi per posta elettronica e invito gli studenti a venire a ricevimento”. In effetti, prima di cominciare la stesura di questo importante lavoro, si dovrebbe almeno avere un’idea, seppur vaga, dell’argomento da trattare e approfondire. E invece, “i laureandi – continua Genovese – non sanno proprio cosa sia un lavoro scientifico”. “Uno studente che ha necessità di chiedere una tesi – continua – dovrebbe presentarsi almeno a ricevimento, in modo da cominciare a ragionare e riflettere insieme al docente sull’argomento, oggetto del lavoro. Se non incontro lo studente, non potrò neanche rendermi conto della sua preparazione di base relativamente alla Psicologia dinamica”. Forse i ragazzi non sanno proprio come iniziare, vogliono essere guidati. E allora, per coloro che non hanno ‘argomenti o interessi da proporre’, apprendiamo dal professore che “esiste un motore di ricerca, in cui sono contenute tutte le riviste di Psicanalisi, al quale si può accedere dalla Facoltà. Digitando una parola chiave, è possibile trovare bibliografie, link e sommari degli articoli pubblicati sia in lingua inglese che in italiano. I ragazzi hanno l’opportunità di poter leggere vari articoli e studi, in modo da progettare un piano di lavoro col quale, poi, presentarsi a ricevimento”. Un’altra prassi poco ortodossa: gli studenti copiano. Purtroppo, sottolinea il docente, “non prendono spunto da testi o dal web, ma riportano intere pagine! Ormai facciamo firmare un documento col quale ricordiamo ai laureandi che riportare testi senza citare gli autori è un reato penale”. E avverte: “chi sceglie questo Corso di Laurea perché vuole diventare psicologo clinico se non comincia almeno a leggere e riflettere sui testi, in futuro, non potrà mai svolgere un buon lavoro”.
(Ma.Es.)
(Ma.Es.)