Lavoro in team e visite di esperti esterni

Teoria, discussione di casi aziendali, lavori di gruppo e testimonianze di imprenditori e/o manager e consulenti aziendali: sono gli ingredienti delle lezioni di Management Strategico dell’Innovazione, insegnamento tenuto dal prof. Antonio Capaldo nell’ambito della Magistrale in Innovation and International Management.
Oggetto del corso è “l’innovazione come leva per la strategia delle imprese”. spiega il docente. Poi precisa che lo studio dell’innovazione può essere inteso in vari modi: “Alla domanda su cosa questa sia, rispondiamo con la prospettiva recombinant che risale a Schumpter e che intende l’innovazione come ricombinazione di risorse, soprattutto risorse di conoscenza in larga parte già esistenti che vengono ricombinate aggiungendo elementi di conoscenza nuovi”. I casi studio che accompagneranno le lezioni riguarderanno, invece, la Pillcam, la capsula con telecamera che viene ingerita e permette di acquisire immagini dell’intestino, il business della digital music e i PDA, Personal Digital Assistant. Ancora, verranno trattati i casi Tesla, Microsoft, Abgenix e 3M. E qui, spazio al lavoro di gruppo: “Assegnerò il caso, i ragazzi lo studieranno, in aula si riuniranno e dovranno rispondere a delle domande che somministrerò loro. Questo lavoro durerà circa una settimana, poi dovranno organizzare una presentazione con delle slide”. Si tratta di un’attività che replica molto da vicino il lavoro aziendale: “È importante che gli studenti imparino a lavorare in team poiché, nelle imprese, si opera sempre così ed è una skill che viene attentamente valutata. Lavorare in gruppo non è scontato: significa saper ascoltare gli altri e convincerli della bontà delle proprie idee”. Altra abilità che verrà allenata è “la leadership che non vuol dire comandare, ma far sì che gli altri ci riconoscano come leader. Mentre i ragazzi lavoreranno io mi sposterò tra loro, mi unirò ai gruppi come uditore esterno per capire come si muovono, quali dinamiche hanno creato all’interno del gruppo e dare qualche suggerimento metodologico”. Anche la presentazione ha lo stesso obiettivo: “Al di là dei contenuti che acquisiscono, si tratta di una questione di metodologia. Ci sono piccole cose che fanno la differenza”. Ad esempio, “slide troppo piene non sono efficaci. Tre frasi, due, anche una vanno bene perché bisogna catalizzare l’attenzione sul concetto prescelto. Quel concetto, poi, viene sviluppato e ampliato durante la presentazione e bisogna prestare attenzione a centrare il punto. Un altro errore molto comune che commettono spesso i ragazzi è cominciare a parlare senza prima presentarsi e, invece, contestualizzare è importante. Il mio obiettivo non è fornire una sterile lista di azioni da fare o non fare, ma insegnare loro nel pratico affinché possano interiorizzare questi comportamenti”. Anche la visita degli esperti esterni che operano alla frontiera dell’innovazione sarà un importante momento di confronto e approfondimento. Tra gli ospiti ci saranno, ad esempio, Adler Group, gruppo campano di grande importanza internazionale che opera in più settori dell’innovazione, e PwC, una major della consulenza internazionale che a Roma ha un centro che si occupa di supporto all’innovazione delle imprese. “Ci sarà anche un workshop con un consulente, napoletano d’origine, che si occupa di sostenibilità e di economia circolare. Si tratta di un tema fondamentale nel discorso sull’innovazione, troppo spesso trascurato. Si parlerà di smart cities, energia, waste/water e mobilità. Ai ragazzi, poi, sarà assegnato un piccolo project work che potrebbe riguardare la mobilità nei contesti urbani. Vorremmo, infatti, scegliere un argomento che li tocchi da vicino”.
- Advertisement -




Articoli Correlati