Quanto dura la pratica forense dopo la laurea? Esiste la meritocrazia o per diventare notai occorre, per forza di cose, appartenere ad una famiglia di notai? Quali sono le tappe per intraprendere la carriera diplomatica? Con Scienze Politiche posso diventare sindaco? Fare l’avvocato è ancora consigliabile? Tante le domande specifiche degli studenti presenti. Ma anche un dubbio quasi amletico: “Come faccio a capire se ho fatto la scelta giusta?”. Il prof. Raffaele Santoro, Giurisprudenza Seconda Università, risponde raccontando la sua esperienza: “Io stesso da studente nutrivo forti dubbi, volevo iscrivermi a Filosofia, poi ho optato per gli studi giuridici”. Una scelta che si è consolidata dopo aver sostenuto i primi esami: “Solo allora ho capito che stavo procedendo bene e che il diritto realmente faceva per me. Dopo la laurea, poi, ho deciso di intraprendere un percorso diverso, mi sono dedicato al Diritto Canonico, diventando uno dei pochi avvocati campani ad occuparsi di questo campo”. Per questo: “A volte scegliere bene è anche fortuna – sottolinea il docente – Solo dopo arriva la capacità di ognuno di vedere oltre, di mettersi in gioco e diventare giuristi”. Pensiero condiviso dal prof. Elio Dovere, docente del Parthenope: “E’ troppo presto per farsi venire tanti dubbi sul post laurea. Adesso dovete badare solo alla scelta, la vocazione e le decisioni dovranno venire dopo. Bisogna prima imboccare la strada”. Ma come si fa ad individuare il percorso? E una volta individuato come si fa a portarlo avanti? “Facendosi venire il sederino quadrato a furia di stare sulla sedia a studiare. I risultati non arrivano se uno non è disposto a fare sacrifici. Vedo tanti ragazzi immobilizzati dal non sapere come agire. Cominciate a muovervi, anche sbagliando, qualcosa ne verrà fuori. Non annoiatevi di sperimentare. La flessibilità è un requisito del buon giurista”. Per il prof. Paolo Ghionni, Suor Orsola Benincasa, la scelta deve essere appassionata: “per l’importanza che assume il diritto nella nostra società. Fare il giurista vuol dire essere consapevoli. In un modo o nell’altro, si influisce sul mondo esterno”. Perché, come sottolinea la prof.ssa Carmela Pennacchio, Federico II, “Il mestiere che si andrà a fare dopo – le classiche professioni forensi, il pubblico impiego, l’insegnamento – comporterà sempre una sorta di responsabilità intrinseca. Il diritto è una scienza sociale e come tale coinvolge, e a volte capovolge, le nostre abitudini da cittadini”. Si sofferma sul post-laurea anche la dott.ssa Erminia Morone, Scienze Politiche Federico II: “Grazie alla versatilità degli studi sarete in grado di occupare diverse posizioni nel mondo del lavoro. I nostri studenti hanno quel quid in più, perché alla base della loro conoscenza non vi è un unico settore, ma diversi aspetti di varie discipline. Per questo si è avvantaggiati: si può scegliere ciò che piace”. Perché fare un lavoro che non soddisfa: “È la cosa più massacrante che possa accadere”.