Le prove scritte di Cinese I e II, modalità e consigli dalla prof.ssa Paternicò

Come l’anno scorso, gli esami scritti della sessione estiva a L’Orientale si terranno a distanza, sulle piattaforme online (diverse a seconda delle esigenze specifiche di ogni cattedra di Lingua). Per le modalità di prova orale non sono state ancora diffuse informazioni ufficiali da parte dell’Ateneo. “È chiaro che per le lingue che hanno meno studenti, l’organizzazione risulta più semplice – con gli scritti inglobati in alcuni casi nel colloquio orale – mentre per gli scritti delle lingue orientali quest’anno abbiamo deciso di mettere a frutto l’esperienza dello scorso anno e apportare dei miglioramenti alle tecnologie di cui disponiamo, assistiti dal CLAOR – Centro Linguistico di Ateneo e dal suo nuovo Presidente, il prof. Giuseppe Balirano”, racconta la prof.ssa Luisa Maria Paternicò, docente di Lingua Cinese I e II. “Grazie al dispendio in termini di energie e personale, l’Ateneo – attraverso il CLAOR – ha reclutato un team di ingegneri informatici che ha implementato la piattaforma Moodle, poiché quest’ultima non riusciva a reggere l’accesso simultaneo di molti studenti connessi”. Anche se la riapertura ha iniziato a favorire il rientro graduale di studenti, la modalità a distanza non verrà del tutto abolita fino all’anno prossimo. Motivo per cui si suppone che “anche per gli orali sarà adottata una doppia opzione: o tutti online o in modalità mista”. Sarebbe impensabile, in questo momento, “obbligarci tutti agli esami in presenza, perché da un lato comporterebbe per noi docenti la necessità di scaglionare gli esaminandi – soprattutto quelli delle Lingue più numerose – su almeno cinque giorni di fila. Altrettanto complicato per gli studenti fuorisede raggiungere le sedi universitarie”. Sono fissati, intanto, all’11 giugno le prove scritte di Lingua Cinese I e II, con delle novità. “L’anno scorso avevamo usato Google Forms, che aveva dato però diversi problemi, in aggiunta a Microsoft Teams. Moodle, invece, che già utilizzavamo nella cattedra di Cinese per caricare materiali aggiuntivi destinati ai non frequentanti, regge in maniera più stabile”. Certo, l’imprevisto tecnico può sempre accadere: “Nelle scorse sessioni, è capitato agli studenti di riscontrare un crash del sistema e rientrare successivamente all’esame e in quel caso abbiamo deciso di ammettere con riserva, conservando il beneficio del dubbio. Non dovrebbe succedere con il sistema nuovo”. Questa modalità di scritto a distanza resterà valida per le prossime tre sessioni (giugno, settembre, febbraio) per evitare disparità di trattamento tra studenti che hanno seguito il medesimo programma, mentre per gli orali nei prossimi mesi “non è escluso che le cose possano cambiare”.
Test a risposta multipla
L’esame scritto di Lingua Cinese I (durata 45 minuti) prevede un test a risposta multipla, “scelta obbligata perché gli studenti del primo anno non hanno ancora imparato a scrivere i caratteri con la tastiera”, mentre per Cinese II (durata 60 minuti) “ai quiz saranno aggiunte un paio di domande a risposta aperta, in ottemperanza a un livello di difficoltà intermedio”, così come per la prova del terzo anno. Sulla Magistrale, per Lingua e Cultura della Cina, tenuto dalla prof.ssa Paternicò per il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, è prevista una prova più strutturata con “esercizi di traduzione, riassunto e domande aperte”. In ogni caso, il tempo a disposizione dello studente è commisurato alla tipologia di prova che risulta comunque semplificata rispetto agli scritti in aula, “dove gli studenti avevano l’obbligo di scrivere da zero ogni parola. Qui diamo meno tempo perché basta selezionare la risposta corretta che si ha già davanti”. Lo stesso dicasi per le prove di ascolto: “è più semplice riconoscere una parola tra varie opzioni, quando si ha una base di partenza scritta”. Introdotta anche una piccola penalità: “visto che gli studi statistici dicono che se si prova a indovinare volta per volta la risposta, si ha un’alta probabilità di superare la prova, abbiamo deciso di sottrarre pochi centesimi di punto per ogni risposta sbagliata e non penalizzare invece gli studenti per le risposte inevase”. L’orale costituisce l’occasione per far sì che il docente possa far fuori ogni dubbio sulla preparazione dell’esaminando. “Durante gli scritti, monitoriamo i movimenti degli studenti attraverso la webcam, verificando poi il resto all’orale. Ogni docente ha le sue strategie per capire la preparazione dello studente: a volte, è lampante dopo un paio di domande e si continua l’esame solo per dare soddisfazione a studenti con una preparazione da 30 e lode. In altri casi, si capisce dalle primissime battute che non hanno aperto libro. Occorre indagare un po’ più a fondo per i casi intermedi, lì dove c’è da intuire se lo studente ha una carenza su una particolare struttura e non su tutto”.
Il ritorno in presenza “un’emozione per docenti e studenti”
Dal 13 maggio le lezioni di Lingua Cinese sul primo anno sono, inoltre, ripartite in presenza. “È stato molto emozionante tornare e incontrare per la prima volta le matricole. Anche perché, durante le lezioni online, per evitare che saltasse la connessione, i corsisti non potevano tenere la webcam accesa. Quindi, per diversi mesi, ho fatto lezione con dei nomi, senza mai vedere i loro volti”, riprende la sinologa. Un’occasione anche per gli studenti del primo anno di conoscersi dal vivo: “Emozionante anche vederli socializzare. Per il resto, è stato abbastanza surreale fare lezione a Giusso in un palazzo semideserto”. Diversamente è accaduto sulla Magistrale con il Corso di Lingua e Cultura della Cina, “dove ho chiesto agli studenti di fare dei lavori di gruppo su Teams, cosa che ha consentito loro sin dal primo momento un’interazione più frequente, anche se virtuale. Del resto, lì i numeri sono circoscritti, laddove nella mia partizione di Cinese sul primo anno sono iscritti circa 170 studenti”. Non semplice, tuttavia, gestire la lezione su un doppio canale. “Su oltre 100 persone iscritte nel mio gruppo, avevo 14 studenti in classe – tutti distanziati e con mascherine – e oltre 80 collegati da casa. La difficoltà della modalità ibrida sta nel riuscire a coinvolgere tutti, senza che nessuno si senta trascurato”. Dovendo parlare anche allo schermo, “tutto il body language e la prossemica del corpo naturalmente vengono meno e la lezione diventa esclusivamente cattedratica. Pian piano, anche noi docenti però impareremo a scioglierci”. Dispiace un po’ che le lezioni siano ricominciate soltanto nel mese di maggio, a conclusione dell’anno accademico, “d’altronde non avremmo potuto riaprire prima, visto che da novembre siamo stati in zona rossa”. E che “le esercitazioni con i lettori, con cui gli studenti hanno l’opportunità di fare conversazione, continuino da remoto”.
Sicuramente, la pandemia ha reso evidente che “non potrà mai più replicarsi quello che abbiamo vissuto negli scorsi anni, con le aule affollate e gli studenti seduti sul pavimento. Anzi, perché sia efficientemente organizzato il rientro alla semi-normalità, restano da implementare – oltre ai mezzi online – anche le risorse strutturali. Speriamo ci concedano più spazi, soprattutto per i corsi – come Cinese – che attirano una vasta platea”. Gli ultimi consigli ai giovani studenti: “Studiate per l’esame e fate i bravi quest’estate, così che a settembre non si rischi di vanificare i sacrifici di quest’anno”.
Sabrina Sabatino
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