Le sequenze di un film, il racconto di uno startupper, un set di quiz: imparare si può anche con il sorriso

L’aspirazione più grande di uno studente che entra nel mondo universitario è costruire solide competenze, hard e soft skills, per potersi mettere presto in gioco, e con profitto, nel mercato del lavoro. E per realizzare questo sogno, bisogna acquisire le giuste conoscenze; altrettanto importante è dimostrare di saperle applicare. Ed ecco che i docenti propongono una vasta gamma di attività, oltre alle lezioni frontali, per aiutare gli allievi ad entrare nell’ottica della professione che andranno presto a svolgere. Al terzo anno di Economia e Commercio, percorso professionale, c’è Comportamenti e progettazione dell’organizzazione, della prof.ssa Alessia Berni. “Ho sempre organizzato le mie lezioni alternando la teoria ad una parte pratica, proponendo letture e casi studio, casi aziendali, adattati alla didattica, problemi organizzativi concreti da analizzare e risolvere mediante gli strumenti che vengono forniti durante le lezioni”, spiega la docente. Divisi in gruppi, “di massimo cinque persone, gli studenti lavorano insieme, preparano delle presentazioni e le condividono con la classe in modo da stimolare anche un dibattito. La mia disciplina si presta molto ad esercitazioni e casi più o meno complessi”. La docente propone anche video o parti di film, “un’attività piacevole e che offre sempre spunti di riflessione”. Qualche esempio: “Quando parliamo di leadership propongo qualche spezzone de ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’, ‘Tutta la vita davanti’ di Virzì quando si tratta di motivazione o struttura dell’organizzazione del lavoro; e ancora ‘Il diavolo veste Prada’ quando affrontiamo il concetto di autorità”. Inoltre, tramite la piattaforma Kahoot “che utilizzo già da un paio d’anni, creo set di quiz che propongo man mano che chiudo un argomento. Gli studenti devono rispondere alle domande e c’è anche un elemento competitivo poiché la classifica che si genera dipende dall’esattezza e dal tempo di risposta”. È questo uno strumento di autovalutazione “con domande che non sono complesse come quelle che farei all’esame e che serve al ragazzo per capire se sta studiando bene. A distanza forse si perde un po’ quel divertimento che c’è in aula, nel fare il quiz tutti insieme e vedere, dal vivo, chi ha risposto meglio. Ma i ragazzi apprezzano molto”.
“L’apprendimento non sta nei luoghi ma nelle relazioni”
Letture e casi studio sono impiegati anche dal prof. Rocco Agrifoglio per Organizzazione delle imprese e degli enti culturali, secondo anno di Management delle Imprese Turistiche, percorso MEBC. “Stimolare e mantenere alta l’attenzione dei ragazzi in didattica a distanza richiede l’utilizzo di tecniche diverse”, precisa il docente. Durante le lezioni vengono proposte diverse letture e case study: “un’attività ben strutturata che gli studenti svolgono come lavoro di gruppo. Fornisco il caso studio su una tematica di organizzazione con domande, i ragazzi lo leggono individualmente e poi sviluppano risposte, utilizzando diverse piattaforme che consentono di creare e condividere slide”. L’apprendimento “non sta nei luoghi ma nelle relazioni e questa è un’affermazione supportata dalla letteratura così come dalla mia esperienza. Il rischio che si corre con la didattica a distanza è nella mancanza di quel momento di sintesi, di confronto tra studente e docente – prosegue il prof. Agrifoglio – La nostra DAD è comunque una didattica sincrona che consente il verificarsi di momenti di confronto”. Ed ecco “che letture e casi studio hanno una duplice finalità, permettere un migliore apprendimento delle nozioni in chiave teorica e contestualizzare l’argomento. È un modo per lo studente per toccare con mano, per sporcarsi le mani con le problematiche organizzative che devono risolvere, apprendendo attraverso il confronto”. Proprio con il confronto apre le lezioni di Istituzioni di Diritto Privato, primo anno di Giurisprudenza, il prof. Antonio Cilento: “Comincio sempre con gli studenti, interloquendo con loro in merito alla lezione precedente, ponendo delle domande in modo da essere sicuro che l’argomento sia stato ben compreso”. Accanto alle lezioni teoriche è prevista anche la presentazione di “un contratto, con nomi delle parti e riferimenti occultati, e una sentenza”. Contratto e sentenza, che il docente distribuisce sempre in aula, saranno quest’anno condivisi tramite Teams: “L’obiettivo è analizzarli sul piano giuridico e della struttura. Faccio in modo che siano sempre trasversali alle tematiche delle lezioni in modo che i ragazzi possano ripassare il programma”. Sul finire del corso, poi, ci saranno anche dei “seminari specifici, tenuti dai miei collaboratori, a tema diritto di famiglia, diritto delle successioni, responsabilità civile, affrontati non solo in una logica istituzionale, bensì applicativa”. In ultimo, “è prevista una prova di fine corso che ha ad oggetto una parte del programma. La propongo agli studenti in una logica premiale, per alleggerire l’esame ed è senza voto”. Gli studenti del primo anno “non hanno mai trattato le discipline giuridiche, se non in alcuni istituti scolastici ma genericamente. Devono acquisire un metodo, la giusta terminologia, e fare un salto di qualità nello studio”. Istituzioni di Diritto Privato “non può solo essere studiata per capitoli, bisogna avere una visione complessiva. Inoltre, è una disciplina che i ragazzi troveranno sempre, durante il corso, in un concorso, nell’attività professionale”. Parole chiave: imprenditorialità e sviluppo di un’idea innovativa. È partito il ciclo di seminari online STARTUP Experience(s), organizzato da DISAQ-KNOWTRACK, comitato organizzativo i professori Claudio Porzio, Adele Parmentola e il dott. Dario Salerno. “Come Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi abbiamo avviato iniziative che riguardano l’imprenditorialità attraverso l’acceleratore di idee di impresa Knowtrack – illustra la prof.ssa Parmentola – Il prossimo anno vorremmo organizzare un bootcamp dedicato agli studenti, in cui interverranno startupper e con una serie di iniziative tematiche che normalmente non si svolgono nei corsi tradizionali”. Questo semestre “è partito Startup Experience(s) che intendiamo far continuare anche nel secondo semestre. L’obiettivo è far incontrare agli studenti degli startupper che spieghino loro, ad esempio, come sono diventati imprenditori, quali difficoltà hanno affrontato, come hanno costruito il loro team”. I prossimi appuntamenti di novembre: il 20 Hpa Srl, il 24 Bourelly, il 27 Capatoast. Il 4 dicembre, Alfonsino-Ristoranti a domicilio. Eventi, cultura e sostenibilità è il mix per l’insegnamento di Organizzazione degli eventi culturali che la prof.ssa Luisa Varriale tiene per gli studenti del terzo anno di Management delle Imprese Turistiche, percorso MIDT. “Ogni anno prevedo, oltre alle lezioni frontali, il ricorso a casi studio che fornisco e che gli studenti esaminano sotto la mia guida e ad esercitazioni”, precisa la docente. Di esercitazioni ne sono state già proposte tre, “con un filo conduttore. I ragazzi sono bravissimi, stanno partecipando con un grande entusiasmo. Io li ho divisi in gruppi, a inizio corso avevamo anche avuto l’opportunità di conoscerci in presenza, e ciascun componente del gruppo fa la sua parte”. Sta per cominciare lo sprint finale, i ragazzi prenderanno infatti parte a due project works. “Per il primo, dovranno scegliere un evento, possono anche inventarlo, analizzare tutto il processo organizzativo e rappresentare le varie fasi in un massimo di cinque immagini”. Il secondo lavoro progettuale “fa riferimento all’aspetto della sostenibilità. Possono riprendere anche l’evento del progetto precedente e dovranno capire se risponde ai criteri della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. Gli studenti hanno partecipato anche a dei webinar: “Ne abbiamo già fatto uno con Museo Cappella Sansevero. La prossima settimana ci sarà una società cooperativa nell’ottica dell’organizzazione di eventi culturali sostenibili. Inoltre, sono in contatto con Laboratorio Aperto Modena che si occupa di creazione di spazi collaborativi per la valorizzazione della cultura”. Stanno lavorando ad un project work anche gli studenti di Green management, insegnamento tenuto dalla prof.ssa Ilaria Tutore al terzo anno di Economia e Commercio, percorso Ambiente e sostenibilità. “Si lavora su temi attuali come sostenibilità ambientale e tecnologia industriale 4.0, circular economy, nuovi business model sostenibili – spiega la docente – Ho già assegnato loro l’attività e degli articoli scientifici e li affiancherò nella fase di produzione. I ragazzi redigeranno poi una presentazione in cui illustreranno la parte teorica e analizzeranno dei casi d’impresa”. La docente ha da poco concluso le lezioni di Internationalization and export management sulla Magistrale di Marketing e Management Internazionale e segnala “l’incontro avuto con la dottoressa Gioia De Simone, export manager di Antonino De Simone, azienda che produce coralli. L’insegnamento fa parte del percorso in lingua inglese e il seminario ha riscontrato l’interesse tanto degli studenti italiani che di quelli internazionali”. Si è concluso anche Digital Marketing, sulla Magistrale di Amministrazione, Finanza e Consulenza Aziendale, ma gli studenti sono ancora in piena attività. Lo spiega la prof.ssa Rossella Canestrino: “Durante le lezioni ci sono stati due seminari, organizzati in collaborazione con il prof. Raffaele Fiorentino, con degli imprenditori. Proprio ieri sera, uno di questi imprenditori, da Dolciterre che è un’azienda che si trova a Grottaminarda, mi ha contattato chiedendomi di poter coinvolgere gli studenti del mio corso in un’attività di pianificazione di comunicazione di marketing per l’azienda”. Un’interessante opportunità per mettere in pratica quanto studiato e anche un’esperienza da poter inserire in curriculum: “L’idea dell’imprenditore è quella di presentare gli obiettivi aziendali e stimolare e incentivare i ragazzi nello sviluppo di idee creative di comunicazione”.
Carol Simeoli

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