Un momento molto significativo della mattinata è rappresentato dalle testimonianze degli ex-allievi, persone che lavorano in settori molto differenti tra loro, a dimostrazione dell’estrema versatilità del titolo di studio. Daniela Di Martino è la responsabile dello sviluppo di nuovi processi e tecnologie per applicazioni missilistiche della MBDA, multinazionale campana del settore Difesa, nata da una divisione dell’Alenia Aerospazio. Vi entra dopo due anni di attività di ricerca universitaria e mantiene sempre uno stretto rapporto con il mondo della ricerca, vincendo anche dei premi per i risultati ottenuti. “Quando sono arrivata, non c’era alcun ingegnere dei Materiali. Oggi siamo in quattro, offriamo un notevole valore aggiunto”. Alessandro Borrelli è direttore dello stabilimento dell’Ariston Thermo Group che si trova nei pressi di Fabriano. Dopo la Laurea Triennale in Scienze e Ingegneria dei Materiali, conseguita nel 2006, partecipa ad un progetto aziendale a carattere automobilistico promosso dal Politecnico di Torino. Torna a Napoli per conseguire la Specialistica e, poco prima della fine degli studi, aderisce al programma per studenti della Mapei negli Stati Uniti, sviluppando un sistema per le analisi nanoscopiche.
Il suo percorso lavorativo prosegue alla DENSO, industria automobilista giapponese, con la quale lavora in Giappone, Repubblica Ceca e Inghilterra. In seguito viene invitato a gestire l’apertura di due nuovi stabilimenti, in Marocco e Russia. Approda, infine, all’Ariston, dirigendo prima uno stabilimento in Belgio e, da cinque mesi, il fiore all’occhiello delgruppo fra le montagne dell’Appennino Centrale: “se tornassi indietro, rifarei tutto daccapo”. Naomi Lunadei ha terminato gli studi Magistrali nel 2011 con una tesi aziendale sugli imballaggi flessibili. Subito dopo entra all’Algida, parte della Unilever.
Dopo tre anni viene chiamata dalla Philip Morris trasferendosi in Svizzera, nel cantone francese. Rientra in Italia nel 2016 per lavorare come manager di produzione presso la sede toscana dell’azienda di materie plastiche IRPLAST. “Mi sono occupata di settori diversi, spesso a cavallo fra il settore tecnico e quello commerciale. Anche se mi sono laureata in un periodo di piena crisi, non ho mai dovuto cercare lavoro ed ho potuto scegliere dove andare,
anche geograficamente. Con questi studi si può essere fautori del proprio futuro”. “Il tuo lavoro ti costringe a stare molto in laboratorio?”, le domanda una ragazza. “In azienda, più che ricerca, si fa sviluppo ed è quello di cui mi sono occupata, prevalentemente. Oggi sono passata a funzioni un po’ più manageriali”. “Al liceo mi piaceva la Chimica, volevo iscrivermi a Ingegneria, e questa era al tempo stesso la sintesi perfetta e una proposta innovativa”,
esordisce Luigi Aracchi, laureatonel 2010 in Ingegneria dei Materiali con una tesi sui pneumatici ‘green’, un’esperienza che gli apre le porte della Bridgstone, della Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e, infine, dell’Altran, dove oggi si occupa di manifattura digitale per le automobili Lamborghini, sperimentando sistemi di sviluppo informatico e produttivo che rappresentano il futuro: “mi occupo di funzioni suddivise un tempo fra diverse figure ingegneristiche. Il mondo si evolve velocemente e voi studiate argomenti che io, da studente, non ho affrontato. Nonostante questo, la forma mentis che ho acquisito, mi ha consentito di risolvere anche i problemi per i quali non ero formato”. Valeria Esposito, appassionata di automobili, ha terminato l’università nel 2015 con un piano di studi focalizzato sui polimeri e i materiali plastici. Lavora come ingegnere dei materiali presso l’ALCANTARA che si occupa di produzione di tessuti speciali per il settore automobilistico, la moda e l’arredamento: “mi dedico al laboratorio,occupandomi di ricerca di nuovi materiali eco-compatibili e biologici, seguendo tutte le fasi dalla nascita del prodotto alla sua realizzazione, e la mia preparazione mi serve tutta,
dalle basi scientifiche agli aspetti applicativi”.
Il suo percorso lavorativo prosegue alla DENSO, industria automobilista giapponese, con la quale lavora in Giappone, Repubblica Ceca e Inghilterra. In seguito viene invitato a gestire l’apertura di due nuovi stabilimenti, in Marocco e Russia. Approda, infine, all’Ariston, dirigendo prima uno stabilimento in Belgio e, da cinque mesi, il fiore all’occhiello delgruppo fra le montagne dell’Appennino Centrale: “se tornassi indietro, rifarei tutto daccapo”. Naomi Lunadei ha terminato gli studi Magistrali nel 2011 con una tesi aziendale sugli imballaggi flessibili. Subito dopo entra all’Algida, parte della Unilever.
Dopo tre anni viene chiamata dalla Philip Morris trasferendosi in Svizzera, nel cantone francese. Rientra in Italia nel 2016 per lavorare come manager di produzione presso la sede toscana dell’azienda di materie plastiche IRPLAST. “Mi sono occupata di settori diversi, spesso a cavallo fra il settore tecnico e quello commerciale. Anche se mi sono laureata in un periodo di piena crisi, non ho mai dovuto cercare lavoro ed ho potuto scegliere dove andare,
anche geograficamente. Con questi studi si può essere fautori del proprio futuro”. “Il tuo lavoro ti costringe a stare molto in laboratorio?”, le domanda una ragazza. “In azienda, più che ricerca, si fa sviluppo ed è quello di cui mi sono occupata, prevalentemente. Oggi sono passata a funzioni un po’ più manageriali”. “Al liceo mi piaceva la Chimica, volevo iscrivermi a Ingegneria, e questa era al tempo stesso la sintesi perfetta e una proposta innovativa”,
esordisce Luigi Aracchi, laureatonel 2010 in Ingegneria dei Materiali con una tesi sui pneumatici ‘green’, un’esperienza che gli apre le porte della Bridgstone, della Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e, infine, dell’Altran, dove oggi si occupa di manifattura digitale per le automobili Lamborghini, sperimentando sistemi di sviluppo informatico e produttivo che rappresentano il futuro: “mi occupo di funzioni suddivise un tempo fra diverse figure ingegneristiche. Il mondo si evolve velocemente e voi studiate argomenti che io, da studente, non ho affrontato. Nonostante questo, la forma mentis che ho acquisito, mi ha consentito di risolvere anche i problemi per i quali non ero formato”. Valeria Esposito, appassionata di automobili, ha terminato l’università nel 2015 con un piano di studi focalizzato sui polimeri e i materiali plastici. Lavora come ingegnere dei materiali presso l’ALCANTARA che si occupa di produzione di tessuti speciali per il settore automobilistico, la moda e l’arredamento: “mi dedico al laboratorio,occupandomi di ricerca di nuovi materiali eco-compatibili e biologici, seguendo tutte le fasi dalla nascita del prodotto alla sua realizzazione, e la mia preparazione mi serve tutta,
dalle basi scientifiche agli aspetti applicativi”.