Mango all’università

Un incontro dal taglio inedito per l’università si è svolto lo scorso 12 gennaio nella bellissima chiesa dei Santi Marcellino e Festo. Il cantautore Mango si è intrattenuto per circa un’ora e mezza con gli studenti, i docenti e il personale tecnico-amministrativo della Federico II raccontandosi attraverso le sue canzoni e le sue poesie. Organizzato dal dott. Lello Savonardo, dottorando alla Facoltà di Sociologia, in collaborazione con il Coinor, Centro di Ateneo per la comunicazione e l’innovazione organizzativa, l’evento ha avuto come filo conduttore il tema “I linguaggi delle emozioni”. Il prof. Giuseppe Zollo, responsabile del Coinor e delegato del rettore per i  saluti di inizio, ha parlato dell’iniziativa come di un laboratorio: “quest’incontro fa parte di un progetto più ampio di esplorazione dei nuovi linguaggi, in particolare quello musicale. E’ una specie di laboratorio: cerchiamo di capire se nel tempo che trascorreremo insieme a Mango riusciremo veramente ad esprimere emozioni e non solo formule e concetti”. L’esperimento è perfettamente riuscito, in un clima intimo e non accademico, con l’aiuto di Savonardo, del protagonista Pino Mango, di un pianoforte e di una brava lettrice, Simona Guida, laureanda in Sociologia, attrice e cantante, cui è stato affidato il compito di leggere poesie e testi delle canzoni di Mango. E ancora, tratte dal libro di poesie recentemente pubblicato dal cantante, immagini in videoproiezione,  anche quelle “uno strumento per parlare di processi creativi in un modo inusuale, attraverso la contaminazione di diversi linguaggi, in un modo non direttamente accademico”, come sottolineato da Savonardo. Il ritmo dell’incontro è stato piacevole e al contempo emozionante grazie a tutti questi elementi e soprattutto grazie ad un protagonista che ha saputo mostrarsi con naturalezza in una pluralità di vesti. Un Mango “docente” ha spiegato come cambia il modo di cantare a seconda dell’estensione vocale, perché è in errore chi lo definisce un cantante dalla voce in falsetto, cosa significa lasciarsi guidare dall’emozione nel momento in cui si compone un brano. “La mia caratteristica è la voce di petto, devo usare il diaframma. Non canto in falsetto, semplicemente impiego grande forza vocale sulle note alte, tutto qui”. La potenza vocale può essere migliorata con degli esercizi ma resta pur sempre una dote naturale, come l’intonazione: “o si è intonati o si è stonati, stop. Non credo nelle scuole di canto, se si è stonati non c’è nulla da fare”. Poi Pino Mango si è messo al pianoforte e ha dato una dimostrazione pratica di come può nascere una canzone. Le dita si muovono sui tasti, la voce danza emettendo dei suoni che somigliano a un inglese improvvisato… “dentro deve scattare una molla. Butto giù non la prima cosa che mi viene in mente, ma la prima cosa che mi viene nel cuore. Privilegio la musica, la costruzione musicale di un brano è fondamentale. Per quanto riguarda i testi, da un paio d’anni li scrivo anche da solo, in passato invece ho collaborato con Mogol, Dalla, Panella”. Un sorprendente Mango poeta ha parlato del libro appena pubblicato, intitolato Nel malamente mondo non ti trovo, rivelandosi uno di noi, un cittadino e un padre insofferente a un mondo pieno di brutture, in cui si fanno ancora le guerre e si insegna ai propri figli a non fidarsi degli altri. La poesia diventa allora un mezzo per ribellarsi a tutto questo. “Siamo nel 2005, fa quasi paura dirlo”, riflette il cantautore, “da bambino quando pensavo al 2000 immaginavo un mondo completamente diverso da quello di oggi. A cosa ci ha portato il nostro progresso? In cosa siamo cresciuti se dobbiamo trasmettere ai nostri figli la paura del prossimo? Mi sono guardato intorno e ho sentito che abbiamo bisogno di amore, di affetto, di poesia soprattutto”. Il libro contiene 51 poesie e 3 testi di canzoni che l’autore ha ritenuto particolarmente significativi. Uno di questi, Io ti vorrei parlare, è stato prima letto da Simona Guida e poi eseguito al pianoforte dallo stesso Mango. Ecco Mango cantante che ha voluto regalare al pubblico universitario un’interpretazione molto toccante, bissata al termine dell’incontro. “Si tratta di un brano dalla storia particolare”, ha spiegato, “uno dei rari casi di composizione in contemporanea di testo e musica. E’ stato un percorso molto spontaneo, che però mi ha fatto porre degli interrogativi. A chi era rivolto quell’ ‘io ti vorrei parlare’? Inizialmente pensavo fosse indirizzato a mio padre, scomparso ormai da molti anni. Qualcosa dentro di me però mi diceva che non era lui il destinatario di quelle parole. Mi sono chiesto se si trattasse di mia madre. Alla fine ho capito che cercavo di parlare con me stesso, una delle cose più difficili che un uomo possa fare”. Mango si è messo a nudo, dunque, si è raccontato senza remore parlando proprio il linguaggio delle emozioni. Qualcuno dal pubblico ha chiesto: paura? Nessun timore ad esporsi così? “ No, non sto rubando niente a nessuno”, è stata la risposta. I presenti hanno capito al volo ciò che l’artista ha inteso dire e nei loro interventi si è letta tutta la stima per un cantante che ha il coraggio di vivere le emozioni in pubblico. Anche Stefano Irace, lo studente promotore della nascita dell’Orchestra Jazz della Federico II, presente all’incontro, si è rivolto a Mango esprimendogli la sua ammirazione e ponendogli una domanda sul viaggio intrapreso nel mondo della poesia: “quando sono riuscito a vedere realizzato il progetto dell’Orchestra Jazz ho provato una gioia grandissima, era l’avverarsi di un sogno. Per te è stato lo stesso con la pubblicazione del tuo libro? Cosa hai provato?”. Mango ha risposto con una bella metafora: “il nostro cuore è come un pozzo senza fondo, con la canzone arrivi magari a 200 metri di profondità, con la poesia a 2000. Scrivere un libro di poesie è stato per me fonte di grandi emozioni, mi ha consentito di scavare in dimensioni sempre più complesse”. Parole che colpiscono nel segno, l’obiettivo di cui parlava il prof. Zollo è stato raggiunto: all’università si può comunicare anche qualcosa di diverso e più impalpabile di formule e concetti. Il laboratorio funziona, non resta che attendere il prossimo esperimento. 
Sara Pepe
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