Matematica, bestia nera per gli aspiranti economisti

Sono andati bene nel complesso i test di autovalutazione erogati dal Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso all’area economica, che si sono svolti l’11 settembre a Palazzo Pacanowsky. La materia ad incutere più timore: “sempre la matematica”, secondo Enrica Mautone, Nunzia Polliere e Fabio Ruocco. Logica e comprensione verbale, le altre oggetto della prova a risposta multipla: “erano tre test di trenta minuti ciascuno. Per la logica avevamo delle situazioni da risolvere ed alcune equazioni. La comprensione verbale prevedeva due testi da comprendere, sullo smaltimento rifiuti e le biorivoluzioni inglesi”, spiega Cristiano Califano. Trentasei le domande a cui rispondere ed un minimo di 11 punti da totalizzare per non partire con il debito formativo da colmare durante i precorsi che termineranno il 4 ottobre. “Avevamo una penalità di -0,25 su ogni risposta sbagliata. Le 13 domande di matematica vertevano prevalentemente su logaritmi e piani cartesiani, fattibili per chi, come me, proviene dal Liceo Scientifico”. Cristiano vuole iscriversi al Corso in Management delle imprese turistiche, ma deve affrettarsi, perché l’utenza sostenibile è fissata a 230 studenti, così come per Economia e Amministrazione delle aziende. Invece Economia Aziendale, il Corso più numeroso in assoluto, si fermerà ai 540 iscritti, Statistica e Informatica per la Gestione delle Imprese a 75. Il ragazzo ha studiato per un anno a Londra: “secondo me è indispensabile conoscere bene l’inglese prima d’iscriversi ad un percorso del genere”. Orientate, invece, verso Economia Aziendale, Angela Gargiulo e Martina Maiello: “per noi non è stato facile questo test, ci auguriamo di aver superato la soglia di punteggio minima”. Oltre alla possibilità di misurarsi con materie di base, ci sono altre motivazioni che hanno spinto all’iscrizione facoltativa alla prova: “se ottieni un buon piazzamento hai una riduzione sulla seconda rata e 8 crediti di bonus”, informa Ciro Caruso. C’è comunque chi ha preferito non sostenerlo, come Annalisa Scarpato e Francesco Borrelli: “non ci siamo prenotati in tempo, ma seguiremo ugualmente i precorsi. Io mi sono iscritto ad Economia Aziendale perché mi piacciono le materie oggetto del Corso. Spero solo di andare bene quest’anno e che la vita universitaria sia bella come questa sede”, conclude Francesco. Anche il futuro collega Ciro Cangiano non ha sostenuto la prova, perché sa già di avere conoscenze di base: “mi occupo di strategie di sviluppo di diversi paesi in ambito religioso. Due anni fa frequentavo alla Federico II, ho già sostenuto due esami fondamentali come Economia Aziendale e Diritto privato, ma ho preferito non convalidarli anche se superati con voti eccellenti, per ricominciare tutto daccapo”. Lo scopo di Cangiano è un po’ diverso da quello dei colleghi: “ho l’intento di portare il mio sapere a Portici, dove vivo, perché possa essere di giovamento alla comunità bahai cui appartengo”. Giuseppe invece è rimasto colpito dall’ambiente nuovo: “ho già frequentato un anno di Economia alla Federico II, ma lì ho trovato una situazione diversa, dispersiva. Eravamo 600 in aule da 300 posti, c’era troppa confusione e i docenti ti seguivano poco. Mi aspetto che qui vada diversamente, anche perché siamo di meno”.
Conosce già la situazione Salvatore Tranchini, che mette in guardia le future matricole: “mi sono laureato a luglio in Management delle imprese e sto valutando se iscrivermi alla Magistrale o proseguire con un Master”. Ragione delle perplessità: “la mancanza di applicazione pratica delle materie che si studiano. Alla Luiss e alla Bocconi dopo ogni esame si prepara un progetto, noi invece, conclusa la Triennale, non abbiamo alcuna esperienza o possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro”. Diversa l’impressione di Giuseppe De China, al secondo anno di Economia Aziendale: “mi sono trovato molto bene. Le strutture sono attrezzatissime e non soffri il caldo d’estate, né il freddo d’inverno, per gli ottimi sistemi di condizionamento. In più abbiamo lavagne multimediali e banchi nuovissimi”. Anche con i docenti il rapporto è buono: “c’è chi ti cattura di più e chi meno, a me piace il modo di spiegare del prof. Mariano D’Amore ad esempio, ma sono tutti preparatissimi e disponibili”. Attenzione a Microeconomia al primo anno: “è stato l’esame più difficile per me, ma non impossibile, basta avere una buona base teorica su cui lavorare praticamente”.
Allegra Taglialatela
- Advertisement -





Articoli Correlati