“CTF offre vari sbocchi interessanti ma è più difficile di Farmacia. Devi esserci portato. Noi studiamo più chimica, loro più farmacologia e materie biologiche”, afferma Claudio, iscritto al III anno di CTF. Agata, studentessa del IV anno di Farmacia, nega, invece, l’esistenza di una certa rivalità tra gli studenti dei due Corsi a ciclo unico: “Abbiamo diversi esami in comune ed anche qualche docente”. Agostino, 23 anni, iscritto al III anno di CTF, se ritornasse indietro non rifarebbe la stessa scelta: “Sono studi che richiedono troppo tempo. Per come siamo preparati è un peccato finire a lavorare in un laboratorio per 800 euro al mese. Oggi mi iscriverei ad una Triennale”. Claudio sta vagliando le ipotesi lavorative che gli si prospetteranno tra qualche anno: “Entrare in un’azienda farmaceutica, nei Ris, occuparmi di Controllo di Qualità, fare l’informatore. Se non trovo altro, posso sempre lavorare in una farmacia. Per me sarebbe l’ultima spiaggia”.
Per avere buoni voti agli esami occorre diligenza e spirito di sacrificio. “Matematica e Fisica sono le materie del primo anno che creano maggiori problemi. E’ raro che le si sia fatte così bene al liceo da non trovare difficoltà – sostiene Melania – L’esame più pesante finora è stato Chimica Farmaceutica e Tossicologica. E devo fare ancora il secondo esame…”. Anche Agostino è preoccupato al pensiero di dover studiare Chimica Farmaceutica: “E’ un esame sotto il cui peso temo di ‘accappottarmi’”. “Nel programma di Farmaceutica I ci sono 2000 slide da imparare. Devi memorizzare 150 sintesi di farmaci”, chiarisce Melania e Agostino ribatte: “Pure Analisi dei Medicinali I e II sono quello che sono. Devi studiarli per almeno tre mesi. Ce ne vuole uno solo per ripetere”. Ciò che contraddistingue la Facoltà, secondo Tina, studentessa di Controllo di Qualità, sono le attività pratiche: “Da noi i laboratori si fanno sul serio. E le aule sono confortevoli”.
A Melania mancano due anni dalla laurea: “Gli esami degli ultimi anni sono più facili. A volte si riesce a recuperare il tempo perso. Del gruppo con cui ho seguito sin dal primo anno, pochissimi sono rimasti indietro”. Giovanni ha un bel ricordo dei primi mesi all’Università: “Ho fatto subito un sacco di amicizie. E’ una Facoltà molto concentrata, con begli spazi. Una volta al mese organizziamo una festa in discoteca”. Gli studenti si conoscono tra di loro. Trascorrono assieme molto tempo tra le attività didattiche e il tempo dedicato allo svago. “I tavolini all’aperto sono l’ideale per studiare. Anche al bar si sta bene ma c’è più confusione”, afferma Antonio, futuro Informatore scientifico. “I professori sono disponibili. Più volte ho chiesto una spiegazione nei loro studi e sono stati gentili”, racconta Chiara che esclude la possibilità di lavorare in futuro nella farmacia di famiglia.
Giovanni viene da Giugliano, Melania da Aversa. Entrambi viaggiano su ferro per arrivare in Facoltà: “La sede è ben ubicata. Nei dintorni ci sono due pizzerie convenzionate. Ci andiamo spesso a pranzo. Dal momento che praticamente viviamo qui, non ci facciamo mancare niente”.
Per avere buoni voti agli esami occorre diligenza e spirito di sacrificio. “Matematica e Fisica sono le materie del primo anno che creano maggiori problemi. E’ raro che le si sia fatte così bene al liceo da non trovare difficoltà – sostiene Melania – L’esame più pesante finora è stato Chimica Farmaceutica e Tossicologica. E devo fare ancora il secondo esame…”. Anche Agostino è preoccupato al pensiero di dover studiare Chimica Farmaceutica: “E’ un esame sotto il cui peso temo di ‘accappottarmi’”. “Nel programma di Farmaceutica I ci sono 2000 slide da imparare. Devi memorizzare 150 sintesi di farmaci”, chiarisce Melania e Agostino ribatte: “Pure Analisi dei Medicinali I e II sono quello che sono. Devi studiarli per almeno tre mesi. Ce ne vuole uno solo per ripetere”. Ciò che contraddistingue la Facoltà, secondo Tina, studentessa di Controllo di Qualità, sono le attività pratiche: “Da noi i laboratori si fanno sul serio. E le aule sono confortevoli”.
A Melania mancano due anni dalla laurea: “Gli esami degli ultimi anni sono più facili. A volte si riesce a recuperare il tempo perso. Del gruppo con cui ho seguito sin dal primo anno, pochissimi sono rimasti indietro”. Giovanni ha un bel ricordo dei primi mesi all’Università: “Ho fatto subito un sacco di amicizie. E’ una Facoltà molto concentrata, con begli spazi. Una volta al mese organizziamo una festa in discoteca”. Gli studenti si conoscono tra di loro. Trascorrono assieme molto tempo tra le attività didattiche e il tempo dedicato allo svago. “I tavolini all’aperto sono l’ideale per studiare. Anche al bar si sta bene ma c’è più confusione”, afferma Antonio, futuro Informatore scientifico. “I professori sono disponibili. Più volte ho chiesto una spiegazione nei loro studi e sono stati gentili”, racconta Chiara che esclude la possibilità di lavorare in futuro nella farmacia di famiglia.
Giovanni viene da Giugliano, Melania da Aversa. Entrambi viaggiano su ferro per arrivare in Facoltà: “La sede è ben ubicata. Nei dintorni ci sono due pizzerie convenzionate. Ci andiamo spesso a pranzo. Dal momento che praticamente viviamo qui, non ci facciamo mancare niente”.