Mattei, giovane docente ad Ingegneria… tra fusione nucleare, jazz e sport

40 anni, ordinario appena 35enne, frequenti viaggi all’estero (“almeno un paio di mesi l’anno sono tra Oxford, Barcellona e Monaco, dove hanno sede importanti centri della fusione nucleare”), amante del jazz – ha anche suonato il pianoforte per otto anni – e del canottaggio – che ha praticato a livello agonistico -, il prof. Massimiliano Mattei è docente di Meccanica del Volo alla Facoltà di Ingegneria della Seconda Università. “La ricetta per una rapida carriera non è unica e contiene diversi ingredienti anche perché l’Università italiana è carente di linee guida chiare e stabili ed è in perenne crisi economica…”. E’ così che ci risponde quando gli chiediamo di parlarci del suo percorso professionale tanto celere quanto ricco e proficuo. Mattei si è laureato a ventiquattro anni in Ingegneria Aeronautica al Federico II, con la votazione di 110  e lode. “Da studente di liceo mi appassionavano le materie umanistiche, oltre alla musica, – ci racconta – fino a quando le letture filosofiche non mi hanno avvicinato ai problemi della scienza e ne è nata una passione che, unita al senso pratico instillato dai genitori, mi ha indirizzato verso l’Ingegneria Aeronautica”. Ma che studente era? “Mi concentravo molto, durante le ore che dedicavo allo studio, in modo da assimilare il più possibile e avere tempo a disposizione per coltivare altre mie passioni”. Ossia il piano, la musica jazz e lo sport. “Visto il mio forte interesse per l’Ingegneria elettronica, ho preferito allungare un po’ i miei studi universitari, laureandomi un anno fuori corso, e inserendo altri esami nel piano di studi per sostenerne, in tutto, 32 anziché 29 in modo da approfondire i temi dell’Ingegneria elettronica”. Cosa sognava di fare da studente? “Mi interessava acquisire più conoscenze possibili nel settore del Controllo automatico degli aeroplani, e quindi gli auto-piloti, per poi riportarle nel mondo aeronautico”. Di conseguenza, dopo la laurea, il Dottorato in Ingegneria Elettronica e Informatica sotto la guida del prof. Ambrosino, esperto di Controlli automatici, e l’impegno, come ricercatore, presso il Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica dell’Università di Reggio Calabria. “Decidere di prestare servizio presso la giovane Facoltà di Ingegneria calabrese è stato determinante per la mia carriera. Lì ho avuto tante responsabilità, tra cui la direzione di un Dipartimento e un’esperienza in Senato Accademico, ma anche largo credito e prospettive di crescita”. Dopo tre anni da ricercatore e altri tre da associato, a trentacinque anni è diventato docente ordinario di Ingegneria Elettronica. “Era ciò che volevo fare ancor prima di iscrivermi all’Università, ma mi reputo anche molto fortunato”. Dallo scorso anno, è docente di Meccanica del Volo al Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Aerospaziale della Sun. “La Meccanica del Volo è una disciplina che si occupa dello studio delle missioni di volo dei velivoli, della progettazione delle loro configurazioni, dell’analisi della loro dinamica, oltre che su problemi di guida, navigazione e controllo dei velivoli, su tutte le tecniche che permettono a un aereo, un razzo, un satellite, di volare senza pilota o di aiutarlo in situazioni critiche. E, in futuro, penso che la disciplina si orienterà sempre più verso lo studio di micro-velivoli e formazioni di velivoli autonomi per applicazioni legate all’ambito civile sulle quali intendo indagare nei prossimi anni”. Come definirebbe il suo rapporto con gli studenti? “Direi innanzitutto di grande rispetto reciproco. Prima che simpatia preferisco ispirare affidabilità e rigore ai ragazzi. Un compito importante dei docenti è quello di trasferire, oltre alle nozioni tecniche, la professionalità e il rispetto dei ruoli su cui a mio avviso si fonda la forza di una società. Mi piace dialogare con loro per poter trarre anch’io degli spunti di crescita”. C’è un consiglio che vorrebbe rivolgere loro? “Non dare mai nulla per scontato e chiedersi sempre il perché di ogni cosa. E poi lavorare sulla propria capacità di promuovere le conoscenze e saperle valorizzare nella maniera giusta. L’Aerospazio è un settore di nicchia per cui è necessario un grande interesse ma, a mio avviso, la possibilità di trovare una sistemazione adeguata aumenta se si fanno le cose con passione. Sul territorio campano esistono diverse grandi realtà aziendali, come Alenia, Alfa Avio e Vulcanair, aperte all’ingresso di giovani neo-laureati”. 
Mattei afferisce al Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale e Dinamica, “uno dei più agguerriti sulla ricerca. L’ambiente è molto giovane e dinamico, e spero di poter collaborare fattivamente alla sua crescita con la costituzione di un laboratorio mirato alla progettazione e realizzazione di mini-velivoli autonomi in cui coinvolgere studenti e colleghi”. Le attività legate alla ricerca: “il coinvolgimento in importanti progetti riguardanti la fusione termonucleare è stato senz’altro tra le esperienze più emozionanti – dice Mattei – Molti non sanno che a Napoli ha sede un consorzio leader nel settore del controllo dei reattori, il C.R.E.A.T.E., attraverso il quale ho avuto la possibilità di partecipare ai più significativi progetti mondiali sulla fusione: dal JET di Culham a ITER, una macchina da 500 MW che è in fase di costruzione in Francia e dovrebbe consentire di raggiungere importanti traguardi con la collaborazione degli scienziati di tutto il mondo…”. Una vita pienissima. Riesce a conciliare tutto ciò con la sua vita privata (è sposato e ha due bambini di undici e otto anni)?. “Diciamo che ho una moglie molto paziente che ha deciso di non lavorare per dedicarsi ai nostri figli”.
Maddalena Esposito
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