Medico in Africa con la Semeiotica di Frontiera

Sono tante le associazioni che si occupano di volontariato e sono sempre tanti i medici, anche specializzandi, che partono per prestare cure in paesi attraversati da guerre e povertà, molti dei quali in Africa. La testimonianza di tre medici volontari l’hanno potuta ascoltare i partecipanti all’incontro ‘Semeiotica di Frontiera’ che si è svolto il 7 maggio nell’Aula Magna del complesso di via Arena a Caserta. “È stato un appuntamento fortemente voluto dagli studenti i quali, attraverso il loro rappresentante Mattia Granato, ci hanno chiesto di affrontare le tematiche del volontariato e della medicina di frontiera, con tutte le questioni e le problematiche ad esse collegate”, spiega la prof.ssa Maddalena Casale, pediatra e docente del Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia Generale. In particolare, attraverso “i racconti di tre colleghi si è parlato delle questioni legate alla diagnosi e cura dei bambini in situazioni di diffi coltà, dove l’esame obiettivo è spesso l’unico strumento di indagine a disposizione del pediatra”. Andrea Pietravalle, docente a La Sapienza di Roma, Angelo Perrotta, che insegna alla Vanvitelli, e Martina Scilipoti, specializzanda in Pediatria presso l’Ateneo campano, sono stati i tre relatori che hanno affrontato diverse tematiche passando dalla semeiotica nei paesi di frontiera, fi no all’uso eccessivo delle analisi strumentali nei paesi ad alte risorse. “Il prof. Pietravalle ha raccontato ai ragazzi l’attività del Cuamm, l’associazione che nasce nel 1950 come Comitato Medici Missionari, il cui obiettivo è quello di formare competenze mediche nei paesi africani – spiega la prof.ssa Casale – Ai ragazzi sono stati presentati, quindi, i moduli formativi utilizzati nei paesi dove opera il Cuamm e poi sono stati divisi in gruppi per l’analisi di situazioni cliniche simulate attraverso il metodo del riconoscimento di segnali e sintomi. Il senso che si è voluto dare all’incontro interessa non solo chi fa volontariato, ma tutta la categoria medica e medico-pediatrica in particolare: un invito ad un minore uso della strumentazione e un ritorno alla semeiotica clinica. Molto spesso vengono chiesti ricoveri o esami inappropriati con spreco di risorse, che invece mancano nei paesi poveri”. La dott.ssa Scilipoti, grazie alla sua recente esperienza in Africa, ha potuto raccontare ai ragazzi le difficoltà che si incontrano e le diverse patologie pediatriche presenti in quei luoghi, molte legate alla malnutrizione e alle scarse condizioni igieniche. Il prof. Perrotta, invece, ha portato in aula la sua esperienza legata al progetto Avis Casalnuovo for Kenya. “Nonostante le diffi coltà legate a volte a questioni di carattere burocratico, sono diversi gli specializzandi che decidono di partecipare ad uno dei numerosi progetti legati all’Africa – conclude la prof. ssa Casale – Si tratta di importanti esperienze di crescita umana e professionale fondamentali per segnare una continuità negli aiuti e nella formazione di medici sul posto che rappresentano un passaggio obbligato nella crescita di paesi dove anche l’accesso all’istruzione è limitato”. L’incontro è stato riconosciuto come ADE di Pediatria e probabilmente verrà replicato nel prossimo semestre.
Valentina Orellana
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